Sesto giorno di guerra a Gaza. Circa 60 palestinesi, anche donne e bambini, sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani. Tre israeliani sono stati uccisi dai razzi lanciati da Gaza. I gruppi armati palestinesi a Gaza sparano razzi sullo Stato di Israele e lo Stato di Israele risponde bombardando la Striscia di Gaza per ‘rappresaglia’. O viceversa: Israele attacca Gaza e i gazawi lanciano razzi per rappresarglia.
Indipendentemente da queste dinamiche, ci sono 10 cose che probabilmente tutti dovrebbero sapere a priori. Traduco liberamente un articolo di Mehdi Hasan, il direttore della sezione politica di The Huffington Post UK, pubblicato il 15 novembre 2012, dal titolo Ten Things You Need to Know About Gaza.
Ecco i 10 punti:
1) “CAMPO DI PRIGIONIA”
Il premier conservatore britannico David Cameron una volta ha definito Gaza come un “campo di prigionia” e “una sorta di prigione a cielo aperto”, dove 1.700.000 esseri umani sono stipati in appena 140 chilometri quadrati. Gaza è uno dei luoghi più affollati della terra.
Nonostante abbia ritirato le sue truppe e i suoi coloni dalla Striscia nel 2005, Israele continua a controllare:
- spazio aereo;
- acque territoriali fino a 3 miglia nautiche;
- valichi di frontiera di Gaza (con l’eccezione, ovviamente, della frontiera terrestre di Gaza con l’Egitto).
2) LOTTA IMPARI
Secondo fonti israeliane, nell’ultimo conflitto tra Israele e Hamas – ‘Operazione Piombo Fuso’ nel 2008-2009 – furono uccisi 762 civili palestinesi, tra cui più di 300 bambini, rispetto a 3 civili israeliani (sì, tre!). Anche nel conflitto in corso si sta profilando un simile squilibrio.
3) “PUNIZIONE COLLETTIVA”
Perché ci odiano? si chiedono molti israeliani. Beh, Gaza è sotto assedio da gennaio 2006, dopo che i suoi abitanti hanno avuto il coraggio di eleggere al governo Hamas tramite libere elezioni. Per punire Gaza per questa scelta politica, il governo israeliano ha imposto alla Striscia un blocco economico che ad un certo punto ha impedito ai residenti di Gaza di importare, tra le altre cose, coriandolo, zenzero, noce moscata e persino giornali.
La maggior parte dei giuristi internazionali, così come la International Committee of the Red Cross (ICRC), considerano l’imbargo illegale al punto di vista del diritto internazionale umanitario (DIU). Nel 2009, una commissione delle Nazioni Unite, guidata dal famoso giudice sudafricano Richard Goldstone, sionista autodichiarato, ha accusato Israele di imporre “un embargo pari a punizione collettiva”.
4) “A DIETA”
Nel 2006, Dov Weissglass, l’allora capo di stato maggiore per il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha riassunto l’approccio del suo governo verso Gaza e i suoi abitanti quando confesso’:
“L’idea è quella di mettere i palestinesi a dieta, ma non farli morire di la fame.”
Solo retorica? Non proprio: stando a dei documenti militari declassificati, nel 2008 i funzionari della difesa israeliani incaricati di filtrare i generi alimentari diretti a Gaza calcolavano il numero minimo di calorie necessarie per evitare una catastrofe umanitaria.
5) BAMBINI RACHITICI
Circa il 10% dei bambini sotto i cinque anni nella Striscia di Gazated crescono rachitici a causa della malnutrizione. “La malnutrizione cronica non sta migliorando e forse sta peggiorando”, ha concluso la World Health Organisation (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel maggio di quest’anno.
6) BAMBINI TRAUMATIZZATI
Un bambino su cinque a Gaza soffre di Post Traumatic Stress Disorder (PTSD), secondo lo spichiatra Eyad El-Sarraj. (Più della metà dei residenti di Gaza sono di età inferiore ai 18 anni.)
7) SENZA LAVORO E SENZA SPERANZA
Il tasso di disoccupazione a Gaza è del 28% – al 58% tra i giovani di età compresa tra i 20 e 24 anni, secondo l’Ufficio centrale di statistica palestinese.
8) ASSASSINARE LA TUA GUARDIA
l’attivista per la pace Gershon Baskin ha detto che Ahmed Al-Jaabari è stato un “attore chiave” per le relazioni tra Tel Aviv e Gaza, in quanto era responsabile del mantenimento di una relativa calma all’interno della Striscia. Al-Jaabari, capo militare di Hamas a Gaza, e’stato assassinato da Israele. Ora, senza di lui si vorrebbe imporre con la forza un cessate il fuoco a tutte le altre fazioni e Hamas. Senza Al-Jaabari si tratta di un’operazione molto piu difficile.
9) I GAZAWI SONO POVERI. LETTERALMENTE.
L’ultimo studio delle Nazioni Unite su Gaza attesta che l’80% delle famiglie della Striscia riceve una qualche forma di assistenza finanziaria e il 39% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
10) IL 1948
Quest’ultimo punto e’, se possibile, il piu tragico, perche inficia direttamente uno dei piani che vanno per la maggiore tra chi all’interno della comunita internazionale studia un piano per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Un recente report delle Nazioni Unite dimostra che due residenti palestinesi di Gaza su tre – più di un milione di persone – si identificano come rifugiati, ma la maggior parte di questi sono rifugiati del 1948, e non 1967. In altre parole, si tratta dei rifugiati che fuggirono verso la Striscia in seguito alla “pulizia etnica” del 1948, e non della Guerra dei Sei Giorni e della successiva occupazione del 1967. Così, tragicamente, anche una soluzione a due Stati, sulla base dei confini precedenti al 1967, non darà giustizia a questo milione di palestinesi.
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