Lo stato di emergenza è legale, ma non va usato contro gli antigovernativi
BANGKOK (Asiablog) – Il Tribunale Civile di Bangkok ha respinto una causa iniziata da Thaworn Senniam, uno dei leader della protesta antigovernativa, che chiedeva che lo stato di emergenza annunciato dal governo il mese scorso fosse dichiarato illegale. Il tribunale ha però aggiunto che il governo “non può usare lo stato di emergenza per disperdere le proteste.”
Ai sensi del decreto di emergenza le autorità possono utilizzare poteri eccezionali, come l’arresto e la detenzione di persone senza accusa, la chiusura di determinate aree, il sequestro di edifici o proprietà private, e la censura della stampa.
Alle 15.00 di oggi la maggioranza dei giudici ha stabilito che il decreto di emergenza è legale ed il governo non sarà costretto ad abrogarlo, ma il verdetto vieta alle autorità di esercitare molti poteri previsti nella legge.
Secondo il verdetto, le forze di sicurezza non possono lanciare un giro di vite sugli attivisti anti-governativi, smantellare le barricate erette dai manifestanti, impedire alle persone di entrare in qualsiasi edificio a proprio piacimento, evacuare o impedire l’accesso alle aree occupate dai manifestanti, o bloccare il traffico. Lo riferiscono i media thailandesi, specificando che il verdetto vieta alle autorità di vietare gli assembramenti di natura politica, che rappresenta uno degli aspetti cruciali del decreto di emergenza.
Va notato che una minoranza di giudici ha addirittura suggerito al governo di abrogare completamente lo stato di emergenza in considerazione del fatto che, sempre secondo questi giudici, i manifestanti sono “pacifici” ed esercitano i loro diritti costituzionali “senza armi.”
Il verdetto è arrivato un giorno dopo gli scontri scoppiati nella zona del viale Rajadamnoen, dove la polizia in assetto antisommossa ha tentato di disperdere i manifestanti anti-governativi lì accampati da diverse settimane. Almeno quattro civili e un poliziotto sono stati uccisi negli scontri, mentre più di 60 persone sono rimaste ferite.
Il capo della polizia thailandese ha commentato la sentenza del tribunale affermando che la decisione non pregiudica le operazioni di sicurezza, aggiungendo che le forze dell’ordine non hanno in programma lo sgombero di altri siti occupati dagli antigovernativi dopo il fallimento della missione “Pace per Bangkok” di martedì.
Il verdetto della Corte Civile è stato accolto in modo negativo da molti sostenitori del governo, che accusano da tempo i poteri giudiziari di cospirare insieme ai poteri forti e agli attivisti antigovernativi per defenestrare la signora Yingluck e il suo governo senza passare per le elezioni.
Nel frattempo, il signor Chavanond Intarakomalyasut, portavoce del monarchico e filo-militare Phak Prajatipat (“Partito Democratico”), principale partito di opposizione e punto di riferimento delle forze antigovernative, ha informato i cittadini tramite il suo account Facebook che la principessa Chulabhorn, figlia dell’anziano re Bhumipol, ha benedetto il funerale del signor Suphot Boonrong, un attivista antigovernativo ucciso negli scontri a fuoco di ieri.
In uno dei suoi comizi quotidiani, Suthep Thaugsuban, il leader della protesta, ha accusato la premier di essere responsabile delle violenze: “le tue mani sono sporche di sangue per aver ordinato alla polizia di uccidere delle persone!,” ha tuonato il politico del sud.
Suthep, che nel 2010 in qualità di vice-primo ministro ordinò all’esercito di attaccare i manifestanti antigovernativi delle Camicie Rosse, causando circa 100 vittime, ha annunciato che nella giornata di domani i suoi fedelissimi attaccheranno la Shinawatra Tower 3, un edificio che ospita una serie di aziende di proprietà della famiglia della prima ministra.
Suthep ha anche chiesto ai suoi simpatizzanti di boicottare le aziende della premier: “se amate il paese, smettete di acquistare i prodotti degli Shinawatra,” ha chiesto Suthep.
“Fate di tutto per colpire i loro interessi economici.”