A meno di due settimane dalle elezioni nazionali del 3 luglio, l’opposizione si dice sicura della vittoria. E i sondaggi lo confermano: 51,6%
Bangkok – Il 3 luglio in Thailandia si terranno le elezioni generali. Arrivano dopo anni in cui la situazione politica thailandese non ha fatto altro che avvitarsi su se stessa. Una società profondamente divisa ha generato gravi tensioni politico-sociali: le opposte manifestazioni di piazza hanno destabilizzato il Regno, frenato la crescita e danneggiato l’industria del turismo. Nel maggio del 2010 la prolungata occupazione della zona commerciale di Bangkok da parte delle camicie rosse fini’ in tragedia e il sangue scorse copioso nelle vie della capitale.
Oggi il partito di opposizione Pheu Thai (PT, Per i Thailandesi) e’ il grande favorito. La 43enne Yingluck Shinawatra (foto sopra), capolista del PT, spera di diventare la prima donna a guidare un governo nella storia di questo paese. Yingluck e’ la sorella minore di Thaksin, popolarissimo ma controverso ex premier cacciato da un colpo di stato militare nel settembre del 2006. Senza alcuna esperienza in politica, in pochi mesi questa bella manager di successo sembra comunque essere riuscita a conquistare la fiducia del suo elettorato.
Il premier Abhisit, leader del PP (Phak Prachathipat, Partito Democratico), al governo dal 2008 grazie all’appoggio dell’establishment monarchico e militare, in un’intervista al Bangkok Post ha ammesso che durante il suo mandato il suo governo non è riuscito a mantenere le aspettative della gente. Si è giustificato spiegando che è stata una conseguenza del fatto che il suo partito non poteva contare su di una maggioranza assoluta in parlamento ed era perciò frenato dai compagni di coalizione. Per questo Abhisit ha chiesto il voto popolare per ottenere una maggioranza assoluta: “datemi la maggioranza in parlamento e vi garantisco che tutte le promesse saranno mantenute”.
Purtroppo per Abhisit, pare che gli elettori lo deluderanno. anche questa volta. La Suan Dusit Rajabhat University ha intervistato più di centomila elettori (per la precisione: 102.994 persone) ed ha pubblicato i risultati di questo mastodontico sondaggio sul suo sito il 19 giugno. I rossi del Pheu Thai dovrebbero aggiudicarsi il 51,6% dei voti. Una percentuale che gli varrebbe 64 dei 125 seggi ripartiti secondo il criterio proporzionale, più circa la meta’ dei restanti 375 seggi, assegnati secondo il metodo maggioritario. Il PP di Abhisit dovrebbe invece fermarsi a 43 seggi nella lista proporzionale e 100 o 120 nei college unici.
Se le elezioni thailandesi fossero una corsa di cavalli, potremmo dire che siamo oramai alla dirittura di arrivo e il cavallo rosso sembra aver staccato quello blu di diverse lunghezze. Il problema e’ che la politica di questo paese e’ ben piu oscura del nobile mondo dell’ippica, e il cavallo rosso potrebbe trovare sulla sua strada una serie di ostacoli insuperabili, quali – tanto per fare un esempio – una serie di squalifiche ai suoi migliori fantini che potrebbero alterare di molto i risultati finali e la volontà popolare. Ad ogni modo, qualunque saranno i risultati definitivi, difficilmente assisteremo a una normalizzazione della situazione socio-politica thailandese. Più probabilmente, laceranti tensioni sociali continueranno a segnare la situazione di questo paese anche negli anni a venire.