Traballa il feudo dei “democratici”
BANGKOK – Il prossimo 17 febbraio si terranno le elezioni per eleggere il nuovo Governatore della città di Bangkok, la capitale della Thailandia. Il Governatore uscente, Sukhumbhand Paripatra, 60 anni, nipote di Re Chulalongkorn (Rama V) ed esponente del Phak Prachathipat (“Partito Democratico”, PP), si ripresenta all’elettorato della capitale in cerca di un secondo mandato.
Nel cosiddetto Paese del Sorrisi la capitale e’ considerata una sorta di feudo del monarchico e filomilitare PP. I “democratici” governano Bangkok dal 2004, prima con Apirak Kosayothin per due mandati, e dal 2009 con Sukhumbhand, che ottenne il 45% dei consensi. Il suo principale avversario non arrivo’ al 30%. Ad ogni modo, questa volta il dominio del PP potrebbe scricchiolare.
Il fatto e’ che una parte dei residenti di Bangkok non paiono essere particolarmente soddisfatti del lavoro svolto da Sukhumbhand, sia per quanto (non) fatto durante le alluvioni del 2011, sia per l’incapacità di terminare la Futsal Arena di Bangkok in tempo per la Coppa del Mondo di Calcio a 5 svoltasi lo scorso anno in Thailandia, sia, infine, per uno scandalo correlato a dei lavori riguardanti lo skytrain che attraversa la capitale.
Nonostante le critiche che da tempo cittadini e mezzi d’informazione rivolgono all’operato del Governatore, i dirigenti del PP, dopo varie settimane di imbarazzanti silenzi, hanno finito per scegliere proprio Sukhumbhand come candidato. O meglio, hanno dato la loro benedizione alla sua autocandidatura, visto che il Governatore in carica aveva annunciato da tempo la sua intenzione di ripresentarsi. Secondo alcune fonti, il motivo principale dietro la scelta della dirigenza del PP di ricandidare Sukhumbhand sarebbe stato il timore di innescare conflitti all’interno del partito tra due potenti fazioni. Un’altra ragione parrebbe essere stata che il potenziale candidato alternativo, probabilmente la migliore scelta per il PP, era il numero 2 del partito: l’ex ministro delle Finanze Korn Chatikavanij. Ad ogni modo, con il numero 1 del partito Abhisit Vejjaiva sotto processo per omicidio, Korn avrebbe preferito continuare la sua battaglia politica a livello nazionale, anche con l’ambizione di poter succedere ad Abhisit nel caso in cui quest’ultimo non dovesse riuscire a dimostrare la sua innocenza nelle aule dei tribunali.
Sukhumbhand e’ dunque, in un certo senso, un candidato ‘debole’, ma il PP può essere comunque in grado di vincere di nuovo. O forse no: deve fare i conti con la forza degli avversari del Pheu Thai (“Per i Thailandesi”, PT). Il PT e’ il partito di maggioranza nel paese, dove guida il Governo nazionale con il Primo Ministro Yingluck Shinawatra, ma di minoranza nella capitale. Nelle ultime tre elezioni amministrative a Bangkok il PT (e i suoi predecessori) sono arrivati sempre secondi. Il PT puo’ contare con sicurezza su non piu’ di 600.000 voti, mentre il PP ha come obiettivo di superare la soglia dei 900.000 voti, come accaduto quattro anni fa.
Ad ogni modo, in questo momento il PT è in una posizione di forza nel Paese: detiene il potere su tutte le posizioni chiave di ogni ministero, pare aver trovato un modus vivendi con le gerarchie del complesso monarchico-militare, ed senz’altro più che pronto finanziariamente, essendo una formazione politica legata con una sorta di cordone ombelicale a una delle principali famiglie del capitalismo thailandese, quella degli Shinawatra.
Il Pheu Thai non ha ancora annunciato il suo candidato, ma non è da escludere che verrà utilizzata la strategia di non presentare nessun candidato sotto la sua bandiera, limitandosi a dare supporto ad un candidato indipendente. Questo candidato potrebbe essere Pongsapat Pongcharoenil, vice capo della polizia nazionale e segretario generale dell’Ufficio del controllo degli stupefacenti (ONCB).
Le probabilità di vittoria del PT dipenderanno molto dalla personalita’ del candidato che decidera’ ad appoggiare. Se la scelta dovesse ricadere proprio su Pongsapat, quest’ultimo sapra’ che per vincere dovra’ ottenere più dei 600.000 voti ‘sicuri’ che gli garantirebbe il Pheu Thai. Ma per via della relativa debolezza del suo avversario, questa potrebbe non essere una mission impossible.
Una cosa è certa: il Pheu Thai utilizzerà tutte le sue risorse per vincere questa tornata elettorale, in quanto una eventuale vittoria equivarrebbe a una legittimazione capace di mettere a tacere per un bel pezzo le voci di chi continua a ripetere che il Governo in carica rappresenta solamente i ceti bassi e rurali, ed e’ quindi in un certo senso “estraneo” rispetto a Bangkok.
Dal canto suo, nelle prossime settimane il PP dovra’ lavorare sodo per aiutare Sukhumbhand a riconquistare la fiducia perduta dei residenti di Bangkok. Altrimenti, dopo il governo del Paese dei Sorrisi, perso con la batosta alle elezioni del 2011, i “democratici” perderanno anche quello della Città degli Angeli.