Italiani in Asia – Eccoci alla seconda parte della nostra chiacchierata con Tatiana Camerota.
Con quali aspirazioni e con quali desideri sei partita per la Cina? Quanti di quei desideri si sono realizzati?
Sono partita con la volontà di sfruttare al massimo questa esperienza, di tirarne fuori il più possibile, di viverla intensamente sotto vari punti di vista: linguistico, ambientale, professionale, relazionale. E credo di esserci complessivamente riuscita, quindi il bilancio è positivo. Il desiderio principale realizzato è indubbiamente l’essere tornata a casa particolarmente arricchita dall’esperienza fatta. La soddisfazione più grande è stata invece quella di essere riuscita a districarmi, a cavarmela in una realtà spesso ostica e densa di piccoli-grandi ostacoli quotidiani. Parole-chiave: nuovi ambienti e nuovi stimoli, confronto, passione, sfida, avventura, formazione. Sbagliare, imparare, stringere i denti, gioire, piangere, resistere, stupirsi, amare. La Cina è in grado di offrirti tutto ciò, riesce a darti e a toglierti molto nello stesso tempo, sta a te riuscire a capire e a tirar fuori il meglio che c’è. E talvolta pure il peggio, senza il quale è impossibile capire tutto il resto.
Com’è attualmente la situazione lavorativa per gli italiani?
Sulla base delle mie esperienze e delle situazioni di cui sono a conoscenza, potrei dirti “chi cerca trova”, con volontà e intraprendenza. Sicuramente anche la Cina ha risentito della crisi economica globale, sicuramente le difficoltà burocratiche non mancano, ma le competenze e il merito forse premiano ancora. Spesso e volentieri sta anche a noi: conosco diversi giovani e meritevoli italiani che lavorano in Cina e la loro caratteristica comune è la voglia di fare e di farcela, di mettersi in gioco, di offrire un know-how che viene poi apprezzato e riconosciuto. Per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano ai cinesi, c’è abbastanza richiesta di insegnanti madrelingua qualificati. Gli studenti cinesi interessati al nostro Paese e alle nostre università sono numerosi, per cui le possibilità di inserirsi in tale ambiente non mancano.
Che consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi alla Cina, e che informazioni che potrebbero essere utili a chi tra i nostri amici italiani sta ponderando di fare il grande balzo in Estremo Oriente?
Occorre innanzitutto liberarsi dei pregiudizi spesso errati
che si hanno, e avvicinarsi a questo mondo con un approccio aperto alla scoperta, privo di schemi mentali precostituiti. Solo così l’esperienza che si vivrà ci arricchirà. Non spaventarsi per le difficoltà o per le cose che non conosciamo o non condividiamo, ma cercare invece di capire qual è il modo migliore per conviverci. Tutto ciò non significa essere sprovveduti o inconsapevoli, anzi. Oltre ad armarsi di tanta volontà, curiosità e pazienza, informarsi e documentarsi è sacrosanto. Sia che si voglia partire per un’esperienza di studio o di lavoro, sia che si voglia conoscere questo Paese attraverso un viaggio più o meno lungo, è utile conoscere quali sono gli aspetti pratici e culturali con i quali andremo a incontrarci – o a scontrarci. Oggi i mezzi non mancano: libri, Internet, testimonianze dirette di chi ha già vissuto in/la Cina, possono essere un valido strumento per non essere del tutto disorientati in fase iniziale, avere una minima bussola e punto di riferimento a partire dai quali potremo poi sviluppare un nostro pensiero critico. Un consiglio pratico: in base al tipo di esperienza che si andrà a fare e dal tenore di vita che si vorrà tenere, le spese da sostenere possono notevolmente cambiare. È vero che vivere in Cina costi tendenzialmente meno che vivere in Italia, ma ormai non è difficile nemmeno spendere quanto si spende in Italia. Gli affitti e il costo della vita, infine, variano da città a città, e negli ultimi anni sono enormemente aumentati soprattutto nella capitale Pechino. È quindi molto importante essere consapevoli di quali e quante sono le spese da sostenere.
Le immagini e i ricordi più nitidi e divertenti legati alla Cina?
Le conversazioni e al contempo le incomprensioni con i tassisti e con i camerieri. I divertimenti e gli sfinimenti per contrattare gli acquisti. Girovagare da sola per strade e stradine sconosciute, per poi magari perdermi e ritrovare la retta via. Gli odori e i sapori dei cibi visti e mangiati per strada. L’evidente contrasto tra ricchezza e povertà. I culetti scoperti dei bambini e gli anziani nei parchi che fanno ginnastica.
Secondo Marco Ferrarese la Cina è materialista, nazionalista e razzista. Secondo Alessandra Colarizi è mastodontica, polverosa e in continuo mutamento. Secondo Furio è ammaliante, competitiva e contraddittoria. Tu, Tatiana, ce la faresti a riassumere la Cina di oggi in 3 aggettivi?
Ci provo. CONTRADDITTORIA: in Cina si trova ormai tutto e il contrario di tutto. Nel bene e nel male. FRENETICA: un Paese in continuo movimento, in rapidissima crescita e mutazione, con ritmi di vita, soprattutto nelle metropoli, spesso insostenibili. Se si vuole restare in piedi e al passo con questa frenesia, occorre muoversi e pedalare, un po’ come su una bicicletta. Se ci si ferma, si cade. Si tratta di un esercizio arduo ma stimolante: trovare il proprio posto in questa realtà infinita. INFINITA: non da un punto di vista geografico (per quanto sia immensa) ma per tutto ciò che offre, per le continue cose che si possono scoprire e apprendere. Per il misterioso fascino in parte mostrato e in parte celato.
C’è chi dice che in una generazione la Cina vedrà la Democrazia, cosa ne pensi?
Sono un po’ scettica al riguardo, ma nemmeno mi sento di escludere categoricamente tale ipotesi. Se da un lato è vero che la storia, la natura e la struttura dell’attuale sistema politico cinese non sembrino particolarmente adatte e pronte per un pieno sviluppo democratico (per come lo intendiamo noi occidentali), dall’altro è pur vero che negli ultimi anni si sta sviluppando una maggiore consapevolezza e presa di coscienza sociale da parte della popolazione. Internet – e con esso il sistema di informazione in genere, la quale evoluzione cerco di seguire costantemente – gioca un ruolo chiave in tutto ciò. Non a caso le autorità investono molte risorse al fine di controllarlo (si vedano le ultime leggi restrittive in merito che arrivano a prevedere il carcere in alcuni casi). La consapevolezza è tuttavia parziale, vuoi per questioni considerate più impellenti e concrete (ricerca di lavoro, soldi, benessere e potere), vuoi per effettivo disinteresse e indifferenza all’argomento. Il dibattito sulla democrazia sicuramente non riguarda né appassiona tutti: se in futuro la “parte consapevole” aumenterà e deciderà in qualche modo di agire, staremo a vedere. Attualmente è in corso un eterno tira e molla tra il governo cinese e la popolazione, la ricerca di un equilibrio stabile per riuscire a trovare il compromesso migliore; da un lato si fanno alcune concessioni e aperture alla popolazione, dall’altro si sta attenti a non perdere il controllo e il consenso della popolazione stessa per non correre il rischio che il sistema possa implodere. In definitiva, a mio parere dipende da vari fattori, dalle decisioni politiche e dagli eventi dei prossimi anni.
Grazie per averci raccontato la tua esperienza in Cina e per aver condiviso le tue impressioni su questo paese. Chiudiamo guardando al futuro. Tu dove sarai tra 10 anni?
Bella domanda. Posso dirti cosa mi auguro: di essere una persona felice insieme alle persone a me più care e di continuare a fare ciò che più mi piace, sempre spostandomi tra l’Italia e la Cina. Unire passione e lavoro è una delle fortune più grandi, a mio parere. Non mi dispiacerebbe, quindi, far diventare la mia passione per i viaggi, per il cinese e per la traduzione un vero e proprio lavoro; a dire il vero a questo sto già lavorando, magari risentiamoci tra una decina di anni e saprò dirti se i miei progetti-sogni saranno diventati realtà!
Grazie mille, Tatiana. Ciao!
Grazie a te, Alessio. Ciao!