Il libro l’ha scritto Joseph Heller, il film è di Mike Nichols, entrambi non mi hanno deluso.
- Articolo 12, Comma 1: «L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.»
- Articolo 12, Comma 22: «Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»
In realtà il comma, come tutta la norma, non è mai esistito, “Catch 22” (Comma 22 – come viene tradotto in italiano) è un libro di Joseph Heller che avevo letto qualche anno prima di vedere il film di Nichols. Sia il libro (edito in Italia nel 1963) che il film (del 1970) sono oggetti dimenticati ma di indubbio valore.
Una critica al militarismo ed alla guerra. Un racconto di guerra pervaso da assurdo ed umorismo, realismo e brutalità e dove mai appare fisicamente il nemico.
All’epoca, il film, non riscosse grande successo. Uscito nelle sale poco dopo il mitico M.A.S.H. di Robert Altman (tratto dal romanzo di Richard Hooker che disapprovava la sceneggiatura del suo libro – che non ho letto).
Altman per primo, con irriverenza e ironia, racconta la guerra “non alla John Wayne” (Berretti Verdi è antecedente di soli due anni).
Erano anni nei quali la denuncia diretta non avrebbe trovato la strada delle sale cinematografiche così Altman, Nichols ma anche il grande Kubrik con “Il Dottor Stranamore“, usano la farsa per far affiorare la denuncia.
Viene spontaneo domandarsi se l’assurdo, la farsa e l’ironia non siano stati, per anni, gli unici linguaggi possibili per denunciare la guerra in tutta la sua assurdità.
All’epoca, trattandola seriamente, si correva il rischio di venire ostracizzati dalle case produttrici, il “cinema” doveva essere prodotto di massa, di solo svago e di lucro. Oggi ancor di più il valore dei film deriva dagli incassi, gli incassi vengono dagli spettatori e a poco servono premi e riconoscimenti critici per avere una capillare distribuzione dell’opera. Stranamente pare che la “massa degli spettatori” chieda ai produttori solo un “certo tipo di prodotto“. I film, cosiddetti, d’essai vengono marginalizzati semplicemente non programmandoli su larga scala e spesso hanno trovato difficoltà di produzione.
Destino simile per la letteratura che, vantando una tradizione culturale molto più antica non poteva essere “bruciata” (anche se qualche tentativo c’è stato), basta marginalizzarla, basta non incentivare la “pubblica istruzione” e pubblicizzare con ampio spazio opere meno impegnate e quindi conformi agli interessi del Potere (di turno), insomma: meno fastidiose.
L’effetto anestetico o stimolante con cui si utilizza la comunicazione dipende solo dalle necessità. L’effetto stimolante si usa per creare “volontari in difesa della patria“, la sua controfigura anestetica si usa “a difesa del potere”.
Cianfrusaglia per occultare e confondere il “sapere“. Oggi sembriamo sopraffatti dalla normalità della guerra e dalla normale carenza di Democrazia.
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