Il lato oscuro del “Paese dei Sorrisi”. Modernità e tradizione in una Thailandia che è entrata nel futuro portandosi dietro credenze millenarie
A fine novembre il “Paese dei Sorrisi” è stato sconvolto da un’orribile scoperta: circa duemila feti umani di diversi pesi e dimensioni nascosti in un wat nel cuore di Bangkok. Un forte odore aveva attirato la polizia fino al Wat Phai Ngern — o “Tempio del Bambù d’Argento” — luogo del sinistro ritrovamento. I feti, rinchiusi in identici sacchetti di plastica bianca, erano nascosti in una camera mortuaria dove generalmente sono tenuti i cadaveri in attesa di cremazione. A caldo, il tenente colonnello della polizia Kanathud Musiganont dichiarò che alcuni feti erano rimasti nascosti nel tempio per addirittura un anno. A due mesi dallo scandalo, tre persone sono già state arrestate: due becchini, rei di aver nascosto i corpi, e un dipendente di una clinica per aborti clandestini, con l’accusa di aver eseguito aborti, proibiti per legge, e di gestire un ambulatorio medico senza licenza. I becchini potrebbero essere condannati ad un massimo di un anno di galera, mentre l’impiegato della clinica rischia fino a cinque anni.
NON UCCIDERE
La vicenda in Thailandia è stata vissuta come una vergogna nazionale, con una parte dell’opinione pubblica che ha definito “medievale” la legge che vieta la procedura di interruzione di gravidanza, obbligando ogni anno centinaia di migliaia di donne e ragazze a rivolgersi a costose e non sempre professionali cliniche private. Il governo thailandese, dal canto suo, ha risposto alle critiche promettendo di migliorare l’educazione sessuale tra i più giovani, ma ha continuato a difendendere la legislazione anti-abortista. Le ragioni governative sono comprensibili in un Regno dove le tradizioni sono gelosamente custodite da un monarca semidivino (Devaraja) e ubbidientemente rispettate dalle masse, almeno formalmente. Inoltre, la stragrande maggioranza della popolazione segue il Buddismo Theravada, o “Via degli Anziani”, una corrente ortodossa che si caratterizza per la rigida linea conservatrice la cui Sangha, la comunità dei monaci, ha come obiettivo primario lo studio mnemonico dei testi sacri ed il passaggio di questa tradizione ai posteri. La Sangha, che detiene un fortissimo potere di guida morale su questa nazione asiatica, è dogmaticamente contraria alla liberalizzazione dell’aborto, in quanto il buddhismo vieta ogni tipo di uccisione. Ma mentre all’interno della società thailandese si sviluppa un dibattito sull’aborto che non differisce troppo da quello presente in molti altri paesi, in questa storia rimane un grosso interrogativo: perché i feti sono stati nascosti nel tempio per mesi e mesi, senza essere sepolti o cremati?
MODERNITÀ E TRADIZIONE
Per avvicinarsi ad una spiegazione occorre superare quell’immagine patinata della Thailandia che emerge dalle guide turistiche o da un veloce pernottamento presso le più rinomate località di vacanza ed entrare nel cuore pulsante di questa società. Mai come in Thailandia le teorie degli illuministi si dimostrano errate. Chi come loro aveva predetto che la scienza e la tecnologia avrebbero spazzato via credenze e religioni dovrebbe provare a farsi un giro per le strade di Bangkok. Ragazzi con laptop o smartphone in mano si fermano davanti alle bancarelle che vendono amuleti, macchine di grande cilindrata si accostano al marciapiede per comprare corone di fiori da offrire a statue di divinità o monaci, distinti signori entrano in librerie dove testi sull’oroscopo sono sullo stesso scaffale di bibbie, corani e manuali di economia aziendale. Da anni questa nazione ha abbracciato la modernità: nazionalismo, finanza, grattacieli, skytrain, moda e telefonini. Ma superate le apparenze e gli stereotipi più banali, ci si accorge che il Paese dei Sorrisi è anche un paese di spiriti e fantasmi, un luogo incantato dove paranormale e antiche credenze sono realtà ovvie e naturali. Questa forte convinzione nell’esistenza del soprannaturale e delle energie cosmiche influenza ogni aspetto della vita di questo popolo, dalle convinzioni religiose all’architettura, dalla politica ai programmi televisivi, dalle pubblicità fino alle attività commerciali. Nulla di strano, dunque, se nel decidere dove e come costruire un nuovo edificio un ingegnere sia “coadiuvato” da un esperto di geomanzia cinese. Naturale anche che l’inaugurazione dello stesso edificio sia accompagnata da una cerimonia religiosa e dalle preghiere del monaco officiante. Pratiche scontate in un Paese in cui all’interno di ogni casa o attività commerciale si trova un altare per gli Spiriti a cui offrire quotidianamente cibo e doni per attirare la buona fortuna e placare le anime in pena che potrebbero aggirarsi in quel luogo. In Thailandia persino le più importanti decisioni familiari, o di affari, o addirittura di Stato, richiedono la consultazione di un indovino: difficilmente una coppia convolerà a nozze se gli astri non saranno favorevoli, ma probabile anche che il primo ministro decida la data di inaugurazione di una nuova autostrada o di un nuovo edificio in base al parere del monaco o indovino di fiducia.
FANTASMI, SPIRITI, ESORCISTI
Fantasmi e spiriti, insomma, sono vivi e vegeti nella vita quotidiana dei thailandesi. Storie di anime in pena e di spettri sono così popolari che le sale cinematografiche che proiettano film dell’orrore sembrano non conoscere crisi. Persino nei giornaletti per bambini i fantasmi sono uno dei temi più ricorrenti. Ma in questo paese gli spiriti non sono solo roba da ridere o un innocente passatempo. La stragrande maggioranza dei thailandesi crede nell’esistenza dei fantasmi e una buona parte di loro crede di averne visti alcuni. Si badi bene, il fenomeno non è ristretto ai contadini semianalfabeti delle regioni più rurali; al contrario, persino buona parte degli studenti universitari della capitale ammette di temere gli spiriti, e quasi tutte le persone con le quali ho affrontato l’argomento, compresi alcuni raffinati intellettuali, avevano una storia vissuta in prima persona da raccontare. E nn ci si annoia, perché nella cosmologia thailandese esistono una miriade di spiriti, ognuno con una sua caratteristica. Tra i più celebri: i Phi Am, spiriti che siedono sul fegato delle persone, durante il sonno, causando fastidi e dolori; i Phi Braed, fantasmi giganti, molto temuti perché capaci di uccidere i genitori; i Phi Chamob, che infestano il luogo della giungla dov’è morta una donna; i Phi Duat Leut, che come i vampiri succhiano il sangue delle loro vittime; i Phi Ha, gli spiriti di donne morte di parto, considerati particolarmente pericolosi; i Phi Hai, che infestano i luoghi dove qualcuno è morto in modo violento o innaturale (spesso entrano nel corpo dei viventi e vanno cacciati con esorcismi o a frustate); il Phi Kra Hang, uno spirito notturno dalle sembianze di uomo alato; e, senza andare troppo oltre, il Phi Krasue, uno degli spettri più conosciuti e temuti, sempre affamato di carne umana e assetato di sangue, che prende le sembianze di donne e plana sulle sue vittime col suo abito lungo che nasconde la parte inferiore del corpo, priva di gambe e dal quale penzolano le intestina insanguinate. Per combattere questa schiera infinita di creature, c’è una sorta di Ghost Buster: il Mho Phi, che letteralmente significa “dottore degli spiriti”. Questi esorcisti in salsa thailandese impiegano tecniche e pratiche diverse a seconda dello spettro che si trovano ad affrontare. Alcuni di loro sono diventati vere e proprie celebrità, sono presenze fisse nei salotti televisivi e vengono venerate ed osannate in tutta la nazione. Per un thailandese di ceto medio, chiamare un mho phi per liberare casa da un fantasma può costare anche un anno di stipendio.
RITUALI PURIFICATORI E BIGLIETTI DELLA LOTTERIA
È per tutte queste ragioni che nel tempio maledetto di Bangkok, dove il 16 novembre scorso i feti sono stati ritrovati, decine e decine di persone si sono riunite più volte per pregare per le oltre 2.000 anime dei bambini mai nati e per offrire loro latte e banane, vestitini e giocattoli. Dopo qualche settimana ed un rituale di purificazione, l’obitorio presso l’ormai celebre Wat Phai Ngern è stato demolito, ma il tempio del Bambù d’Argento continua ad attirare visitatori e intorno a questo luogo si è sviluppata un’atmosfera del tutto particolare. Nel giorno della nostra visita, una decina di venditori di biglietti della lotteria aspettavano i clienti proprio all’ingresso del tempio. Uno di loro mi ha spiegato che i numeri 2, 7 e 27 sono i più richiesti. Il 2 sta per i 2.002 feti, il 7 è il numero della camera mortuaria in cui sono stati rinvenuti e il 27 è stato il giorno della prima cerimonia a suffragio delle anime dei bambini abortiti. Dicono che la camera mortuaria emana un’energia spirituale (ovviamente invisibile) che renderà quei numeri particolarmente fortunati.
MAGIA NERA, SESSO E POTERE
La risposta alla nostra domanda però, ha poco a che fare con la trasformazione del “tempio della vergogna” in “mercato della fortuna”: il motivo per il quale i feti sono stati nascosti nel tempio per mesi, senza essere sepolti, potrebbe semplicemente essere appesa al collo dei fedeli che frequentano il tempio. I thailandesi amano agghindarsi con amuleti di ogni tipo: garantiscono una protezione contro gli spiriti maligni e contro la sfortuna in generale. Il loro commercio pertanto è diffusissimo. Grandi generalmente dai due ai dieci centimetri, possono raffigurare il Buddha, “santi” buddhisti (Bodhisattva), monaci famosi, animali o simboli vari. Alcuni amuleti, quelli ritenuti più potenti, possono valere milioni di baht, centinaia di migliaia di euro. Ma esiste anche un lato oscuro di questa credenza, paragonabile alla magia nera occidentale. Uno degli amuleti più potenti è il Look Krog, che rappresenta un bambino non voluto o un feto abortito. Secondo la credenza popolare, questo oggetto avrebbe un fortissimo potere sessuale, essendo capace di attrarre esattamente la donna desiderata. A Bangkok un simile gingillo, ricavato da un feto umano, viene venduto a prezzi esorbitanti, pari ad anni dello stipendio di un normale lavoratore. Ecco perché, secondo alcuni, i due becchini incaricati di sbarazzarsi dei feti abortiti clandestinamente avrebbero deciso di avviare un redditizio traffico di amuleti, magari con la complicità di qualche monaco.
BAMBINI MORTI CHE URLANO
In una delle cerimonie svoltesi nel Wat Phai Ngern per le anime dei bambini mai nati, una donna di mezza età con in braccio suo figlio mi ha spiegato che questi riti e queste offerte — ripetuti dopo 3, 7, 50 e 100 giorni dalla scoperta dei feti — servono ad ingraziarsi le migliaia di spiriti che ancora vagano in questo luogo. «I bambini morti urlano la notte, li ho sentiti — mi ha detto stringendo al petto suo figlio, visibilmente preoccupata — vanno placati, possono essere pericolosi».
Di Alessio Fratticcioli, scritto per L’Internazionale di Micropolis, 13/01/2011