L’unica mossa degli scacchi che permette di muovere contemporaneamente due pedine: Re e Torre.
La mossa permette al Re di chiudersi a difesa della sua sopravvivenza ma senza garanzie reali di sopravvivere, come essere chiusi in un bunker. In una partita a scacchi si è sempre certi di cosa ci riserva il futuro (certo, esiste il pareggio ma solo come viatico ad una nuova partita). Lo scopo del gioco: vincere e quindi anche perdere.
E così ci siamo arroccati nel bunker, tanti piccoli ridicoli Fuhrer al riparo dalle bombe, per ora l’importante è non sentirne il rumore.
Poi si vedrà. Qualcosa ci inventeremo.
Un nemico già lo abbiamo, ora basta trasformarlo in unico colpevole dei nostri danni. E, nel frattempo, elencare le cose importanti da fare per il “bene comune”, elenco già fatto e rifatto da anni e da anni mai attuato.
Ma tanto cosa importa. Siamo qui dentro, protetti. Finché dura.
Peccato che dentro al bunker siano rimasti chiusi anche alcuni dei nostri più acerrimi nemici ma troveremo, come altre volte abbiamo trovato, il modo di neutralizzarli, siamo o non siamo gli Eletti.
Noi sappiamo come far fallire una Rivoluzione.
“Il potere non è nel Parlamento della Repubblica. Il potere è altrove. Lo Stato per me è la Costituzione e la Costituzione non esiste più” (Leonardo Sciascia)
Lo ammetto: sono stanco. L’elezione del Presidente della Repubblica mi ha deluso. Stanco di rivedere la stessa storia, risentire gli stessi commenti, le medesime analisi inutili e fumose. Gli accordi nascosti, anche se esistenti, non esistono. I reati commessi, anche se commessi, non sono stati commessi.
Una pantomima dove tutti impersoniamo sempre lo stesso ruolo. Non è più una tragedia. Non è più una farsa. Ma una soap opera, tempi lunghi, dialoghi lenti ed inutili, attori scadenti e, come all’epoca di Mani Pulite, anche oggi il potere è riuscito a riciclare se stesso, allora sotto mentite spoglie, oggi indossando spudoratamente gli stessi abiti.
Ho già parlato di Democrazia e di come sia necessario conoscerla per poterla difendere e diffondere. Credo sia il momento di ribadire la necessità di questo studio, di questa crescita. Non ho altri mezzi per combattere se non l’utopica speranza che cresca in tutti una coscienza civile, rispettosa degli altri e di se stessi, critica e dialogante.
Ne “Il ritorno del principe” (R.Scarpinato/S.Lodato – Ed. Chiarelettere) vengono narrati eventi passati ed eventi più recenti della storia politica e sociale italiana. Una dimostrazione di come l’intreccio di storia ed attualità non sia una casualità ma un preciso segnale di continuità. Un resoconto di come il “potere” si appropria del “cambiamento” per non cambiare nulla.
“Mi rendo conto che il paziente lettore, avvezzo da tempo a sentirsi raccontare storie rassicuranti a lieto fine di cui sono esclusivi protagonisti campioni assoluti del male ed eroi solitari, a volte potrà sentirsi raggelare il cuore di fronte a quella che in queste pagine si snoda invece come una terribile e inconsulta storia di famiglia che riguarda tutti. Ma, come dicevo all’inizio, da troppo tempo ormai vivo in un luogo che non ammette illusioni e non sono più bravo a raccontare favole” (da Il ritorno del principe – Roberto Scarpinato)
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