In un mondo dove la paura sta diventando sempre più uno strumento di controllo, la guerra fa notizia e i media si gettano come falchi sulle crisi in corso, meglio se sanguinose. Pochi mesi fa la Corea del Nord era sulla bocca di tutti, quasi artefice del destino del pianeta, ma oggi forse pochi saprebbero ricordare il nome della capitale nordcoreana. Eppure il mondo non si ferma quando il televisore si spegne, e nella penisola coreana sono in corso importanti trattative diplomatiche.
Che la recente crisi causata dalla Corea del Nord fosse legata a questioni dinastiche e lotte di potere interne, sembra oggi trovare conferme. Il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo ha infatti recentemente riportato la notizia che il regime nordcoreano avrebbe rivisto le dieci regole che regolano la successione del capo di stato. Il fatto che sia la prima volta che tali regole vengano riscritte dopo il 1974, ossia quando Kim Jong-Il venne dichiarato successore di Kim Il-Sung, fa supporre che l’attuale leader sia uscito vincitore e possa oggi rafforzare il suo potere.
Nel nuovo testo c’è la condanna della divisione in fazioni del partito, del regionalismo e anche, sebbene possa sembrare paradossale, del familismo. Inoltre è stato tolto ogni accenno al comunismo ed al socialismo, facendo ideologia di riferimento esclusivamente quella dello Juche, elaborata da Kim Il-sung. È stato poi inserito un chiaro ammonimento rivolto contro la penetrazione della borghesia straniera, compresa quella cinese. Le nuove regole sancirebbero quindi un maggior accentramento dei poteri nella figura di Kim Jong-Un, ed una dottrina politica sempre più caratterizzata in senso esclusivamente nordcoreano.
Proprio la Cina in questi mesi è stata attivissima nel promuovere le richieste nordcoreane di riaprire i negoziati sui test nucleari di Pyongyang, tema affontrato anche nell’incontro di Giugno tra Barack Obama e Xi Jinping. Tuttavia la Cina critica il fatto che gli USA richiedano alla Corea del Nord delle condizioni preliminari prima di avviare i negoziati, posizione, questa, che Pechino ritiene lesiva della sovranità nazionale nordcoreana. Gli incontri incrociati tra i diplomatici si stanno susseguendo numerosi, segno della volontà di giungere ad una soluzione, così come sembra esserci un’apertura al dialogo tra le due coree.
Le annuali esercitazioni navali tra Corea del Sud e Stati Uniti, tenutesi nei mesi scorsi, non hanno infatti sollevato le usuali proteste di Pyongyang, ma solo una breve nota critica affidata al “Comitato per la Riunificazione Pacifica della Corea”. I diplomatici dei due paesi si sono inoltre accordati sulla tenuta di un incontro, il 19 settembre nella cittadina di frontiera di Panmunjom, per ripristinare la possibilità che le famiglie di coreani, divise a seguito della guerra del 1950-53, possano tornare ad incontrarsi, come avvenuto fino al 2010 nella zona del Monte Kumgang. Ma soprattutto nordcoreani e sudcoreani hanno trovato un accordo relativo alla riapertura del distretto industriale di Kaesong, dove circa centoventi compagnie sudcoreane impiegavano fino a cinquantamila lavoratori nordcoreani, con un guadagno per la Corea del Nord stimabile in più di ottanta milioni di dollari ogni anno.
Va tuttavia segnalato come organi di stampa americani, vicini allo stesso istituto ideatore del MENA (Democracy Fellows Program), ossia di un programma destinato alla “transizione democratica” in Egitto e Tunisia, nonché alla creazione in questi paesi di legami più stretti con gli Stati Uniti, abbiamo ricordato come in Nordcorea manchi il rispetto dei diritti umani, arrivando a dichiarare che nelle prigioni di stato nordcoreane sarebbe in corso un vero e proprio genocidio. Il che ci fa tornare alle questioni poste dalla Cina: in particolare viene da chiedersi se la democrazia debba essere un requisito preliminare per intavolare trattative diplomatiche con un paese, oppure un traguardo da raggiungere passo dopo passo, magari attraverso la cooperazione. Questione non certo semplice ed alla quale non è facile trovare una risposta.
Immagine tratta da http://sathiyam.tv
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