A Tripoli si festeggia la fine di Gheddafi. Il Colonnello si sbagliava: i “ratti” hanno vinto e lui ha fatto la fine del topo, assassinato a freddo o ucciso in uno scontro a fuoco. Per alcuni rimane la pietà per la morte di un essere umano, per altri prevale la gioia per la fine di un “regime orwelliano” che durava dal 1969. Un caro amico libico, di cui non faccio il nome, dice che oggi si sente per la prima volta un “cittadino libero di un paese senza dittatore pazzo” (sic). Resta da vedere cosa ne sarà della Libia e dei nostri rapporti, commerci e interessi con questo paese.
UPDATE: Per il resto, non so come definire l’intervista di La Russa a SkyTG24 … retorica? Banale? Imbarazzante? Fascista? Post-fascista? Neo-colonialista? Fuori della realtà? Sorvoliamo sulla classica banalità del colonialismo ha costruito le infrastrutture, che vale tanto quanto le bonifiche di Mussolini, le autostrade di Hitler e l’industralizzazione di Stalin, ma La Russa è addirittura riuscito ad affermare che il risentimento libico per il colonialismo italiano era un’invenzione di Gheddafi. Come se decenni di colonialismo, con annessi i crimini della “Riconquista della Libia“, vale a dire circa 100.000 vittime su una popolazione di 800.000, non abbiamo potuto generare nessun risentimento tra i locali. Realtà parallele.