In occasione del primo post, all’inizio, ho preso a parlare di libri senza spiegare i criteri utilizzati ma, d’altra parte, non credo esista un criterio oggettivo per consigliare la lettura di un libro a meno che non si voglia considerare oggettivo il gusto personale.
Non esistono quindi motivi particolari per questa mia scelta, leggo libri e vorrei, nel mio piccolo, che molte più persone leggessero libri, tutto qui.
Il primo libro me lo regalò mio padre e credo che l’unico criterio seguito fosse quello legato ai ricordi della sua infanzia.
“L’aquila bianca” di Emilio Salgari, avevo 7 anni ed a 9 anni, letti tutti i libri di Salgari (compreso un Corsaro, non ricordo di quale colore, scritto da uno dei figli), ero il massimo esperto esistente di: praterie americane, giungle indocinesi e malesi, Nilo bianco e delta del Gange, corsari caraibici e pirati malesi.
Quando mi capitò tra le mani “Il giro del mondo in 80 giorni” rimasi abbastanza deluso, va bene la fretta del viaggio, ma di usi e costumi dell’umanità ne conoscevo più io di Jules Verne.
L’anno scorso ho comprato, per antica passione, “Sweet Salgari” di Paolo Bacilieri – Ed. Coconino Press -, un fumetto sulla vita dello scrittore. Che Salgari si inventasse molto di quel che scriveva l’avevo da tempo scoperto.
Ma nell’inventarsi “cose” non c’è nulla di male se si scrivono racconti, romanzi ed anche poemi e poesie … possono essere sogni ma non sono bugie.
Ma perché leggere ?
Forse, per dirla con Calvino, perché: ”Oltre la superficie della pagina s’entrava in un mondo in cui la vita era più vita che di qua”. Non saprei.
L’unica cosa certa è che mentre scrivevo l’elenco dei libri di autori thailandesi tradotti in italiano mi sono tornati alla mente altri libri di altri autori che o per la similitudine data dal regionalismo dell’opera o per la delicatezza nel descrivere la propria terra, mi ricordavano qualcosa di già letto. Non un confronto ma una correlazione, a volte incidentale, altre volte più aderente al tema ed all’opera.
Nel descrivere brevemente l’opera di Pira Sudham ho ritrovato Juan Rulfo.
Nel racconto intitolato “Un sicario a pagamento” di Pira Sudham, come nel racconto “La cuesta de las comadres” di Juan Rulfo, la voce narrante spiega i fatti senza dolore o pentimento, le cose sono andate così e non c’è motivo di pensare potessero andare diversamente.
“La terra dei monsoni” di Sudham, inizia così : “Nell’anno del Cavallo, Boonliang Surin diede alla luce il suo sesto figlio. Era un maschio. Poi, appena dopo la nascita di questo figlio, le prime piogge torrenziali cominciarono a ridare vita al villaggio di Napo.“
Così inizia “Libera nos a malo” di Luigi Meneghello.
“S’incomincia con un temporale. Siamo arrivati ieri sera, e ci hanno messi a dormire come sempre nella camera grande, che è poi quella dove sono nato. Coi tuoni e i primi scrosci della pioggia, mi sono sentito di nuovo a casa.”
Una nascita ed un ritorno alla casa natale ma sempre la pioggia come segnale di inizio, di purificazione.
E che dire dell’iniziazione giovanile de “La terra dei monsoni” e l’iniziazione narrata da John Fante in “Chiedi alla polvere” o di Andrej Platonov de “Il mare della giovinezza” che, come il Saneh Sangsuk di “Una storia vecchia come la pioggia”, racconta vicende umane che si intrecciano alle stagioni, alle piccole e grandi vicende della terra in cui vivono.
Gianni Celati in “Narratori delle pianure” raccoglie storie raccontate nella valle del Po.
Io vorrei costruire una biblioteca di : “Narratori della propria terra”. Narratori che, anche in un solo libro, hanno raccontato con passione della propria terra.
Nello scaffale intanto ho messo: Pira Sudham, Saneh Sangsuk, Juan Rulfo, Gianni Celati, Luigi Meneghello, Andrej Platonov ed ora aggiungo Pedro Juan Gutiérrez e Gabriel García Márquez, Halldór Laxness e Salman Rushdie ma anche Binyavanga Wainaina e Phanishwar Nath Renu … voi aiutatemi a metterne altri, io sono qui, come un bambino che “con le dita intreccia un binocolo e scruta l’orizzonte” in attesa dei vostri consigli (corsivo da “Almanacco delle sabbie” dell’amico Roberto Papetti).
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