Capita di vivere nella “tua città” e di vederla come una città qualunque, uguale ad altre se non addirittura inferiore. Si sfiorano i suoi muri e si desidera accarezzare altre vie, l’abitudine diviene una prigione, i desideri insoddisfatti sue colpe e così si va in capo al mondo.
Capita che si vada, in capo al mondo, alla ricerca di libertà e novità, di tesori di pietra o di sole e di mare, in luoghi definiti esotici per ottenere, alla fine, un amore momentaneo come tutti gli innamoramenti fatti di sogni ed illusioni, principesse addormentate e principi azzurri.
Io sono stato anche a Ravenna,
E’ una città piccola e morta,
che ha molte chiese e rovine
di cui parlano i libri.
(H.Hesse, Ravenna)
Io sono nato in questa città piccola e morta, in questa città che ha molte chiese e rovine, tanti fiumi scomparsi ed un disperso mare.
Io sono nato in questa città di scirocco, nebbia, paradossi e solitaria pianura.
Questa città dalle poche torri e dalle molte paludi.
Questa città dove le case, le strade, i giardini segreti, i tesori dell’umanità sussurrano, in una lingua antica, storie inenarrabili.
Questa città che dimentica ma non aiuta a dimenticare, che ha perso la memoria del suo stesso nome e dove gli uomini perdono la propria ombra.
Difficile trovare le parole per farvi vedere il vento, il vento che con la sua forza dirada la foschia e ti ritrovi davanti l’imponente semplicità di San Vitale, la leggera solidità del Mausoleo di Teodorico, la minuscola grandiosità di Galla Placidia.
Difficile trovare le parole per farvi sprofondare nel profumo che la marea strappa alle strade, ai muri, alle ossa, all’anima.
Difficile trovare le parole per farvi attraversare ponti scomparsi che scavalcavano fiumi impietosi e farvi vedere, ben al di sopra della vostra testa, la lapide che segna il punto fin dove arrivò l’acqua del diluvio universale che cadde sulla città per annegare gli Accoltellatori.
Difficile trovare le parole per farvi udire l’eco del canto della fatica che i costruttori di argini hanno lasciato nell’aria del mattino e farvi ascoltare la canzone per la luna che le rane cantano ogni notte.
Ma, se avrete abbastanza pietà, sentirete il lamento dei francesi caduti nella Battaglia.
Cader si vede e far la terra rossa, la gente d’arme in amendua le bande…e che Ravenna saccheggiata resta. (Ludovico Ariosto, Orlando furioso canto XXXIII)
E se siete abbastanza innamorati riuscirete a vedere Lord Innamorato Byron che attraversa la notte per raggiungere al più presto Teresa.
She walks in beauty, like the night. (G.C.Byron, Opere scelte)
Difficile trovare le parole per farvi sognare Dante che sogna Beatrice.
Io sono innamorato di questa città piccola e morta; mi scuserete, quindi, se visitando la mia città non vedrete mantenute le mie promesse.
Ravenna sta come stata è molti anni; l’aquila da Polenta la si cova.
(Dante Alighieri, Inferno canto XXVII)
Forse troverete solo molte chiese e rovine, come in tante altre città del mondo e non vedrete: … una città capovolta, dove tutte le forme di vita si presentano alla rovescia: dove i muri cadono e le acque stanno, le torri scorrono giù e le navi si piantano fisse… (Sidonio Apollinare, VI sec. d.C.)
Ognuno vede solo quel che vuol vedere e gli innamorati, si sa, mentono e se non vedono quel che vogliono allora se lo immaginano.
D’altra parte, come altri di qui, ho perso la mia ombra e coloro che perdono la propria ombra sono destinati, per il resto della loro vita, a mentire…anche a se stessi.
“Le donne di Ravenna baciano
con strana e profonda dedizione.
E loro della vita altro non sanno
se non che tutti dobbiamo morire.”
(H.Hesse, Ravenna)
Le luci e le ombre che si confondono nella nebbia, come si confondono i sentimenti nella foschia dell’incomprensione, fanno sì che a volte vediamo solo quel che vogliamo vedere e per lungo tempo ci esercitiamo ad accentuare un particolare a scapito dell’immagine complessiva o viceversa l’immagine complessiva per evitare il dubbio particolare.
Così accade che quel che c’era da dire o da sentire non viene detto e non viene ascoltato e quel che c’è da vedere non viene visto.
Forse l’importante sarebbe riuscire a riappropriarsi di quei valori che chiamiamo: rispetto, comprensione, carità; sempre più diluiti dall’indifferenza, dall’egoismo del mondo attuale.
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