Un racconto che H.G. Wells ha scritto nel 1904, un racconto che parte da qualcosa di inverosimile, come gran parte degli scritti di Wells, ma che si trasforma in reale e simbolico.
Una quarantina di pagine che scorrono veloci, anche a leggerle lentamente, grazie alla perizia tecnica di montaggio delle immagini. Immagini folgoranti che restano impresse nella mente, un inno alla libertà ed una critica al totalitarismo.
“Molti e molti anni fa, la vallata era in comunicazione con il resto del mondo, almeno quel tanto che avrebbe potuto consentire agli uomini di raggiungerne, per gole spaventose e oltre valichi ghiacciati, i prati temperati; ed infatti alcuni vi giunsero, una famiglia, o giù di li, di meticci peruviani che fuggivano l’oppressione e l’ingordigia di un malvagio governante spagnolo. Poi ci fu la sbalorditiva eruzione del Mindobamba, quando Quito rimase immersa nelle tenebre per diciassette giorni, e a Yaguachi le acque bollirono, facendo venire a galla i pesci morti fino a Guayaquil. Ovunque, sul versante del Pacifico, ci furono frane sui pendii, repentini disgeli, improvvise inondazioni, ed un intero fianco della vecchia cima dell’Arauca slittò e venne giù con rumore di tuono, chiudendo per sempre l’accesso del paese dei ciechi all’intraprendente piede dell’uomo.” (Herbert George Wells – II paese dei ciechi, free PDF bilingual)
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