“Il viaggio è anzitutto un ritorno e insegna ad abitare più liberamente, più poeticamente la propria casa.” (L’infinito viaggiare – Claudio Magris, Ed. Mondadori)
Il precedente post sui libri di viaggio si chiudeva con un brano tratto da L’infinito viaggiare di Claudio Magris, questo, ugualmente, si apre con una affermazione di Magris che, a mio modo di vedere, riassume l’idea di come si viaggia solo per tornare. A ben vedere l’unica tesi difendibile, tra quelle che avevo esposto, anche se come afferma Andrej Tarkovskij: “L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire”.
Che i libri di viaggio non esistessero, per me, come categoria specifica l’ho scritto nel precedente post, ma devo ammettere di quanto questa mia visione sia incompatibile col mondo dei lettori, degli scrittori e dell’editoria. Diciamo che non li gradisco particolarmente. Per chi volesse comunque continuare a discutere della questione legga qui.
L’altro vicolo cieco in cui mi sono cacciato (cosa che capita quando si viaggia in luoghi ignoti e sempre per il mio non aver mai comprato consciamente libri di viaggio) si traduce nell’impossibilità di fare una lista finita di un qualcosa che non esiste.
Inserire, come ho fatto, tra i libri di viaggio L’Odissea di Omero ed ora aggiungo Viaggio al termine della notte di Céline, può apparire assurdo e quindi per togliermi dall’imbarazzo non mi resta che proporre qualche altro libro forse più attinente e lasciare a chi ama leggere “libri” il giudicare se siano o meno “di viaggio” e la scelta se leggerli o meno.
Non posso però esimermi dal ricordare l’esistenza de Il Milione di Marco Polo e de I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift che credo si possano considerare i capostipiti del libro di viaggio moderno. Il viaggio come avventura, resoconto a volte non credibile di un mondo sconosciuto ma anche rappresentazione metaforica di quel che ci circonda.
E, sulla scia dei remake cinematografici, Il giro del mondo in 80 giorni di Jean Cocteau, dove l’autore ripete, a cento anni di distanza, il viaggio raccontato da Jules Verne.
Neppure posso dimenticare di citare, per puro campanilismo, Viaggi africani di Pellegrino Matteucci di Cesari Cesare, le avventure di un dimenticato esploratore e geografo che fu il primo europeo ad attraversare per intero il continente africano a nord dell’equatore, dall’Egitto al golfo di Guinea.
Ho scritto: dimenticato, come dimenticati saranno probabilmente molti dei libri di viaggio scritti oggi e presenti negli scaffali delle librerie.
L’avventura del viaggio non come (banale ed inutile) fuga dalla indesiderata realtà quotidiana ma come scoperta, indagine e riflessione. Forse questa è la sottile differenza tra le motivazioni che spingono a scrivere un libro e ne determinano anche il successo, forse.
Il grande viaggio in slitta di Knud Rasmussen è l’ultimo libro di viaggio che ho letto, il regalo di un caro amico che ama il nord del mondo. Di sicuro un viaggio rinfrescante (oltre che interessante) per chi vive a calde latitudini.
Nel leggerlo mi sono posto il problema, non nuovo, di come una cultura particolarmente influenzata dall’ambiente in cui vive sia comprensibile ad un’altra cultura a sua volta particolarmente influenzata da un ambiente opposto. Un abitante del deserto del Sahara potrà percepire una vita nel ghiaccio o viceversa un esquimese potrà mai immaginare appieno una vita sotto un sole a picco solo leggendo le pagine di un libro ?
Segnalo la collana Humboldt della Quodlibet che presenta in catalogo libri composti da osservazioni ed analisi di viaggio ed un attento portfolio fotografico.
Avventure in Africa di Gianni Celati – Ed. Feltrinelli, gli appunti di un autore curioso ed introspettivo che non risparmia neppure se stesso “ricco turista a gironzoloni” tra le molteplici contraddizioni del continente africano.
Un’ombra ben presto sarai di Osvaldo Soriano – Ed. Einaudi. Un libro onirico e coinvolgente, un faticoso viaggio circolare nella sconfinata pampa argentina, senza segnali ed indicazioni, con compagni di viaggio improbabili e molta speranza, forse: solo un viaggio della speranza.
Qui mi fermo, le assenze saranno sempre di molto superiori alle presenze, ma soprattutto per manifesta incapacità nel riuscire a separare i viaggi reali da quelli della fantasia. Tutte difficoltà scontate in partenza.
Faccio solo presente, ad esempio, che non cito volutamente Tiziano Terzani (di cui ho letto a sbafo tutti i libri comprati da mio figlio) per il semplice motivo che in Asiablog.it già trovate precedenti segnalazioni fatte da Alessio.
Ci sono solo due autori che intendo ancora segnalare tra i libri di viaggio ma che, per diversi motivi, rinvio a prossimi post.
In un luogo dove non ho mai
viaggiato, gioiosamente oltre
ogni esperienza, i tuoi occhi
hanno il loro silenzio:
nel tuo fragile gesto
ci cono cose che mi includono,
o che io non posso toccare
perché sono troppo vicine
(In un luogo dove non ho mai viaggiato – E.E. Cummings – Ed. Acquaviva)
- Fotografia come esclamazione di vitalità - 19/08/2016
- La Thailandia, la zucca e… il peperoncino - 11/08/2016
- Hiroshima, la bomba di Dio - 06/08/2016
A me è piaciuto molto il racconto di viaggio in Marocco di De Amicis, descrizioni stupende!! Ho trovato un’edizione con i nomi attuali delle città e mappa interattiva… http://goo.gl/8jIEJ6
Abbandonai De Amicis a “Cuore” … grazie per avermelo fatto riscoprire