La Vespa di mio nonno Wilson Fratticcioli

chiavistello portone cantina Foto Alessio Fratticcioli

Il chiavistello della cantina

Domenica, pochi giorni fa. Pranzo da mia zia, nella nostra vecchia casa di famiglia. Un casolare che appartenne a mia nonna Oriana e prima di lei ai suoi nonni. Gente che aveva un pezzo di terra e decise di tirare su quattro mura, centotrenta anni fa.

Dopo cinquant’anni, in questa casa arrivò l’energia elettrica. Dopo ottanta venne fatto anche un cesso. Il casolare passò ai loro figli e poi ai figli dei loro figli. Poi nonna si spense, troppo giovane, prima ancora che io nascessi. Nonno Wilson invece e’ morto un anno fa: oggi non rimane più nessuno che abbia conosciuto la gente che ha tirato su il casolare.

Decido di fare un giro per questa casa antica, per stanze che vedo per la prima volta senza nonno. Mi dirigo verso le cantine, quelle che fino a qualche decennio fa erano le stalle per i cavalli. C’e’ un portone di legno, con un chiavistello di metallo pesante.

Le cantite sono scure. Penombra. Tra la polvere, oggetti vecchi di cento anni.

Ci sono panni, tavoli, chiodi, giraviti, tenaglie, zappe, vanghe, pale, picconi, piccozze, forche, rastrelli e raschiatoi. Attrezzi. Utensili. Cose. Roba. Cianfrusaglie.

Ricordi.

Oggetti non miei. Utensili appartenuti a chi mi ha preceduto.
A chi fatto queste cantine. A chi ha vissuto in questa casa. A chi ha comprato questa roba. Alle mani callose di operai e contadini, pastori e macellai. Le mani di chi ha lavorato con questi attrezzi. Le mani di chi ha fatto anche me.

Il sole filtra attraverso un buco che ha la funzione di finestra. La luce è un fascio chiaro. Accarezza la polvere sospesa tra me e quel buco. Respiro questa polvere. Mi entra dalla bocca e dalle narici e mi scende in gola e nei polmoni. Anche questa polvere potrebbe essere di chi mi ha preceduto. E’ sospesa in aria, tra le generazioni.

Poi compare una Vespa. Mi osserva col suo fanale rettangolare.

Siamo io, lei, la roba, la polvere e il silenzio.

Sembra viva. La guardo e non si muove. E’ bella. E ora ricordo.

È la Vespa di mio nonno Wilson Fratticcioli. È stata la sua compagna di viaggio. È molto vecchia, è tutta coperta, avrà quarant’anni. Ha una ruota di scorta, uno specchietto rotto, una bianca criniera e quel fanale in testa. Una decina d’anni fa nonno mi disse prendila, usala tu che sennò non la usa più nessuno.

Non la usai mai. Poi la dimenticai. E ora torno a guardarla, dopo anni. Penso che sia bella, elegante, forte. Meravigliosa.

Passano i minuti e forse le ore. Io e la Vespa. Poi arriva zia. Le chiedo della roba, della casa. Lei divide i suoi ricordi. Me ne fa dono.

Non ho vissuto quei momenti ma sono vite anche mie.

È la mia famiglia. La casa dei miei trisavoli. La Vespa di mio nonno.

Nonno nacque quasi sessant’anni prima di me. Ma la sua storia è anche la mia. La povertà, il Fascismo, la Guerra, la Jugoslavia. La prigionia, la Liberazione, il matrimonio, il Lavoro. Il PCI, la famiglia, l’emigrazione. Il bar, il vino, la pensione. La casa. Questa cantina. La Vespa.

Questa Storia è anche la mia Storia. Di nonno Wilson ho il naso, il sorriso e questa Vespa. La Vita di chi ci ha preceduto continua in Noi. Con Noi. Ed è l’unica forma di immortalità.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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