Farebbe comodo a molti, la Pazzia di Breivik.
Farebbe comodo a tutte le destre europee, che potrebbero sostenere che le loro idee non sono state macchiate da schizzi di fango, o di sangue.
Farebbe comodo a tutti i profeti dello scontro delle civiltà o dell’invasione islamica, che potrebbero continuare a chiedere delle reazioni straordinarie a difesa dell’Europa, la fortezza assediata.
Farebbe comodo a tutti quelli che vorrebbero continuare con la strategia della demonizzazione degli “altri” e con la retorica dell’anti-islamismo.
Farebbe comodo a tutti coloro, in sostanza, che non capiscono che l’Europa di oggi non e’ più quella di ieri, che non era quella dell’altroieri. E che la nostra cultura cambia da sempre e continuerà a farlo, proprio grazie agli scambi, alla globalizzazione e alle migrazioni — fenomeni che vanno compresi e gestiti, favoriti o limitati, ma non semplicisticamente condannati e combattuti con gli slogan o con i fucili.
Farebbe comodo a tutti coloro che si ritrovano in tutto o in parte con l’analisi sociologica di Breivik: dai fallaciani ai sionisti, dagli anti-islamici di ogni risma al semplice cittadino italiano affascinato da slogan propagandistici del tipo “padroni a casa nostra”. Slogan apparentemente di buon senso, ma che rischia di aprire le porte a discorsi autoritari. Perché, nonostante questa cosa sia difficile da spiegare alle persone più semplici, una democrazia non è esattamente come una casa o una “famiglia tradizionale”. Non c’è un padre padrone che decide, con la moglie e i bambini che obbediscono. Al contrario, in una democrazia le persone sono cittadini e godono tutti degli stessi diritti e doveri.
Farebbe comodo a quegli italiani che riescono a giustificare anche il loro odio verso i bambini, quando essi appartengono ad un’altra famiglia, tribù, religione o nazionalità.
Farebbe comodo a tanti catalogare Breivik come “pazzo” e con questo eludere ogni tipo di analisi sulle sue idee. Ma Breivik non e’ pazzo. O, almeno, speriamo non lo sia.