Inizio la mia collaborazione al blog di Alessio ma siccome sono e resto un lettore non potevo che iniziare proponendo la lettura di libri, non recensioni ma semplici suggerimenti di lettura.
La parola “inizio” è d’attualità, è iniziata la campagna elettorale e verremo sommersi dalle “parole”. Mi è già capitato di leggere (in un blog) la richiesta di vietare alcune “parole”. Il post invocava validi motivi per chiedere il divieto ma, a mio parere, vietare le “parole” è impossibile. Mi è venuto, stranamente, da pensare ai film americani doppiati durante il ventennio fascista dove William diventava Guglielmo e John diventava Giovanni. Il personaggio cambiava nome, ma recitava sempre la stessa parte.
Forse meglio che gli “ascoltatori” imparino a conoscere le “parole” e come, spesso, esse vengano malamente usate.
“Quando io uso una parola” – disse Humpty Dumpty in tono alquanto sprezzante,” – questa significa esattamente quello che decido io… nè più nè meno”. “Bisogna vedere” – disse Alice – “se lei puó dare tanti significati diversi alle parole”. “Bisogna vedere” – disse Humpty Dumpty – “chi è che comanda… è tutto qua”. (Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll)
“Quando si tratta di parole e concetti della politica, normalmente il passaggio è dal mondo di coloro che al potere sono sottoposti a quello di coloro che del potere dispongono. Un uso ambiguo, dunque, di fronte al quale a chi pronuncia queste parole dovrebbe sempre porsi la domanda: da che parte stai ? Degli inermi o dei potenti ?” (Gustavo Zagreblesky – Imparare democrazia – Ed. Einaudi)
Qualche tempo fa Vilbres Rabboni , un caro amico, vedendo la copertina di Sulla lingua del tempo presente commentò:
“è proprio così! Molti sentono il disagio, pochi hanno consapevolezza di ciò che stanno facendo alla lingua. Il che, non è meno grave di quello che vogliono fare alla Costituzione. Entrambe sono patrimonio di Tutti. “
Ed aggiunse: “La cultura del ‘sentito dire ’ è diventata la norma e pochi se ne rendono conto. Siamo cresciuti pensando che la cosa non ci riguardasse, che se ne potesse fare benissimo a meno. Cose per addetti ai lavori. Peccato che quei lavori, fossero le nostre vite.”
Per parte mia posso solo aggiungere che vale la pena andare oltre la copertina.
- Fotografia come esclamazione di vitalità - 19/08/2016
- La Thailandia, la zucca e… il peperoncino - 11/08/2016
- Hiroshima, la bomba di Dio - 06/08/2016
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