Elezioni a nord del 38esimo parallelo. Leader Supremo promosso a pieni voti: 100 per cento dei consensi. Kcna: «supporto totale e profonda fiducia»
BANGKOK (Asiablog) – Le elezioni della Suprema Assemblea del Popolo, una specie di parlamento in salsa nordcoreana, hanno avuto luogo senza sorprese. Il 99,8 per cento degli aventi diritto al voto si è recato alle urne e Kim Jong-un ha ottenuto il 100 per cento delle preferenze nel suo collegio. Si trattava delle prime elezioni da quando il ‘Brillante Leader’ ha ereditato il potere in seguito alla morte del padre, Kim Jong-il, nel dicembre del 2011.
Nel paese dell’Estremo Oriente, dove il voto è obbligatorio ma non segreto, con il termine “elezioni” non si intende una scelta ma una “approvazione”. Nella “Repubblica Democratica Popolare” i cittadini hanno a disposizione una scheda elettorale con una sola opzione: votare “sì” all’unico candidato del loro collegio, precedentemente selezionato dal regime. A dirla tutta, è anche possibile votare “no”, ma si tratta di entrare in una cabina speciale e barrare il nome del candidato. Nessuno osa arrivare a tanto. «Questo dimostra il supporto totale e la profonda fiducia che il popolo nutre nei confronti del supremo leader Kim Jung Un,» ha commentato l’agenzia di stato Kcna.
Le elezioni nordcoreane sono soprattutto un grande rituale di regime, con gli elettori che si recano puntualmente alle urne in una “atmosfera festosa” – come riporta la stampa di Pyongyang – indossando costumi tradizionali ed intonando inni di regime. La TV ha anche mostrato centinaia di soldati in coda per votare inchinati di fronte ai ritratti di Kim Jong-il e Kim Il-sung appesi alle pareti dei seggi.
La Suprema Assemblea del Popolo, composta da 687 deputati, non detiene un reale potere. Si riunisce una volta l’anno, essendo normalmente sostituita dal Praesidium, un organo più ridotto e con un pizzico di più poteri in più.
Nonostante l’apparente inutilità del voto, quello di ieri è stato invece un test di una certa importanza per il regime, che ha bisogno di mostrare l’unità dell’esercito e della leadership dopo la recente esecuzione (avvenuta venerdì 13 dicembre 2013) di Jang Song Thaek, zio di Kim Jung-un ed esautorato numero due del regime.
Si stima che Kim Jong-un abbia dai 26 ai 30 anni; un leader senza troppa esperienza in un Paese in cui l’età è considerata un tratto importante per meritare posizioni di responsabilità. Il voto, che permetterà al più giovane capo di stato al mondo di rimescolare i vertici politici e circondarsi dei suoi più fedeli sostenitori, è considerato anche una sorta di censimento della popolazione utile a verificare quanti nordcoreani hanno oltrepassato il confine con la Cina nel corso degli ultimi anni.
Le elezioni giungono meno a di un mese dalla denuncia delle Nazioni Unite (Onu) che, lo scorso 18 febbraio, ha pubblicato un raccapricciante rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Dal documento risulta che il regime di Pyongyang commette abusi sistematici nei confronti dei propri cittadini. In particolare, il rapporto denuncia la vasta rete di campi di prigionia segreti, noti come kwanliso, dove si ritiene siano imprigionati tra gli 80 mila e i 120 mila nordcoreani, spesso maltrattati, lasciati morire di fame o uccisi.
«Uomini, donne e bambini nei campi sono costretti a lavorare duramente,» ha denunciato Amnesty International. «Devono sopravvivere con razioni di cibo inadeguate, maltrattamenti e cure mediche totalmente inadeguate.»
Michael Kirby, presidente del comitato delle Nazioni Unite sui diritti umani, non ha esitato a sostenere che molti dei crimini imputati alla Corea del Nord appaiono «notevolmente simili» a quelli commessi dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Kirby ha scritto personalmente al Leader Supremo della Corea del Nord avvisandolo della possibilità di un processo presso la Corte penale internazionale dell’Aia per la sua responsabilità personale in qualità di capo di stato e delle forze armate.
Fonte immagine: Reuters