Secondo alcuni quotidiani, la situazione all’impianto di Fukushima sarebbe ancor più grave di quanto ci e’ stato raccontato fino ad oggi. Il “combustibile” nucleare fuso potrebbe essere fuoriuscito dagli involucri dei reattori 1 e 3, il che avrebbe portato o potrebbe portare a una grave contaminazione del suolo intorno alla centrale nucleare.
Quella di Fukushima va considerata come una delle piu gravi catastrofi nucleari della storia, della quale ancora dobbiamo capire bene la portata. Ma le filosofie orientali spiegano come anche nel peggior male ci sia del bene. Dunque terremoto, tsunami e disastro nucleare, oltre a morte e distruzione, potrebbero generare qualcosa di molto positivo. Difatti, il premier giapponese Kan ha dichiarato:
Fukushima e’ stata una grande lezione. Abbiamo deciso di guidare il mondo verso un futuro di energia pulita, come quella solare.
Kan intende costruire questo futuro partendo da un importante progetto di “solarizzazione” del Paese del Sol Levante. Il progetto prevede l’obbligo dell’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di ogni nuovo edificio, sia pubblico che privato.
L’obbligo non dovrebbe partire prima dal 2030, ma la mossa dimostra chiaramente che il Giappone sta ripensando seriamente la sua politica energetica. L’obiettivo è ridurre notevolmente l’uso di energia proveniente da fonte nucleare e di portare quella prodotta dalle rinnovabili al 20% entro il 2020.
A dire la verità, il traguardo del 20% non e’ troppo ambizioso, ma ad ogni modo estremamente realistico. Nel brevissimo periodo, infatti, vanno considerati gli elevati costi delle celle fotovoltaiche e la loro resa non ottimale. Dunque il programma giapponese si realizzerebbe in modo graduale nel corso dei prossimi vent’anni, con una fase iniziale caratterizzata da un cospicuo investimento nella ricerca sulle fonti rinnovabili, per poi arrivare, entro il 2030, all’obbligo di installare i pannelli solari più moderni, economici ed efficienti in tutto il paese.
Per lungo tempo molti hanno ritenuto l’energia nucleare come la principale alternativa ai combustibili fossili. Questa affermazione viene oggi rivista attraverso il prisma della catastrofe di Fukushima, nonché da un’analisi costi-benefici, data la necessità di garantire norme di sicurezza ancora maggiori di quelle utilizzate fino ad oggi. Secondo il Ministero dell’Economia giapponese, entro 15 o 20 anni l’energia solare avrà un costo uguale a quella nucleare, con l’enorme vantaggio di non essere pericolosa o nociva, di non generare scorie e di essere infinita. Queste sono alcune delle ragioni che stanno dietro alla scelta dei paesi, come Germania e Svizzera, che hanno deciso di uscire del tutto dal nucleare.
In futuro, una politica energetica di successo dovrà prendere in considerazione sia l’economicità che la compatibilità ambientale. Essa dovrà inoltre garantire la sostenibilità e la sicurezza. In un mondo in cui, a livello globale, le energie rinnovabili stanno diventando sempre più commercialmente redditizie, le scelte di Germania, Svizzera ed ora anche Giappone appaiono razionali e lungimiranti.
In Germania, Svizzera e Giappone non c’e’ più spazio per nuove centrali nucleari. Il futuro sara’ il sole, il vento, l’acqua e il calore della terra.