L’Assemblea generale dell’Onu vota Sì all’ingresso della Palestina come Paese «osservatore» con una maggioranza schiacciante. 138 Sì. Contrari USA e Canada. Astenuti Germania e Gran Bretagna
Di Alessio Fratticcioli [ Blog | Twitter | Facebook ]
Giornata storica per i palestinesi e per il mondo intero: da oggi la bandiera della Palestina sventola davanti al Palazzo di Vetro. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato ieri per il riconoscimento della Palestina come “stato osservatore non membro”. Questo status permetterà ai rappresentati diplomatici del popolo palestinese di partecipare ai dibattiti delle Nazioni Unite, seppur senza diritto di voto, e di far parte in futuro della Corte Penale Internazionale. Si tratta di un primo passo verso il ribilanciamento giuridico della Palestina rispetto al resto della comunità internazionale e in particolare verso Israele, lo stato occupante.
I voti favorevoli sono stati 138, quelli contrari 9, quelli astenuti 41. Le nazioni che hanno votato a favore sono le seguenti (da Il Post.it):
Afghanistan, Algeria, Angola, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita, Argentina, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bahrain, Bangladesh, Bielorussia, Belgio, Belize, Benin, Bhutan, Birmania, Bolivia, Botswana, Brasile, Brunei, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Capo Verde, Repubblica Centrale Africana, Chad, Cile, Cina, Unione delle Comore, Congo, Costa Rica, Costa d’Avorio, Cuba, Cipro, Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord), Danimarca, Dominica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Egitto, El Salvador, Emirati Arabi Uniti, Eritrea, Etiopia, Filippine, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Georgia, Ghana, Giamaica, Giappone, Gibuti, Giordania, Grecia, Grenada, Guinea, Guinea Bissau, Guyana, Honduras, India, Indonesia, Iran, Iraq, Irlanda, Islanda, Italia, Kazakistan, Kenya, Kuwait, Kirghizistan, Laos, Lesotho, Libano, Libia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malesia, Maldive, Mali, Malta, Marocco, Mauritania, Mauritius, Messico, Mozambico, Namibia, Nepal, Nicaragua, Niger, Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Oman, Pakistan, Perù, Portogallo, Qatar, Russia, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, São Tomé e Principe, Isole Salomone, Senegal, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Siria, Somalia, Spagna, Sri Lanka, Sudafrica, Sudan, Sud Sudan, Suriname, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tagikistan, Tailandia, Tanzania, Timor Est, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Uganda, Uruguay, Uzbekistan, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe.
Il Governo italiano ha giustificato cosi’ il suo voto favorevole:
“Tale decisione è parte integrante dell’impegno del Governo italiano volto a rilanciare il Processo di Pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento.” (Comunicato completo qui).
Le nove nazioni che hanno votato contro:
Israele, Stati Uniti, Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica Ceca e Micronesia.
Le 41 nazioni che si sono astenute:
Albania, Andorra, Australia, Bahamas, Barbados, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Camerun, Colombia, Repubblica di Corea (Corea del Sud), Croazia, Repubblica Democratica del Congo, Estonia, Fiji, Germania, Guatemala, Haiti, Lettonia, Lituania, Repubblica di Macedonia, Malawi, Moldavia, Monaco, Mongolia, Montenegro, Paesi Bassi, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Polonia, Regno Unito, Romania, Ruanda, Samoa, San Marino, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Togo, Tonga, Ungheria, Vanuatu.
Erano assenti alla votazione:
Guinea Equatoriale, Kiribati, Liberia, Madagascar, Ucraina
Tutto il continente asiatico ha votato a favore della Palestina (si veda la cartina sotto), con solo due astenuti: Mongolia e Corea del Sud. In Europa, l’unico paese a votare no è stato la Repubblica Ceca. Ad astenersi sono state la Germania, la Gran Bretagna, i Paesi Bassi e diversi paesi dell’Europa centro-orientale. Il Washington Post ha pubblicato una cartina che mostra il solo voto in Europa.
Alla seconda parte: La Palestina “stato osservatore” alle Nazioni Unite ma la Resistenza continua
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