Se ne va a 102 anni il mitico Vo Nguyen Giap, braccio destro di Ho Chi Minh. Guidò l’Esercito Popolare del Vietnam contro gli eserciti di Francia, Stati Uniti e Vietnam del Sud
(Asiablog.it) – È morto oggi il Generale Vo Nguyen Giap, uno dei grandi eroi del Ventesimo secolo. Era l’ultimo superstite di quel gruppo di leader rivoluzionari vietnamiti che ha combattuto le forze coloniali francesi e poi quelle neocoloniali statunitensi fino a liberare e riunificare il paese, nel 1975. Con il leader comunista vietnamita Ho Chi Minh, che morì nel 1969, e l’ex primo ministro Pham Van Dong, scomparso nel 2000, il generale Giap fu letteralmente venerato in patria come uno dei padri fondatori del moderno Vietnam. Per gli studiosi militari di tutto il mondo, è stato uno dei principali condottieri della guerriglia rivoluzionaria del Ventesimo secolo.
GUERRA DI POPOLO – Da una banda di soli 34 uomini nascosti nelle foreste nel nord del Vietnam, nel dicembre del 1944, il generale Giap costruì l’unità di combattimento che è poi diventata il temibile Esercito Popolare del Vietnam. All’inizio, l’intera fornitura di armi consisteva di due rivoltelle, una mitragliatrice leggera e 17 fucili, alcuni dei quali risalenti alla guerra russo-giapponese del 1904-1905. Solo 34 uomini, ma forti di un giuramento solenne: combattere fino alla morte per un Vietnam indipendente da ogni dominio straniero. Nell’agosto del 1945, quando la resa del Giappone schiantato dalle bombe atomiche pose fine alla Seconda Guerra Mondiale, i guerriglieri erano già diventati un esercito di 5.000 uomini, dotato di armi statunitensi fornite dal US Office of Strategic Services, il precursore della CIA, da usare contro i giapponesi che avevano occupato la colonia francese del Vietnam. Partiti i giapponesi, tornarono i francesi, in un tentativo anti-storico di restaurare il giogo coloniale. Ma ora i “nativi” avevano una leadership, un’ideologia e una strategia che, per tre decenni, guidò la battaglia contro nemici meglio forniti, meglio attrezzati, e meglio nutriti. La guerra fu di popolo, con Giap e Ho Chi Minh che coinvolsero nello sforzo di liberazione nazionale gran parte della popolazione civile. I contadini imbracciarono le armi. Le contadine trasportavano fucili, munizioni e cibo ai guerriglieri nascosti nella giungla. I bambini passavano informazioni su movimenti di truppe nemiche che attraversavano i loro villaggi. Gli uomini, le donne e i bambini di Giap combatterono in ogni modo: raid di guerriglia, sabotaggio, spionaggio, terrorismo, omicidi, agguati, e il regolare campo di battaglia.
“Tutti i cittadini sono soldati. Tutti i villaggi sono fortezze, e il nostro intero paese è un vasto campo di battaglia dove il nemico è assediato, attaccato e sconfitto.”
DIEN BIEN PHU – Così facendo, tra sacrifici immensi, nel 1954 l’esercito popolare di Giap ha posto fine ad oltre 70 anni di dominio coloniale francese in Indocina. I vietnamiti hanno conquistato la libertà infliggendo ai francesi una sconfitta umiliante dopo un assedio finale di 55 giorni all’avamposto montano di Dien Bien Phu, nel nord del paese, non lontano dal confine laotiano. Fu “un tipico successo della strategia militare rivoluzionaria marxista-leninista, applicata alla concreta realtà della guerra rivoluzionaria vietnamita,” scriverà Giap in Guerra del Popolo, Esercito del Popolo. Quella vittoria fu davvero eccezionale e, per milioni di vietnamiti, fu molto più che una semplice vittoria militare. Fu un trionfo epico, morale e psicologico contro un oppressore coloniale crudele, e per questo odiato intensamente.
“E’ stata la prima grande disfatta dell’Occidente. Dien Bien Phu fece vacillare le fondamenta del colonialismo e spinse i popoli a lottare per la loro libertà. Fu l’inizio della civilizzazione internazionale,” disse Giap qualche anno dopo.
Giap divenne il primo generale a sconfiggere una forza occidentale in Asia e segnò la fine, disastrosa, del colonialismo europeo nel mondo. Con quel trionfo di tattica militare, cuore, e sangue, Giap ha mostrato al paese e al mondo intero che la tecnologia e l’arroganza coloniale europea poteva essere abbattuta persino da un popolo contadino ridotto alla fame. Giap si era guadagnato lo status di leggenda nazionale e mondiale.
“Sotto la direzione del nostro Partito, con il Presidente Ho Chi Minh alla sua testa, abbiamo dato vita a questa grande verità della storia: un popolo colonizzato, debole ma unito nella lotta, che si leva per difendere con determinazione la sua indipendenza e la pace, é del tutto in grado di vincere le forze aggressive di una potenza imperialista.
Così Dien Bien Phu é stata non solo una vittoria per il nostro popolo, bensì anche una vittoria per tutti i popoli deboli che sono in lotta per liberarsi dal giogo degli imperialisti e dei colonialisti. Questo é il suo significato più profondo. E questo giorno, che é diventato un giorno di festa per tutto il popolo vietnamita, e un giorno di festa anche per i popoli dei paesi fratelli, per i popoli che hanno appena riconquistato la loro indipendenza o ancora combattono per la loro liberazione.
Dien Bien Phu é entrata per sempre negli annali della lotta per la liberazione del nostro popolo e dei popoli deboli del mondo. La storia l’annovererà come uno degli avvenimenti cruciali del profondo movimento dei popoli dell’Asia, dell’Africa e dell’America del Sud in lotta per ottenere la libertà e per divenire quindi padroni dei loro paesi e del loro destino.
L’unità nella lotta sotto la direzione del nostro Partito é stata la via che ha guidato il nostro popolo alla vittoria di Dien Bien Phu. Sicuramente ci guiderà a nuove vittorie ancora più grandi nell’edificazione del socialismo nel Nord Vietnam e nella lotta con ogni mezzo pacifico per la riunificazione del paese.” (Vo Nguyen Giap, Guerra di Popolo, Esercito di Popolo)
LIBERAZIONE – Nel 1968, Giap pianificò la celebre Offensiva del Tet, che risultò determinante per le sorti della Guerra Americana (quella che noi occidentali chiamiamo Guerra del Vietnam) per via del suo forte impatto su mass media e opinione pubblica occidentale. Pochi anni dopo, il 30 aprile 1975, come era inevitabile, è arrivata la Liberazione di Saigon, capitale del Vietnam del Sud, lo stato fantoccio di Washington. La conclusione di questa guerra fratricida – voluta, sostenuta, e prolungata testardamente dagli americani – completò la liberazione del Vietnam, che questa volta passò dall’umiliazione della superpotenza mondiale. Ma Giap questo trionfo lo osservò a bordo campo. Tre anni prima, in una lotta di potere interna, era stato sostituito come comandante in campo delle forze armate che lui stesso aveva creato. Tuttavia, 25 anni dopo, egli ricordò così la caduta di Saigon:
“Fu il momento più felice della mia vita. Il mio sogno di sempre, vedere un Vietnam libero e unificato, si era realizzato.”
Con la cattura di Saigon, il Vietnam fu riunito sotto un’unica autorità governativa per la prima volta dalla sua partizione tra Nord e Sud nel 1954. Giap divenne Ministro della Difesa e membro del potente Politburo.
Vo Nguyen Giap, marxista-leninista ortodosso, fece politica ma rimase sempre Il Generale, l’eroe di Dien Bien Phu. Si dice che in tre decenni di battaglie abbia perso un milione di soldati (si stima le vittime civili della guerra francese e americana siano altri due milioni) ma descrisse sempre questo sacrificio come necessario. Quasi come un dettaglio.
“Ogni minuto centinaia di migliaia di persone muoiono nel mondo. La vita o la morte di cento, mille o decine di migliaia si esseri umani, anche se sono nostri compatrioti, rappresenta veramente poco.”
Queste le parole di Giap riportate dallo scrittore francese Bernard B. Fall, che vanno lette insieme al celebre motto di Ho Chi Minh, che ancora oggi campeggia in molti edifici pubblici vietnamiti:
“Non c’è nulla di più prezioso dell’Indipendenza e della Libertà.”
Con Vo Nguyen Giap se ne va un pezzo del Novecento, un secolo che forse non possiamo più capire.
Fonte immagine: Time
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