Ho passato gran parte della mia prima infanzia con una nonna che era raccoglitrice di funghi. Non andava a cercare funghi, anche se prima della partenza diceva: “Vò a funghi”.
Si incamminava solitaria verso i castagneti e le faggete e si dirigeva sicura verso le “sue fungaie”. Mai vista tornare a mani vuote.
Ero troppo piccolo per poterla seguire sulle pendici del Falterona ma, come ho capito dopo, non avrebbe acconsentito comunque. Tornava sempre con molti funghi porcini ed a volte qualche ovulo. La prozia, invece, mi portava sempre con sé. Ma raccoglieva sempre solo porcini od ovuli, lo stesso comportamento nel raccogliere funghi lo ritrovavo in mia madre.
Così, che fossero freschi, secchi o sottolio, fino all’adolescenza ho creduto che gli unici funghi commestibili fossero: porcini e ovuli.
Settembre è mese “da funghi” anche in Thailandia. Ed allora andiamo a funghi.
Si parte col buio per essere i primi in zona allo spuntare del sole, come da noi.
La prima cosa che scopri è che qualcuno ti ha comunque preceduto ed ha passato la notte a cercare funghi aiutandosi con torce elettriche.
Non siamo in montagna ma in una zona di pianura che, dopo risaie e campi di tapioca, è coperta da una fitta vegetazione tropicale che arriva sino ai piedi delle vicine montagne per formare un’unica foresta che poi non è altro che il Parco nazionale di Ramkhamhaeng in Provincia di Sukhothai. Ho già fatto passeggiate (anche se li chiamano: trekking) in sentieri nella giungla, sentieri più o meno segnati ma comunque sentieri . Qui non è la medesima cosa, poi si sa, i funghi non si trovano sul sentiero.
La giungla thailandese a differenza di una foresta italiana non ha l’aspetto molto invitante.
Oltre al caldo, sei coperto da capo a piedi per difenderti dagli insetti, sai benissimo che in questa zona le tigri sono estinte. Ma i serpenti, mica sono estinti.
Sia come sia ci si apre a ventaglio e si parte alla ricerca. Ogni tanto ci si dà la voce per mantenere la direzione. Io non conosco i funghi italiani , figuriamoci i funghi thailandesi e così vado a zonzo col solo scopo di individuare un fungo qualsiasi.
E sono stato il primo a vederne, non il desiderato het còn (เห็ดโคน) ma comunque commestibili, het kradaang (เห็ดกระด้าง).
Poi mi sono scontrato con altri funghi non commestibili e con un bambù spinoso che mi ha tranciato i vecchi pantaloni.
La ricerca è proseguita nella giungla, tra alvei secchi che portavano a stagni quasi asciutti, altri funghi commestibili e il famosissimo ganoderna lucidum (เห็ดนางกวัก – het nagkwank) che io conoscevo ma che agli altri, quando l’hanno visto, ha suscitato una risata di scherno. Invece è un fungo (ho imparato a conoscerlo in Thailandia) molto utilizzato nella medicina cinese.
Dopo una breve sosta per mangiare, si riparte. La giungla non è cambiata ma ora ho maggior confidenza e sicurezza, il caldo non mi ha mai dato fastidio, insomma tutto bene. La ricerca continua tra alberi e bambù e arbusti.
Poi, finalmente troviamo i tanto desiderati het còn (เห็ดโคน). Una piccola fungaia appena visibile tra le foglie, i funghi sono nuovi e non completamente sviluppati, buona parte del fungo è sottoterra.
Si riparte, tra foglie secche talmente grandi che potrebbero nascondere un uomo, figurarsi un fungo o un serpente, poi ti rilassi un attimo, passi troppo vicino ad un nido di vespe o calabroni (non ho chiesto), un attimo ed ero
circondato da insetti nervosi che mi urtavano ogni dove. Erano anni che non fuggivo il più veloce possibile. Due punture al ginocchio, colpa dei pantaloni strappati, una puntura all’anulare della mano destra, usata per allontanarli dalla faccia. Immediato dolore ed immediato utilizzo di un unguento thai “miracoloso” che avevo nello zaino. La giornata era comunque finita, era quasi mezzogiorno. Ci siamo riuniti, dandoci la voce tra gli alberi e ci siamo incamminati verso il pickup per tornare a casa.
Passando per il vicino paese qualche curioso ha voluto vedere il raccolto, poi è iniziato a piovere.
A distanza di un giorno avevo ancora le parti punte gonfie, un certo prurito e delle pastiglie di antistaminici da prendere tre volte al giorno.
Comunque a cena: penne, funghi e panna.
Funghi che, più che raccolto, ho mangiato in Thailandia (clik per ingrandire la foto):
เห็ดเผาะ (het phò) Astraeus Hygrometricus è un fungo della famiglia Lycoperdaceae, in alcuni casi esemplari asiatici sono stati identificati come nuove specie: A. Asiaticus e A. Odoratus. Gli esemplari giovani di A. Hygrometricus hanno più o meno forma sferica ma, quando il corpo fruttifero matura, lo strato di tessuto esterno si rompe aprendosi a stella. Viene raccolto nella parte settentrionale e nord-est della Thailandia dove ogni anno, durante la stagione secca, ampie zone di foresta vengono date alle fiamme dai contadini thailandesi per aumentare la resa di questo fungo, il fatto che la raccolta avvenga in aree non facilmente praticabili lo rende relativamente costoso. Si aggiunga il fatto che la raccolta deve essere effettuata prima della piena maturazione del fungo che, da maturo, è più duro e legnoso.
เห็ดโคน (het còn) Termitomyces fuliginosus è uno fungho della famiglia Termitophilae. Ci sono circa 30 specie di Termitomyces e, come il nome suggerisce, queste specie vivono in simbiosi con una sottofamiglia di termiti. I funghi sono fonte di cibo per le termiti e gli escrementi delle termiti sono il terreno ideale per la crescita dei Termitomyces. Della famiglia fa parte il più grande fungo del mondo il Termitomyces titanicus dell’Africa occidentale, il cui cappello può raggiunge 1 metro di diametro. In Thailandia è molto popolare e costoso perché cresce nella giungla solo attorno a settembre/ottobre e quindi può essere mangiato solo in quel periodo dell’anno.
เห็ดฟาง (het faang) – Volvariella volvacea, conosciuto in inglese come straw mushroom (fungo di paglia) o paddy straw mushroom (fungo di paglia di riso), è una specie di fungo commestibile nativo del Sud-Est asiatico e ampiamente utilizzato nella cucina asiatica.
Abbastanza raro in natura, nasce spontaneo nella paglia del riso accumulata dopo la battitura (ma anche coltivati su letti di paglia di riso) e raccolto immaturo
เห็ดระโงกเหลือง (het ra ngok hiluang) – Amanita Lanei (o Amanita calyptrata o Amanita calyptroderma), è un fungo commestibile del genere Amanita che i cercatori esperti consigliano di raccogliere con estrema cautela poiché può essere confuso con altre specie del genere Amanita, genere che comprende alcuni dei funghi più letali al mondo.
เห็ดตับเต่า (het tabtau) – Boletus o boleto (probabilmente Thaeogyroporus Porentosus), fungo della famiglia del “Porcino” che poi è il nome comunemente attribuito ad alcune specie di funghi con caratteristiche morfologiche ed organolettiche vagamente simili. Li ho casualmente trovati al mercato dei Muser (sulla strada per Mae Sot), erano non freschissimi, consistenza più legnosa dei comuni porcini, comunque ottimi per condire un piatto di pasta.
เห็ดขมิ้น (het khmin) – Craterellus aureus Berk. Et Curt. (sinonimi Trombetta aurea e Cantharellus aureus). Chiamato fungo Curcuma probabilmente per il colore, le donne della mia infanzia li chiamavano cantarelli e non li raccoglievano.
เห็ดข่า (het kaa), una specie del Lactarius piperatus, sono funghi caratterizzati dal fatto che emanano un liquido lattiginoso. Nelle sue diverse tipologie è ampiamente diffuso in tutti i continenti. In inglese e’ noto col nome di peppery milk-cap mentre in Italia il genere e’ chiamato russola.
เห็ดกระด้าง (het kradaang), una specie di Lentinus polychrous, fungo che viene spesso trascurato perché la polpa è a volte coriacea.
Per sapere qualcosa in più su เห็ดนางกวัก (het naangkwak) o Fungo dei mille anni vi toccherà leggere, se già non lo avete fatto, questo post.
Per ora questo è tutto gente.
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io mi sto documentando per i funghi nelle filippine…penso siano gli stessi…