Il tamarindo (tamarindus indica), dall’arabo تمر هندي (tamr hindī), “dattero dell’India“, è un albero tropicale della famiglia delle Fabaceae, originario dell’Africa Orientale. In Thailandia è chiamato มะขาม (makaam).
In Italia oggi è conosciuto soprattutto come sciroppo, ma si possono trovare anche i frutti (io li ho visti: “Product of Thailand”). Le proprietà del frutto del tamarindo erano già note ai tempi della Scuola Medica Salernitana e Pietro Andrea Mattioli (1501-1577) lo definiva utile “per far muovere il corpo”.
Il tamarindo produce legumi marroni, che contengono polpa e semi duri. I frutti sono lunghi generalmente 10-15 centimetri, leggermente incurvati, e contengono fino a una dozzina di semi.
Utilizzato anche come pianta ornamentale, ha conquistato uno spazio importante nella cucina e nella medicina tradizionale thailandese.
Il frutto acerbo, มะขามสด (makaam sot), è usato come base per diversi tipi di salsa piccante, น้ำพริก (nam prik), comunemente tradotto come chili, un componente spesso presente nella cucina thailandese. La preparazione casalinga viene di solito eseguita pestando, d’obbligo il mortaio, i giovani frutti di tamarindo, aglio, peperoncini ed altre spezie.
È anche consumato seccato e salato, seccato e candito, seccato e zuccherato (a sale e zucchero si aggiunge sempre I’ll peperoncino) e come bibita fredda (ghiaccio tritato sempre abbondante).
Viene anche lessato e sciroppato, come nella foto. In Thailand il tamarindo sciroppato si chiama มะขามเชื่อม (makaam chuam).
Come se tutti questi utilizzi del frutto – che forse neppure ho indicato completamente – non fossero sufficienti, nella stagione giusta ecco che al mercato si possono comprare anche le giovani foglie di tamarindo, ใบมะขามอ่อน (bai makaam òn). Nella cucina thailandese, vengono utilizzate come una comune verdura nella preparazione di varie pietanze.
E se avete anche la necessità di un nuovo tagliere in legno di tamarindo, เขียงไม้มะขาม (kiaeng mai makkam), un legno molto resistente e compatto, lo trovate sempre al mercato.
Warning. Se passeggiando per il mercato vedete dei frutti simili al tamarindo, nella forma ma non nel colore, attenzione: non è tamarindo ma un suo cugino.
Pithecellobium dulce, chiamato in inglese Manila tamarind, è una pianta da fiore della stessa famiglia del tamarindo e del pisello, le Fabaceae. Questa pianta è originaria dell’America Centrale e del Sud America. Poi è stata naturalizzata nella fascia tropicale asiatica. Ma nonostante il nome non ha nulla a che fare con Manila o con Madras (viene anche chiamato Madras thorn).
In thailandese si chiama มะขามเทศ (makaam thet) e se vi capitasse di trovarlo, assaggiatelo … è come le ciliege, uno tira l’altro.
That’s All Folks!
(foto tiziano matteucci)
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