La Stampa anticipa la foto che sarà pubblicata venerdi da Max: un Roberto Saviano steso sul lettino dell’obitorio, con tanto di cartellino all’alluce. Ammazzato come un Cristo, il suo corpo fotografato come un Che Guevara o un Aldo Moro. Lo scrittore: “sono sgomento”.
Trovo il fotomontaggio che mi rappresenta morto in obitorio di cattivo gusto. Un’immagine utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me, in Italia e all’estero, vive protetto. Un’immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita. Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia. Ad ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire.
Roberto Saviano
Per Benedetta Tobagi “l’immagine del giovane scrittore morto toglierà spazio a ciò che Saviano dice, scrive, ripete, a quelle parole pericolose a cui ha già sacrificato moltissimo. Sarebbe il caso di non renderglielo ancora più difficile.”
Al contrario, i lettori de “Il Giornale” di Berlusconi, alcuni dei quali hanno ormai raggiunto livelli di barbarie da tardo Medioevo, reagiscono alla notizia della foto shock rammaricandosi che la foto sia solo un fotomontaggio.