La strana storia del partito che ha una svastica nel simbolo, mette gli animali nei manifesti elettorali e invita i suoi elettori a non votare.
Bankgok – La Thailandia è un paese dalle mille stranezze e la sua politica non fa eccezione. C’e’ un partito che si chiama Partito della Nuova Politica (in lingua thailandese: พรรคการเมืองใหม่, ก.ม.ม., o Karn Muang Mai, KMM) e che della politica ha un concetto tutto suo.
MONARCHICI e ULTRA-NAZIONALISTI – Il KMM è una creazione delle camicie gialle, quel movimento ultra-monarchico che si è opposto con ogni mezzo al governo del controverso primo ministro Thaksin Shinawatra, cacciato da un colpo di stato militare nel 2006, e a tutti i partiti filo-thaksiniani. Nel 2009 i gialli hanno accolto con soddisfazione il ribaltone che ha portato al potere Abhisit e il suo Democrat Party, ma nel giro di poco tempo hanno iniziato ad attaccare anche il governo Abhisit, giudicato troppo molle nella gestione del conflitto con la Cambogia intorno al tempio di Preah Vihear. Nel giro di pochi mesi, i gialli si sono palesati come un movimento ultra-nazionalista. Non avendo piu nessun referente al governo o in parlamento, si sono fatti il loro partito: il KMM.
POLITICI ANIMALI – Il KMM ha tappezzato il paese di manifesti elettorali con animali in giacca e cravatta e scritte del tipo: “non mandate gli animali in parlamento”. Gli animali rappresentano i politici degli altri partiti. Nei manifesti ci sono almeno cinque animali: bufalo (che nella cultura thailandese è sinonimo di lentezza e stupidità), tigre (pigrizia), cane (rumoroso e attaccabrighe), varano (cattiveria), coccodrillo (pericoloso), scimmia (falsità, tradimento).
BUDDHISMO E SVASTICA – In Thailandia paragonare qualcuno a questi animali è dunque un insulto bello e buono. E insultare è un qualcosa di particolarmente grave in un paese buddhista, visto che uno dei fondamenti della religione fondata dal Risvegliato due millenni e mezzo fa è proprio il retto parlare, che sostanzialmente va interpretato come: non mentire, non offendere e non utilizzare un linguaggio violento o che potrebbe causare infelicità negli altri. Ironicamente, il KMM si presenta come un partito moralizzatore, un movimento dagli alti standard etici e religiosi, tanto da aver adottato come simbolo una svastica, che nella tradizione buddhista (nonché in una miriade di civiltà euroasiatiche) rappresenta la vita, l’eternità, il benessere, la forza morale.
VOTARE FA MALE – Secondo il KMM, tutte le altre formazioni politiche thailandesi sono solo gruppi di interesse e dunque non sono in grado di pensare ai veri problemi del paese. Ma il KMM ha una soluzione: sostituire il Parlamento nazionale con un’assemblea in gran parte non elettiva: una camera formata da un 30 per cento di deputati eletti dai cittadini e da un 70 per cento di deputati cooptati dal re e da associazioni di categoria. Secondo la particolarissima visione della politica delle camicie gialle, questa riforma permetterebbe di raggiungere il loro ideale di “politica pulita”, anche se non si capisce bene come e perché un deputato nominato sarebbe meno facilmente corruttibile di uno scelto dai cittadini. Ad ogni modo, per raggiungere i loro obiettivi, i gialli chiedono ai loro simpatizzanti di “votare NO”. In Thailandia votare è obbligatorio, pena (in teoria) la perdita di alcuni diritti civili, ma è possibile recarsi alle urne e mettere una croce su un quadratino con scritto “NO”, una sorta di voto contro tutti gli altri partiti. I gialli chiedono questo tipo di voto, nella speranza che un alto numero di NO possa creare un impasse istituzionale. In questo caso sarebbe necessario un intervento dell’anziano monarca Rama IX, e i gialli vedrebbero realizzato il loro sogno di un parlamento nominato dal re.
FASCISMO GIALLO – Secondo molti osservatori le camicie gialle e il loro partito politico sono un movimento falangista, vale a dire ultra-nazionalista e neo-fascista, e dunque particolarmente pericoloso per la fragilissima democrazia thailandese. L’Asian Human Rights Commission (AHRC) ha pubblicato un documento nel quale si legge:
“Alcuni hanno descritto l’agenda [delle camicie gialle] come fascista. Questa non è un’esagerazione. Le tante dittature nella storia moderna della Thailandia hanno apprezzato, espresso e usato molte simbologie e politiche fasciste, e i residui di questa storia possono essere ritrovati nel linguaggio e nel comportamento dei leader delle camicie gialle di oggi”.
Il Regno della Thailandia si trova nel bel mezzo di una difficilissima fase storica, e le camicie gialle con i loro buffi manifesti aggiungono solo incertezza e tensione su un quadro socio-politico estremamente delicato.
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