Non ho la possibilità di andare al cinema, cosa che avrei di sicuro fatto per vedere La grande bellezza, e quindi seguo le notizie cinematografiche di rimbalzo. Mi capita quindi di leggere recensioni più che vedere nuovi film e, nel leggere le recensioni, par di capire che quest’anno a Cannes molte erano le belle pellicole. Per vederle devo aspettare i tempi più o meno lunghi necessari alla loro diffusione in rete anche se, per me , un ottimo apparecchio tv non vale comunque quanto una sala cinematografica .
Anche Le Monde ha scritto una recensione sull’ultima fatica di Sorrentino: “Con il suo broncio malizioso, il protagonista Jep ha un’aria da Walter Matthau alla romana mentre contempla le glorie dell’unica città al mondo in grado di fargli sentire l’eternità. L’ultimo lavoro del regista italiano è un omaggio alla Fiera della vanità, che alla fine restituisce un’umanità che sembrava non esserci all’inizio del film. Pur restando molto lontano dalla grandezza dei suoi maestri, Sorrentino dimostra sempre di avere delle belle trovate cinematografiche”. (La grande bellezza secondo la stampa straniera – Internazionale.it)
La fiera della vanità (titolo originale: Vanity Fair: A novel without a Hero)
Il romanzo scritto da William Thackeray, nonostante i suoi 165 anni (pubblicato nel 1848), non dimostra affatto la sua età e già nel titolo (originale) annunciava quello che era il cambiamento che proponeva ai lettori. Si passava da racconti con protagonisti virtuosi o viziosi ma comunque eroi ad una storia con protagonisti che attraversano la realtà armati solo di buon senso comune.
Tutto raccontato a volte con ironia ed a volte con sarcasmo in una trama che, per la densità dei colpi dei scena ed i tanti cambi di prospettiva, a me pare abbia ispirato molti scrittori successivi, non faccio nomi solo perché non ho con me la mia libreria e la memoria potrebbe tradirmi.
P.S.
Sono debitore di Stanley Kubrik che ha tratto un film (Barry Lindon) da un libro di Thackeray , senza di lui mai mi sarebbe passato per la testa di leggere La fiera della vanità.
E qui trovate la recensione al libro di una giovane blogger, giusta contrapposizione a quella di una antico lettore quale io sono.
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