Aung San Suu Kyi, l’eroina per la democrazia del popolo birmano, vuole candidarsi alle elezioni suppletive che si svolgeranno il 1 aprile 2012.
Le elezioni serviranno per eleggere 48 nuovi parlamentari, che rimpiazzeranno quelli eletti nel 2010 che hanno poi accettato posizioni nel ramo esecutivo, come ministri di vari dipartimenti del governo, lasciando i loro posti in parlamento vacanti per il divieto di doppia carica presente nell’ordinamento birmano.
Suu Kyi dovrebbe presentarsi nel collegio elettorale in Kawhmu, una zona situata a circa 30 chilometri dalla città di Yangon. La sua vittoria, data per scontata, darebbe all’opposizione una voce autorevole in un parlamento comunque dominato dai filo-militari.
Suu Kyi aveva già stravinto le elezioni del 1990, quando l’esercito non le permise di formare un governo. Suu Kyi ha passato agli arresti domiciliari la maggior parte degli ultimi 20 anni.
Alle elezioni del 2010, le prime dopo due decenni, Suu Kyi era ancora agli arresti domiciliari e non le fu permesso di candidarsi. Fu poi liberata nei giorni successivi al voto.
Oggi parlare di “primavera birmana” appare fuori luogo: continuano gli scontri con i ribelli delle minoranze etniche nelle regioni di frontiera e la battaglia per la Democrazia e i Diritti Umani e’ lungi dall’esser vinta.
Ad ogni modo, con l’eventuale ingresso in parlamento di Suu Kyi e un nuovo rilascio di prigionieri politici dato per imminente, si spera che nel 2012 possa continuare il lungo cammino della Birmania fuori dalla dittatura e dalla povertà più nera.