Le dichiarazioni del leghista Gianluca Buonanno possono apparire rozze, e di fatto lo sono. Possono far sorridere, e infatti mezza Italia ci sta ridendo sopra. Ciò non dimostra che la Padania sia un concetto da ridere.
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Secondo Benedict Anderson, uno dei maggiori storici del nazionalismo, una nazione è, per l’appunto, una costruzione culturale, una “comunità immaginata“. Ciò significa che l’Italia, l’Irlanda, il Canada, l’Indonesia, il Belgio, la Svizzera, Monaco, il Sud Sudan, Singapore, Timor Est e ogni altro stato-nazione al mondo esistono perché un relativamente piccolo gruppo di persone ha immaginato e costruito queste nazioni, convincendo in qualche modo (con propaganda, giornali, scuole, guerre, accordi, diplomazia, “russificazione”, matrimoni tra famiglie reali, pulizie etniche, ecc) un relativamente più ampio gruppo di persone della loro esistenza. La nascita della nazione italiana o irlandese, canadese o singaporiana sono avvenute per determinate coincidenze storiche e per volontà di un gruppo di individui, non per volontà divina o di madre natura. Queste nazioni un tempo non esistevano, oggi esistono e domani potrebbero non esistere più. Quanti stati negli ultimi anni, decenni, secoli o millenni si sono divisi, disciolti, frantumati, o sono scomparsi del tutto?
In conclusione, la Padania oggi non esiste perchè Buonanno ed altri sedicenti nazionalisti padani non sono ancora riusciti a convincere un numero sufficiente di persone dell’esistenza della loro “comunità immaginata”. Quando e se ci riusciranno, fra un anno o fra un millennio, la Padania potrebbe essere riconosciuta dalla comunità internazionale come uno stato-nazione, come accaduto quest’anno con il Sud Sudan. Se non ci riusciranno, la Padania rimarrà il frutto dell’immaginazione di un gruppo minoritario di individui, come, tanto per fare altri esempi, la ‘nazione’ senza stato scozzese, o quella cecena, corsa, catalana, basca, quebecchese, karen, kurda, tibetana, e via dicendo.
[Scritto per Cittadino Globale, n.1, 2012]