Narra Omero (Odissea, libro IX) che Ulisse e i suoi uomini, portati fuori rotta da una tempesta, approdarono all’isola dei Lotofagi (secondo alcuni l’odierna Gerba), nel nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l’isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico che fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus lotus, un giuggiolo selvatico, e che l’incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo.
Il giuggiolo ed il suo frutto, come li conosciamo in Italia, sono la specie Ziziphus jujuba Mill, nota anche come dattero cinese.
Questa specie non si trova abitualmente in Thailandia, o almeno io non ho mai visto, al mercato o su un albero, una giuggiola identica alla nostra.
Per altro, è facile trovare alberi di giuggiolo (พุทรา –phuthrā) per le strade della Thailandia. Si tratta di un albero a crescita rapida tanto da diventare invasivo.
Ziziphus Mauritiana (i cui frutti sono noti come giuggiola, in italiano, e Chinese Apple in inglese) è una specie tropicale di alberi da frutto appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae a cui appartiene il giuggiolo che cresce anche in Italia. È originario dell’India, dove ne esistono oltre 90 varietà. Come tutta la specie anche Ziziphus Mauritiana è spinoso e cresce come arbusto sempreverde o albero che può raggiongere fino a 15 metrri di altezza.
Il frutto, che a seconda della varietà ha un diametro da 1 a 7 centimetri, ha polpa bianca e croccante un po’ succosa con un gradevole aroma. E’ molto nutriente e ricco di vitamina C. Contiene dal 20 al 30% di zucchero, fino a 2,5% di proteine e 12,8% di carboidrati.
La prima volta che ho visto una mela in un mercato thailandese credevo fosse una mela. Poi ho visto una prugna e credevo fosse una prugna… mi rendo conto che quel che ho appena scritto non ha molto senso… facile vedere una giuggiola (พุทรา – phuthrā) girando per la Thailandia, meno facile capire di cosa si tratti.
La vicenda omerica del loto ve l’avevo già propinata tempo addietro. Non ero confuso, all’epoca mi serviva “loto” nel senso più letterale ed ho fatto finta di non sapere… conto sul vostro perdono.
(tutte le foto tiziano matteucci)
- Fotografia come esclamazione di vitalità - 19/08/2016
- La Thailandia, la zucca e… il peperoncino - 11/08/2016
- Hiroshima, la bomba di Dio - 06/08/2016