Il Presidente in carica Barack Obama ha battuto lo sfidante Mitt Romney assicurandosi la vittoria in alcuni Stati chiave, a partire dalla Florida, l’Ohio, l’Iowa, il Colorado, il New Hampshire, la Virginia e il Wisconsin. Obama viene riconfermato da un paese gravato da una disoccupazione vicina all’8%: un risultato eccezionale e con pochissimi precedenti.
Obama vince in un periodo difficile sia a livello interno che globale, con l’economia statunitense e mondiale appesantita da una profonda crisi finanziaria; con rivoluzioni, sconvolgimenti e guerre civili nei paesi arabi; con proteste diffuse contro i governi e le ‘caste’ in America (Occupy Movement), in Europa e altrove; e con le tante crisi internazionali irrisolte, in primis la questione israelo-palestinese, che continuano ad infiammare i sentimenti anti-americani in diverse regioni del globo.
In questo panorama, va sottolineata la duplice importanza della sconfitta del fondamentalista Mitt Romney. Il voto statunitense va apprezzato perché ferma l’assalto che gli estremisti del capitalismo selvaggio stanno lanciando contro i principi di welfare state che il progressista Obama sta cercando di introdurre, in primis l’assicurazione sanitaria obbligatoria a beneficio dei piu poveri.
Per quanto riguarda la proiezione internazionale dello Zio Sam, la sconfitta di Romney permette di evitare una possibile esasperazione di una serie di conflitti internazionali, e in prospettiva evita o smussa sterili e pericolose contrapposizioni – anche ‘culturali’ – con il mondo arabo, con l’Iran e con diverse potenze ‘emergenti’, in primis la Cina.
Obama viene riconfermato, ma con un Congresso diviso – Camera ai repubblicani, Senato ai democratici – e un paese spaccato a metà. Dopo la vittoria, nel suo discorso alla nazione il Presidente ha parlato di unità, speranze e sogni. Ha ribadito il consueto e sempreverde American Dream, sostenendo che l’America è piena di diversità ma un ragazzo nato in una famiglia umile di Chicago o del North Carolina può diventare dottore, scienziato o addirittura Presidente. Ha anche spiegato che l’economia sta migliorando e un decennio di guerra sta volgendo al termine.
Ora sta a lui dimostrare che questo ragazzo di Chicago che ha avuto la fortuna di diventare Presidente può anche cambiare il Paese. Il Presidente deve mettersi immediatamente al lavoro per non tradire la fiducia dei suoi elettori e la speranza del mondo. Nel prossimo quadriennio, le scuse saranno più deboli e i risultati saranno più importanti.
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