Il presidente uscente del paese con la più rapida crescita economica al mondo è stato rieletto al primo turno col 50,23 per cento dei voti.
Di Alessio Fratticcioli
BANGKOK (Asiablog) – Alle elezioni di mercoledì 26 giugno il presidente uscente della Mongolia, Elbegdorj Tsakhia, esponente del Partito Democratico al governo, è stato rieletto per un secondo mandato con la maggioranza assoluta dei voti (50,23%). La campagna elettorale è stato incentrata sulla lotta contro la disuguaglianza e per una più equa redistribuzione delle eccezionali risorse minerarie nazionali. Il principale rivale del Presidente, il campione di wrestling Badmaanyambuu Bat-Erdene, membro del Partito Popolare Mongolo (MPP), è arrivato secondo con il 41,97% dei voti. La terza candidata, Udval Natsug, medico di professione, ministro della Sanità e prima donna ad avere una qualche possibilità di successo nelle presidenziali mongole, ha ottenuto un magro 6.5% delle preferenze.
CHI E’ TSAKHIA ELBEGDORJ – Tsakhia Elbegdorj, 50 anni, che ha vinto così un altro mandato di quattro anni, è uno dei maggiori esponenti della rivoluzione democratica della Mongolia del 1990. L’introduzione di un sistema multipartitico e dell’economia di mercato mise fine pacificamente alla Repubblica Popolare Mongola, il secondo esperimento ‘comunista’ nella storia dell’umanità, nata in seguito all’invasione dell’Armata Rossa all’inizio degli anni Venti del Novecento. Elbegdorj ha studiato all estero (prima in Unione Sovietica e poi ad Harvard, negli Stati Uniti), ha fatto il giornalista, ha fondato il primo giornale indipendente del Paese, è stato per quattro volte parlamentare e per due volte Primo Ministro. Da politico si è impegnato per far approvare una nuova legge sulla libertà di stampa, ha cercato di sradicare la piaga della corruzione, e si è opposto con forza alla pena di morte, utilizzando sistematicamente la prerogativa presidenziale di perdonare i condannati alla pena capitale e battendosi a favore di una moratoria.
IL PAESE DELLE STEPPE – La Mongolia è grande cinque volte l’Italia ma ha una popolazione venti volte inferiore (3 milioni di abitanti). L’ex repubblica di stampo sovietico utilizza oggi un sistema parlamentare unicamerale nel quale il Presidente, eletto direttamente dal corpo elettorale, ha un ruolo non solo simbolico. Il Presidente ha la facoltà di dare direttive al Primo Ministro, che attualmente è Norovyn Altankhuyag, 55 anni, anche lui del Partito Democratico. Il Presidente può anche bloccare le leggi votate dal Grande Hural, il parlamento mongolo. I parlamentari possono poi rovesciare il veto presidenziale solamente con un voto a maggioranza dei due terzi. Il Paese dell’Asia Centrale, situato strategicamente tra la Russia e la Cina, è interessato da una velocissima crescita economica basata soprattutto sullo sfruttamento delle sue immense risorse naturali, motore della spettacolare crescita economica degli ultimi anni. Il boom degli ultimi anni è stato segnato tuttavia da gravi disuguaglianze sociali e da un tasso di inflazione a due cifre.
LE SFIDE DI ELBEGDORJ – Elbegdorj, Presidente del “Paese delle Steppe” dal giugno del 2009, è destinato a continuare la sua politica di apertura al capitale straniero, che ha favorito un impressionante tasso di crescita del 17,5% nel 2011 e del 12,3% nel 2012. Elbegdorj dovrà stringere maggiori rapporti con le economie regionali (a partire da Cina e Russia) senza rinunciare al principio di equidistanza, e al contempo cercare una maggiore integrazione nell’economia globale. Ma la principale sfida del Presidente della Mongolia, dove un quarto della popolazione vive con meno di un euro al giorno, sarà non solo gonfiare il Pil, ma anche e soprattutto favorire una più equa distribuzione della ricchezza.
Fonte immagine: Asia Foundation