BANGKOK – Nella capitale thailandese si respira una strana atmosfera, come un’ultima cena prima della tragedia. Gli scaffali dei supermercati si stanno svuotando perché la gente fa scorta di cibo e acqua. Gli autisti mettono in salvo le automobili parcheggiandole sui cavalcavia e sulle autostrade sopraelevate che tagliano la metropoli. I miei vicini costruiscono dei muri di cemento davanti alla porta di casa, mentre le attività commerciali piazzano sacchetti di sabbia di fronte alle vetrine.
Non sta per scoppiare una nuova guerra civile, ma si teme semplicemente l’acqua, l’inondazione, che ha accerchiato la città oramai da diversi giorni e ha causato circa 300 morti in tutto il paese. Oggi le chiuse dei canali attorno a Bangkok sono state aperte e la capitale potrebbe essere sommersa da una marea d’acqua che in alcune zone potrebbe raggiungere i due metri. I circa 10 milioni di abitanti sono stati avvertiti dalle autorità di mettere in salvo i propri averi nei piani alti delle abitazioni.