Scritto per Vittorio
L’11 gennaio 2012 ricorre un anniversario decisamente scomodo: i dieci anni del campo di detenzione di Guantanamo.
Creato dall’amministrazione Bush per i prigionieri della guerra in Afghanistan (e poi in Iraq), in un decennio Guantanamo ha ospitato 779 persone “sospette” di avere contatti con gruppi terroristici. Molti di questi individui sono stati imprigionati, interrogati e detenuti per anni in totale isolamento. Il tutto senza nemmeno la possibilità di vedere un avvocato.
A tutt’oggi, i prigionieri sono 171. Ognuno di loro costa al contribuente 800.000 dollari l’anno, una cifra 30 volte maggiore di quella spesa per un normale prigioniero sul suolo statunitense.
Le associazioni per i diritti umani sostengono che il solo detenere questi uomini a tempo indeterminato e senza un regolare processo costituisca una forma di tortura. Inoltre, i detenuti lamentano torture fisiche, umiliazioni sessuali, persecuzioni religiose e somministrazioni forzate di droghe. Gli ispettori della Croce Rossa hanno denunciato “forme di tortura” quali la privazione del sonno, la detenzione per lunghi periodi in celle di massima sicurezza a temperature minime e percosse fisiche di vario tipo.
In delle note dell’FBI rese pubbliche nel dicembre del 2004 degli agenti descrivono di aver assistito a una serie di maltrattamenti. “In un paio di occasioni,” si legge in uno dei memorandum, “sono entrato in delle celle per interrogare i detenuti e li ho trovati sul pavimento incatenati mani e piedi in posizione fetale, senza acqua ne cibo. Il più delle volte si erano urinati o defecati addosso, ed erano stati lasciati in quelle condizioni per 18-24 ore o ancora più a lungo.”
Come conseguenza di questi metodi, decine di detenuti hanno finito per suicidarsi. Secondo Amnesty International i suicidi “sono i tragici risultati di anni di detenzione arbitraria e a tempo indeterminato.” Dopo che le Nazioni Unite hanno chiesto senza successo la chiusura del campo di detenzione di Guantanamo, un giudice dell’Alta Corte di Giustizia inglese ha osservato come “l’idea americana di ciò che costituisce tortura… non sembra coincidere con quella della maggior parte delle nazioni civili.”
Nel 2007 Henry King Jr., ex pubblico ministero al processo di Norimberga (1945-1946), ha dichiarato alla Reuters che il tribunale militare di Guantanamo creato ad hoc dal Congresso statunitense nel 2006 “viola i principi di Norimberga” ed è anche “contro lo spirito delle Convenzioni di Ginevra del 1949″ sul trattamento dei prigionieri di guerra. Sempre secondo King, “Robert Jackson, l’architetto di Norimberga, si rivolterebbe nella tomba se venisse a sapere cosa sta succedendo a Guantanamo.”
Guantanamo e’ stata definitivamente smascherata nel 2011, quando Wikileaks ha pubblicato più di 700 file segreti, dai quali emerge con chiarezza che persone innocenti sono stati imprigionate con pretesti banalissimi, internate e interrogate per anni senza la possibilità di avere un avvocato né di fare una chiamata alla propria famiglia. Tra le persone detenute ingiustamente c’erano anche ragazzini di 13 anni, anziani e malati di mente. Chi riesce a riottenere la libertà soffre spesso di problemi fisici e mentali.
Il governo di L’Avana rivendica la sovranità sul territorio della Baia di Guantanamo, situata all’estremità sud-orientale dell’isola di Cuba, che gli Stati Uniti presero in affitto nel lontano 1903. Dal 1960, un anno dopo la presa del potere, Fidel Castro rifiuta il pagamento di locazione da Washington, che ammonta alla cifra oramai ridicola di 5.000 dollari annui.
Durante la campagna presidenziale del 2008 Barack Obama promise di chiudere Guantanamo, che definì “un capitolo triste della storia americana.” Non ha mantenuto la parola. Dopo dieci anni dalla sua creazione, il campo di detenzione è ancora in funzione.
In un mondo pieno di ingiustizie, Guantanamo si erge a vergognoso simbolo dell’ipocrisia occidentale.