La banana di certo è il frutto tropicale più conosciuto sui mercati occidentali e la banana certamente merita questa notorietà non fosse altro per il suo “design impeccabile e accattivante, pratiche monoporzioni, packaging ecocompatibile biodegradabile al 100%, con variazioni di colore che ne indicano lo stato di maturazione e la scadenza,” e tutto questo invita a fare i “complimenti al designer” (corsivo del prezioso amico Vilbres Rabboni).
Anche se i frutti maggiormente consumati sui mercati occidentali provengono da nazioni dei Caraibi e dell’America centrale, la pianta del banano è originaria dell’Asia sud-orientale, non per nulla la banana è menzionata per la prima volta, nella storia scritta, in testi buddhisti di oltre duemila anni fa.
Quindi è il caso di dire che in Thailandia conoscono la banana (กล้วย – kluei) molto meglio di noi.
In Thailandia vedere piante di banano (ต้นกล้วย – ton kluei) nei giardini e lungo le strade è cosa comune. Ma qui non si accontentano di sbucciare e mangiare. La vita in Thailandia riserva molte sorprese per chi ha sempre e solo sbucciato una banana o, al massimo, mangiato un gelato banana split.
Sì, certo, potrete dirmi che già avete mangiato banana fritta, arrosto o caramellata, come ripieno per dolci o disidratata. Ma in Thailandia potrete finalmente assaggiare anche tutto il resto del banano.
Non verrete mica a dirmi che avete già mangiato le inflorescenze del banano (ปลีกล้วย – pli kluei)?
Pulite come un carciofo si possono poi mangiare in insalata o in pinzimonio. Meglio, quasi pinzimonio, cioè se pensate ad olio e sale, sostituiteli con น้ำพริก -, che sarebbe salsa di peperoncino.
Forse che il vostro piatto preferito è maiale al tronco di banano?
C’è un piatto, il cui nome locale è หยำยวก (hyam yuak), che richiede una lunga preparazione in quanto il tronco deve essere ridotto alle dimensioni di un normale battuto che verrà, a crudo, amalgamato al maiale che, tritato e saltato in padella con salsa di soia e sovrabbondante peperoncino, avrà il tocco finale di aggiunta di tanto “prezzemolo“.
Ovvio che il tempo di esecuzione si riduce se le “massaie” sono tante ed i lavori ben organizzati. Insomma, l’unione fa la forza… soprattutto se dovete prepararne una quantità sufficiente a sfamare tutti gli invitati ad un matrimonio.
Su, ammettete che neppur lo sapevate che del banano si possono mangiare inflorescenze e tronco …
Delle foglie (ใบกล้วย – bai kluei), usate per una moltitudine di usi casalinghi e ornamentali, parlerò un’altra volta… intanto sappiate che non si mangiano.
Mi rendo conto che il “maiale al banano” non si trova facilmente nei ristoranti abitualmente frequentati da turisti e che, se sono riuscito a stimolare qualche massaia italiana a cucinare un bel “maiale al banano”, la non facile reperibilità della materia prima rende inutile questo post. Quindi aggiungo un suggerimento utile a tutti:
La lettera ก (ko kai) è più simile ad una G dura (il tono di voce deve essere medio). Molti la trascrivono G ad inizio parola e K a fine parola (anche se in molte traslitterazioni resta sempre K). Dico questo perché pronunciare กล้วย (kluei) come una K molto accentuata, all’orecchio thailandese potrebbe risultare un’altra lettera dell’alfabeto thai: ค (kho khwai), ed il termine, nel parlare famigliare, corrisponde all’organo genitale maschile.
(tutte le foto tiziano matteucci)
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