Abdolreza Ghanbari, docente presso l’Università Payame Nour di Teheran, Repubblica Islamica dell’Iran, è stato condannato a morte con l’accusa di moharebeh, che significa “inimicizia verso Dio” (o “guerra contro Dio”).
L’insegnante, 44 anni, è stato arrestato il 4 gennaio 2010.
Secondo Labour Start, la confessione dell’uomo è stata ottenuta solo con la forza dopo 25 giorni di interrogatorio.
Persino l’avvocato di Ghanbari, che lo ha difeso nel processo, è stato condannato a sei anni di galera. L’accusa: “propaganda contro il regime” e “atti contro la sicurezza nazionale”.
Ghanbari ha atteso circa tre mesi nel braccio della morte fino a quando la sua condanna è stata confermata dalla Corte d’appello di Teheran nel mese di aprile 2010.
Il professore aveva poi chiesto la grazia, ma la richiesta è stata definitivamente respinta il 28 febbraio di quest’anno dalla Commissione di Giustizia di Teheran, che ha dato il via libera alle autorità di procedere con l’esecuzione.
Ora il professore è in attesa di essere assassinato dal boia di stato.
Secondo Iran Human Rights, il ‘crimine’ del professore sarebbe quello di aver “partecipato alle proteste pubbliche di Ashura inneggiando slogan contro l’ayatollah Khamenei, Guida Suprema dell’Iran.”
L’assassinio di stato è previsto dagli articoli 183 e 195 del codice penale iraniano, che a loro volta si basano su un versetto del Corano (5: 33) che prevede quattro tipi di punizioni per chi “combatte contro Dio”: esecuzione capitale, amputazione incrociata degli arti, crocifissione o esilio. Il versetto conclude: “questa e’ la loro disgrazia in questo mondo, e una punizione severa li aspetta nell’Aldila.”
I musulmani, come gli ebrei, i cristiani e i seguaci di altri culti, credono che esista un’altra vita dopo la morte, nella quale Dio premierà chi lo ha amato e condannerà ad eterne torture chi ha osato mancargli di rispetto.
Aspettando i paradisi sopra alle nuvole, qui nel pianeta Terra sia la Bibbia che il Corano chiedono ai fedeli di distruggere fisicamente gli infedeli. (Ad esempio, la Bibbia chiede ai fedeli di uccidere tramite lapidazione chi pronuncia il nome di Dio invano).
Indipendentemente da tutto ciò, Education International, una federazione internazionale di sindacati di insegnanti, ha pubblicato un appello per chiedere la revoca della condanna a morte del professore iraniano.
Un giorno prima, l’ONU aveva pubblicato un report del relatore speciale sui diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran in cui si chiede una “moratoria sulla pena di morte per tutti i reati fino al momento in cui sara’ dimostrata una effettiva applicazione del diritto ad avere un giusto processo.”
Secondo il report dell’Onu, il numero delle esecuzioni nella Repubblica Islamica dell’Iran è cresciuto di quasi sette volte da meno di 100 casi nel 2003 a circa 670 nel 2011.