D1: Perché la morte del “caro leader” e’ un avvenimento importante?
R1: E’ più che importante, e’ cruciale. La Corea del Nord possiede l’atomica ed e’ in rapporti tesissimi con Seoul e Tokyo. Kim Jong-Il accentrava su di se tutti i poteri. La sua morte improvvisa rischia di innescare una serie di reazioni che potrebbero portare al crollo improvviso dell’ultimo stato-prigione stalinista al mondo, con conseguenze immani in termini di rifugiati che potrebbero cercare di scappare in Corea del Sud, senza contare il rischio violenza interna. Inoltre, il “caro leader” lascia il regime in mano a un successore, suo figlio, giovanissimo ed inesperto.
D2: Cosa faranno gli USA?
R2: Per ora sono in allerta e stanno a guardare, cercando di capirci qualcosa. Gli USA hanno rapporti militari strettissimi con Corea del Sud e Giappone e piani di difesa comune.
D3: E la Cina?
R3: La Cina e’ l’unico attore internazionale ad avere un occhio dentro la Corea del Nord. Washington e Seoul da diverso tempo, e soprattutto dopo il primo infarto di Kim Jong-Il nel 2008, avevano chiesto a Pechino di fare tutto il possibile per aprire un dialogo significativo sulla possibile instabilità di Pyongyang in caso di morte del dittatore. Non si sono fatti grossi passi avanti.
D4: Kim Jong-un sara’ capace di guidare la Corea del Nord?
R4: Non lo possiamo sapere. Kim Jong-Il aveva avuto 14 anni per prepararsi a diventare leader prima della morte del padre nel 1994. Kim Jong-un solo tre. (Prima aveva passato diversi anni all’estero per motivi di studio.) Inoltre ha meno di trent’anni, in una società dove anche l’anzianità conta. Come se tutto questo non bastasse, il giovane leader sale al potere assoluto in una situazione interna e internazionale difficilissima.
D5: Che ne sara’ dei negoziati tra USA e Corea del Nord sul nucleare?
R5: Non sappiamo nemmeno questo. Per il momento, sono tutti con il fiato sospeso. In questi giorni si sarebbero dovuti svolgere i negoziati per gli aiuti alimentari occidentali (senza dei quali milioni di coreani rischiano la fame) e la questione nucleare, che Kim Jong-Il utilizzava proprio per estorcere aiuti alla comunità internazionale. Ora ovviamente e’ tutto bloccato.
In conclusione, la speranza e’ che il nuovo leader riesca a mantenere autorità all’interno del regime (partito, burocrati, esercito) e allo stesso tempo mantenga e acceleri le piccolissime aperture che si stavano intuendo negli ultimi anni. Si spera che questo giovane formatosi all’estero possa avere la saggezza di traghettare il suo paese verso un tipo di società più libera, più giusta e meno affamata.
UPDATE: L’analisi di Francesco Sisci: approfondimento sulla Corea del Nord