Da Hollywood a Chinawood, il sogno cinese passerà per i nostri schermi
Il Potere di un Impero passa anche attraverso l’immagine di sé che riesce a proiettare nel mondo. Gli Stati Uniti inondano il pianeta di film hollywoodiani da ormai un secolo. Attraverso il cinema e la televisione, miliardi di esseri umani hanno imparato a dire okay invece di “va bene” e a indossare i jeans invece di gonne, sarong o pantaloni di velluto o cotone. In definitiva, la Terra intera si e’ “americanizzata” anche grazie a Hollywood. Chi può escludere che nei decenni a venire il pianeta possa essere investito da un’ondata sinizzatrice proveniente da una Chinawood?
EGEMONIA CULTURALE – Nel secolo XXI assisteremo probabilmente al passaggio di consegne della leadership mondiale tra nord-america e Asia. La Repubblica Popolare Cinese, nonostante le sue mille debolezze, e’ la principale candidata a divenire la nuova superpotenza mondiale. Ma come spiegava Gramsci, nessun nuovo ordine può nascere e nessun potere può reggersi senza detenere anche un’egemonia culturale, cioè la capacita’ di «imporre ad altri […] i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso sistema di controllo». Per creare un’egemonia culturale mondiale, i mandarini di Pechino hanno bisogno di utilizzare non solo la forza economica ma anche le immagini e i sogni del cinema.
IL MITO FONDATIVO – Una svolta in questo processo di creazione del mito cinese contemporaneo c’e’ stata nel 2009, quando il regime di Pechino ha voluto celebrare i suoi 60 anni con un kolossal – The Founding of a Republic – un poema epico cinematografico che racconta le sanguinose battaglie che dal 1945 portarono alla definitiva vittoria di Mao nel 1949. Questo film celebrativo e propagandistico e’ stato diretto dallo stesso Han San-ping, una sorta di Citizen Kane orientale, presidente dell’azienda cinematografica di stato China Film Group. Tra gli attori, grandi star come Jet Li, Jackie Chan, Stephen Chow e Zhang Ziyi (foto sopra) si sono prestati volentieri per ruoli di secondo piano e marginali per puro spirito patriottico. La storia della lotta tra Mao e Chiang Kai-shek ha attirato oltre 10 milioni di spettatori, anche se pare che molti dipendenti pubblici siano stati sostanzialmente costretti ad andare a vederlo. Il film ha raccolto quasi 50 milioni di euro, una cifra enorme per il mercato cinese. L’anno successivo, il 2010, i cinesi hanno prodotto un nuovo kolossal, una biografia del filosofo Confucio (con Chow Yun-Fat, star di Pirati dei Caraibi), un polpettone che all’estero ha attirato più critiche che lodi.
HOLLYWOOD CINESE – Tutte queste opere mastodontiche vengono create nello studio cinematografico più grande del mondo, gli Hengdian World Studios, una vera e propria città del cinema a cinque ore di macchina da Shanghai. Più grande che gli Universal e Paramount Studios messi insieme, Hengdian ha già sorpassato Hollywood per volume di opere create, tanto da guadagnarsi il soprannome di Chinawood. A riprova del nuovo sogno cinese, gli studi sono una proprieta privata appartenente al Sig. Xu Wenrong, un ex contadino diventato miliardario. Per ora, la Cina si concentra sulle grandi produzioni, anche per resistere meglio al temuto e ammirato modello americano. Addirittura, per difendere i film cinesi esiste un limite di 20 film stranieri distribuiti annualmente in revenue sharing. Inoltre, i film americani non vengono fatti uscire durante i periodi di vacanza, quando la gente affolla le sale, e non appena la quota di film stranieri rischia di superare il 50% degli spettatori i film vengono direttamente rimossi dalle sale. Ad esempio, la distribuzione del Codice Da Vinci è stata fermata dopo sole tre settimane.
IL BOOM DEL CINEMA – Grazie a queste misure protezionistoche e alla progressiva creazione di un vasto esercito di piccolo borghesi con le possibilità economiche e l’interesse di andare al cinema o comprare un DVD, nel 2010 gli introiti sono saliti del 64%, pari a più di un miliardo di euro. Il numero delle sale cinematografiche e’ raddoppiato negli ultimi quattro anni. Secondo le statistiche la Cina diventerà il secondo mercato cinematografico mondiale dopo gli Stati Uniti nel 2012. Dopo aver creato un forte mercato interno, il passo successivo sara’ quello di conquistare gli schermi occidentali.
Per la Cina, la supremazia mondiale passera’ anche attraverso gli schermi di casa nostra.