A seguire la nostra intervista con Sharon Nizza, candidata per il Popolo della Liberta’ (PDL) alla Camera nella Circoscrizione Estero – ripartizione Africa Asia Oceania Antartide.
Sig.ina Nizza, la prego di presentarsi.
Sono nata a Milano nel 1983 da una storia di “migrazioni” e con un animo migrante. Nel 2002 mi sono trasferita in Israele, dove mi sono laureata in scienze politiche e storia dell’Islam e del Medio Oriente alla Hebrew University of Jerusalem. Mia madre è nata ad Alessandria d’Egitto ed è poi emigrata in Italia, mentre un’altra parte della famiglia in Australia e Francia. Il papà appartiene a una famiglia ebraica genovese, stanziata nella città da diverse generazioni. Ho lavorato come produttrice per stampa e televisione italiane e negli ultimi quattro anni come assistente parlamentare alla Camera dei Deputati, occupandomi principalmente di politica estera. Ho avuto così la possibilità di conoscere e apprendere il funzionamento delle istituzioni parlamentari dall’interno, peraltro impegnandomi anche su tematiche legate ai cittadini italiani residenti all’estero (per quanto concerne la proroga dei termini per la richiesta di cittadinanza italiana a quanti la persero quando non era permessa la doppia cittadinanza e per la ratifica dell’accordo di ricongiungimento dei contributi INPS con il sistema contributivo israeliano). Da sempre sono impegnata in battaglie mirate all’affermazione dei diritti umani e civili, dei diritti delle donne e delle minoranze. Nel 2006, partendo da una rete di blog, contribuisco a fondare l’associazione Onlus “Italians for Darfur”. Ho conservato la passione per il Paese in cui sono nata e cresciuta, che continuo a visitare spesso e dove ancora vive parte della mia famiglia. Per motivi di studio e ricerca mi sono recata diverse volte in Egitto, Paese con cui sento un profondo legame anche per via delle origini materne.
1. Qual è il suo rapporto con la comunità italiana in Israele e, da italiana all’estero, qual e’ il suo rapporto con l’Italia?
Sono da sempre coinvolta nelle attività della comunità italiana locale, sia per il mio lavoro in Parlamento, che mi ha già permesso di portare avanti delle istanze che riguardano gli italiani residenti in Israele, sia per il mio coinvolgimento nelle attività culturali promosse da questa vivace comunità (la terza della circoscrizione per aventi diritti al voto), che mantiene ancora un profondo legame con il Paese di origine. In Italia ho vissuto nuovamente dal 2008 al 2011 per il lavoro in Parlamento. Tornata in Israele, ho continuato a collaborare per l’organizzazione di convegni e manifestazioni culturali in Italia e ho iniziato una collaborazione per curare il marketing italiano per un grande tour operator israeliano che promuove turismo Italia-Israele.
2. Quali sono i suoi valori e ideali? Come nasce il suo impegno politico e come è arrivata alla decisione di candidarsi?
Da quando ho ricordo di me stessa mi sono sempre interessata alla politica, dedicandomi soprattutto alle battaglie civili e per i diritti umani. Il mio primo impegno fu a 16 anni con Amnesty International. Mi sono sempre identificata nelle battaglie civili nonviolente del Partito Radicale Transnazionale. Per anni mi sono occupata di Darfur – quando ancora in Italia nessuno ne parlava e c’era chi pensava fosse addirittura un fast-food (vi ricordate l’intervista a “Le Iene” di un deputato qualche anno fa??) – con l’associazione “Italians for Darfur”. La mia esperienza personale, in quanto ebrea e israeliana, di origine egiziana, mi ha spinto ad andare al di là delle barriere del pregiudizio e mi ha insegnato che si può, si deve dialogare con chiunque, sempre in un contesto di rispetto dell’interlocutore e delle legittime posizioni altrui. Mi candido perché credo che il mio mix di identità sia un valore aggiunto per fare dell’Italia un ponte tra realtà della nostra circoscrizione in questo momento lontane. Il mio attivismo e la mia esperienza parlamentare mi daranno la possibilità di fare un lavoro competente e puntuale, mirando anche alla trasversalità. Si dice poi sempre “largo ai giovani!”, no? Questa è un’occasione.
3. Si riconosce completamente nel programma del suo partito e nella sua coalizione o vede possibili miglioramenti?
Di miglioramenti se ne devono fare parecchi per potersi dire allieneati a un centrodestra di respiro europeo. Mi riferisco in particolare all’impegno per i diritti civili e ai temi cosiddetti etici. In un grande partito come il Pdl, in cui si riconoscono milioni di cittadini, così come accade nel centrosinistra italiano, convivono anime diverse e bisogna dare una spinta alle forze liberali e riformatrici di cui mi considero parte.
4. Come si sta svolgendo la sua campagna elettorale?
Grazie a un gruppo di esperti volontari, sto facendo un lavoro molto intelligente sui nuovi mezzi di comunicazione. In particolare su Facebook, abbiamo fatto direi una rivoluzione: in una settimana ho avuto mezzo milione di visualizzazioni e la mia pagina ha raggiunto oltre 5000 like. Ho avviato così una corrispondenza diretta con italiani di tutta la circoscrizione, anche dei Paesi che spesso non sono tenuti nella debita considerazione nelle campagne elettorali. Mi scrivo con gente che vive in Kenya, Mozambico, Eritrea, Egitto, Tunisia, Marocco, Thailandia, India, Cina, Giappone… e ho così modo di recepire le istanze dei concittadini quasi “live”. Per arrivare a un target di persone che non usa molto internet, ho inviato un volantino pubblicitario che ha raggiunto le case di 110,000 residenti della cirscoscrizione, gente che mi scrive e mi chiama. Ottime persone mi sostengono in Australia, Sudafrica ed Egitto e mi sponsirizzano in queste realtà. In Israele, che è un piccolo Paese dove tuttavia risiedono quasi 11,000 italiani, ho incontrato molta gente e fatto molte telefonate. Ho avuto spazio nei media proprio per l’originalità e la novità della mia candidatura.
5. Da più parti si chiede una moralizzazione della politica, a partire da un taglio netto degli stipendi e dei privilegi parlamentari. Cosa pensa a riguardo e, nel caso in cui dovesse essere eletta, come ha intenzione di comportarsi?
Ho inserito nel mio programma un punto fondamentale relativo alla trasparenza: così come viene fatto in Inghilterra, mi sono impegnata a rendere pubblico il mio stipendio parlamentare, giustificando le spese fornitemi nell’ambito dell’incarico (assistenti, spostamenti, spese di ufficio, spese di rappresentanza etc). Credo sia del tutto necessario, specie in un periodo di crisi, tagliare innanzitutto i costi della politica, perché la classe politica possa essere un vero modello per i cittadini. Mi sono inoltre impegnata a continuare il mio sostegno, anche con erogazioni economiche, per promuovere, difendere e aiutare realtà associative della mia circoscrizione (in particolare nell’ambito della promozione della cultura italiana all’estero e della difesa dei diritti fondamentali dell’individuo). Il progetto è quello di devolvere una cifra mensile a rotazione a sostegno di queste realtà.
6. Cosa vorrebbe fare in Parlamento, quali sono i provvedimenti che porterebbe all’attenzione del Parlamento e del Governo una volta eventualmente eletta?
Ci sono diversi punti programmatici di particolare interesse per i cittadini residenti all’estero che intendo promuovere (ripristino cittadinanza, ricongiungimento contributi previdenziali in primis). Non mi faccio però illusioni perché la macchina legislativa italiana va davvero a rilento e possono passare anni prima che una prosposta di legge sia calendarizzata, come ho potuto constatare di persona negli anni di lavoro alla Camera. Ma ci sono anche altri mezzi, per esempio un uso sapiente degli atti di sindacato ispettivo (interrogazioni, interpellanze) e degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) che hanno un riscontro più immediato. Intendo usare questi strumenti anche per fare riferimento all’attualità legata alla circoscrizione, nella quale assistiamo a cambiamenti sociali e politici di grandissimo rilievo per tutto il resto del mondo, che ritengo vadano seguiti con attenzione. Molte lamentele dei concittadini con cui sono in contatto derivano dal malfunzionamento delle sedi consolari ed è un elemento che va studiato anche confrontandosi con i modelli di sedi consolari di altri Paesi. Infine, un altro punto fondamentale, che mi arriva in particolare dai concittadini residenti in Asia, è il potenziamento delle relazioni economiche con l’Italia.
7. Come pensa di dare voce ai cittadini?
Anzitutto continuando con l’uso intelligente dei mezzi di comunicazione attraverso internet, come sto facendo in questa campagna. Poi, aprendo sedi operative nei Paesi con maggiore concentrazione di popolazione italiana e assicurando una presenza a rotazione in tutti gli altri Paesi della circoscrizione, in concertazione con i COMITES locali. Infine, ovviamente, viaggiando e incontrando le persone. Il fatto di essere giovane e senza famiglia a carico almeno in questo senso mi favorisce!
8. Cosa pensa dell’operato del Governo Berlusconi (2008-2011) e del Governo Monti (2011-2012)?
Un giudizio equanime sull’operato di Monti è utile per chiunque voglia governare a partire da febbraio, evitando gli errori commessi perfino dai “professori”. Il governo Monti, questo lo hanno riconosciuto anche le maggiori organizzazioni internazionali come il Fondo monetario internazionale, sarà ricordato soprattutto per una riforma strutturale: la riforma delle pensioni approvata nei primi giorni di governo tecnico. Dopo anni di dibattito furioso, preso in ostaggio soprattutto dalla sinistra e dai sindacati (con l’ultimo governo Prodi che abolì l’innalzamento graduale deciso da Berlusconi facendoci perdere in un solo colpo 10 miliardi di euro di risparmio pensionistico), siamo infine riusciti ad abolire le pensioni di anzianità, a passare al metodo contributivo che caratterizza tutti i paesi avanzati, ad innalzare l’età pensionabile, garantendo così la solidità futura dei conti previdenziali che dovrebbe stare a cuore a tutti, italiani giovani e anziani. Questa riforma è stata approvata con il sostegno convinto del Pdl, a fronte delle resistenze della sinistra. E’ con questa manovra, non con l’imposizione dell’Imu sulla prima casa o con la riformicchia del lavoro che sono venute nei mesi successivi, che l’Italia ha riconquistato la fiducia dei mercati internazionali. Negarlo sarebbe sbagliato, così come lodare il resto dell’esperienza Monti sarebbe ottuso. L’errore essenziale dei tecnici – che soprattutto la coalizione di sinistra si prepara a ripetere – è stato quello di fissare un obiettivo sacrosanto, cioè il pareggio di bilancio e quindi l’uguaglianza tra quanto lo Stato prende e quanto lo Stato spende, ma di volerlo raggiungere attraverso la strada sbagliata: aumentando quanto lo Stato prende dalle tasche dei cittadini, invece di limitare quanto lo Stato spende! Invertire la rotta si può: abbiamo 800 miliardi di spesa pubblica intermediata ogni anno dalla politica e oltre 2.000 miliardi di debito pubblico sulle spalle. Occorre cominciare da qui, chiunque dica il contrario vuole iniziare in realtà a prendersela con i contribuenti.
9. Le cito 10 argomenti in ordine alfabetico – mi dica se a suo avviso ne manca qualcuno, li ordini per priorità e mi dica brevemente la sua opinione a riguardo: (1) ambiente e salute; (2) diritti civili, matrimoni gay e adozioni gay; (3) economia, lavoro, impresa, sviluppo e tasse; (4) energia; (5) giovani e disoccupazione giovanile; (6) immigrazione; (7) informazione; (8) istruzione; (9) politica estera e missioni militari; (10) riforme istituzionali.
Rispondo in maniera forse impopolare, ma quantomeno schietta: è difficile fare una scaletta su argomenti tutti di primaria importanza. In parlamento (per fortuna o purtroppo) ci sono 945 parlamentari e 14 commissioni permanenti che si suppone/auspica possano in contemporanea portare avanti tutte queste tematiche. Per quanto mi riguarda, considerate le mie competenze e la mia esperienza, mi concentrerei su politica estera, diritti civili, economia, lavoro, impresa sviluppo e tasse (che include disoccupazione giovanile), istruzione. Se la domanda fosse cosa pensi sia prioritario spingere, risponderei le riforme istituzionali.
10. Come vede lo scenario politico futuro. Nell’ipotesi che nessuna coalizione dovesse raggiungere la maggioranza alla Camera e al Senato, cosa si dovrebbe fare?
Onestamente mi pare irrealistico, considerato il premio di maggioranza, che alla Camera non si raggiunga una coalizione stabile. Il problema si pone come sempre più sul Senato. Il popolo italiano esprimerà la propria voce e staremo a vedere, ma spero che, qualsiasi saranno i risultati delle urne, si presenti una situazione di governabilità nella quale le forze riformiste possano portare avanti le riforme necessarie alla ripresa economica e allo sviluppo del Paese. (La vedo dura considerato l’andamento e i toni della politica italiana. Infatti è un auspicio…).
Concluda pure con un invito al voto o con una nota personale.
Il sistema elettorale nelle circoscrizioni estero permette ai concittadini che vi risiedono di esprimere le preferenze. Non date per scontato questo privilegio, che in Italia non c’è! La nostra circoscrizione esprime un solo seggio alla Camera dei Deputati, che non rientra peraltro nel computo per l’assegnazione del premio di maggioranza. Questo seggio, uno su 630, non fa la differenza ai fini della formazione delle coalizioni di governo. Per questo il mio è un appello trasversale: se vi riconoscete in quello che ho scritto, se vedete in me l’opportunità di avere a vostra disposizione una persona che vuole dare rappresentanza a questa grande circoscrizione, da una sua sponda all’altra, dai canguri, ai cammelli, ai pinguini, se vogliamo davvero svecchiare questa classe politica, datemi la vostra fiducia, barrando il simbolo del Popolo della Libertà e scrivendo NIZZA sulla scheda per la Camera dei Deputati. Per ogni ulteriore informazione mi trovate a sharonnizza.camera@gmail.com. Grazie!
Grazie.