Bangkok – Il Sig. Wanchai, un cittadino singaporiano di sessant’anni, e’ stato condannato a 15 anni di carcere per la aver diffuso volantini ritenuti offensivi nei confronti del re e della monarchia.
In Thailandia, la figura del Re Bhumipol e’ considerata semi-divina ed e’ in vigore una legge sulla lesa maestà particolarmente draconiana, l’articolo 112 del codice penale, che si applica allo stesso modo sia sui cittadini thailandesi che sugli stranieri.
Wanchai era stato arrestato il 6 aprile 2009 nel corso di una manifestazione di protesta delle camicie rosse mentre stava distribuendo volantini di 6 pagine che contenevano critiche verso la politica thailandese dopo il golpe militare del 2006. Sono state proprio gli uomini del servizio d’ordine delle camicie rosse a consegnare Wanchai alla polizia.
Secondo l’accusa rivoltagli dai magistrati, l’imputato ha “insultato, diffamato e minacciato” il re, distribuendo un documento che iniziava con un celebre discorso del Re – “Io regnerò in modo giusto per il bene e la felicità del popolo siamese” – ma che conteneva commenti ritenuti offensivi ed aventi l’intenzione di convincere i lettori a perdere la loro fede e il loro rispetto per il re e la monarchia.
Wanchai ha vissuto in Thailandia per oltre 30 anni e parla fluentemente il thailandese. Non e’ assolutamente il primo a finire in galera per il reato di lesa maestà. A maggio uno statunitense era stato arrestato per un link nel suo blog. A marzo era stato incarcerato un webmaster thailandese. Secondo il rapporto sulla Libertà di Stampa pubblicato da Freedom House nel 2011, la Thailandia e’ un paese NON LIBERO.