Che sia stato l’Euro a portarci all’attuale situazione di stallo, all’interno della crisi economica che stiamo vivendo, credo sia un presupposto errato per iniziare una eventuale discussione. Credo sia evidente come oggi non sia la “moneta” sotto accusa ma le regole e le politiche economiche dell’eurozona (ed anche le regole imposte agli stati in crisi acuta come la Grecia). Oggi la politica economica interna della Germania, denunciata da molti come il principale fattore di distorsione della zona euro, è sotto indagine da parte della Commissione Europea e tra qualche mese sapremo i risultati. Ma non sono solo alcuni economisti a mettere in dubbio la gestione dell’Euro.
Forse rileggere oggi il Programma elettorale 2013 del PD ha un sapore amaro per chi lo ha votato, inizia con: “Ci candidiamo come alternativa politica e civica al lungo periodo berlusconiano, responsabile di aver lasciato un cumulo di macerie nel Paese e un contesto sociale gravemente deteriorato.”
Sappiamo come è andata a finire ed anche come prosegue, visto le prime mosse di Renzi. Ma non è questo che ora interessa (chi vorrà ne terrà conto alle prossime elezioni).
Nel Programma PD, riguardo all’Euro, si leggeva:
“Dalla crisi non si esce con le ricadute nell’euroscetticismo, ma con più Europa. Attraverso, dunque, il governo dell’Euro e la sua stabilizzazione … L’ingresso nell’Euro e la fine della svalutazione competitiva hanno prodotto, con la concorrenza della rendita finanziaria, una caduta degli investimenti in innovazione tecnologica e nella capitalizzazione delle imprese, con l’aumento dell’esportazione di capitali.”
A parte la dovuta difesa dell’Unione Europea, non saprei come interpretare: governo di un euro instabile. Di certo non ci si riferisce all’andamento del cambio con altre valute, quindi ci vogliono dire qualcosa riguardo all’esistenza di problemi legati alla politica economica dell’euro zona, o no?
Cosa certa è l’attestazione che l’ingresso nell’euro ci ha privato di uno strumento di politica economica, la svalutazione competitiva, che tutti gli stati utilizzano, più o meno frequentemente. Forse si faceva prima a dire che siamo orfani di sovranità monetaria senza girarci tanto attorno.
Nel Programma elettorale 2013 del PDL la parola “Euro” viene scritta ben poco ma i riferimenti non mancano.
“Il governo tecnico di Monti ha scelto di seguire la politica di austerità imposta dall’Europa germano centrica e i risultati deprimenti sono sotto gli occhi di tutti. …”, troviamo nel preambolo a firma Silvio Berlusconi.
Una critica alla politica economica italiana imposta dell’Europa. Che la politica di austerità di Monti, ma anche del precedente governo PDL, sia stata ereditata dall’attuale governo PD+PDL, non credo si possa negare. Gli elettori PDL non protestano, forse non se ne sono accorti o forse contano sull’ormai ventennale arrendevolezza del principale partito di (centro) sinistra nei confronti dei movimenti politici guidati da Berlusconi. Non credo si possa dar loro torto.
Nel programma PDL poi troviamo:
“Attribuzione alla Bce del ruolo di prestatore di ultima istanza, sul modello della Federal Reserve americana.
-Euro-bond e project-bond per una rete europea di sicurezza e di sviluppo.
-Esclusione delle spese di investimento dai limiti del patto di stabilità europeo.”
Anche qui troviamo: critiche alla politica economica europea e la mancanza di “sovranità monetaria” e, senza scomodare FED, bastava citare la Banca d’Italia (se non quella precedente al divorzio dal Tesoro anche solo quella precedente all’ingresso nell’Euro).
Alle elezioni del 2013 il Programma del Movimento 5 Stelle viene adottato come riferimento. Il termine “euro” non c’è, ma si possono trovare approfondite proposte sul consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti, riduzione delle emissioni di CO2 se non eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6. Di Euro non si parla. Sappiamo, però, da alcune dichiarazioni verbali e scritte di Beppe Grillo, del progetto di un indefinito Referendum sull’Euro.
Dopo questa carrellata dei più recenti “buoni propositi” dei tre principali movimenti politici italiani, mi pare evidente che esistono dei problemi legati alla politica economica dell’eurozona e non si necessariamente debba trattare di “restare o uscire dall’Euro”. Certamente bisogna cambiare (in fretta, aggiungo io) qualcosa nella costruzione e gestione dell’Europa. Io credo che lasciare la scelta di cosa e come cambiare solo agli attuali politici sia pericoloso. Loro hanno deciso di portarci in questa Europa e loro potrebbero decidere di non fare nulla (non sarebbe neppur la prima volta che eludono i loro “buoni propositi”) e noi dobbiamo stare in guardia. Per far questo bisogna essere informati sulle problematiche legate alle scelte che ci proporranno, fondamentalmente perché …
” … nessuno verrà a salvarci, dovremo pensarci da soli. Magari con l’invincibile impulso alla curiosità, vero marchio dell’indipendenza mentale”
(Blues della fine del mondo -Ian McEwan – Ed.Einaudi)
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