50mila italiani scendono in piazza a Roma per abbracciare l’associazione di Gino Strada, che dal 1994 e’ intervenuta in 13 paesi curando gratuitamente 3.200.000 persone.
E’ il popolo della pace, senza bandiere di partito. Tra di loro anche la CGIL e, forse ironicamente, gli stessi politici del PD (come Fassino e Veltroni) che per anni hanno votato e rivotato i rifinanziamenti alla missione italiana in Afghanistan, che pure appare in sempre piu’ in contrasto con l’Art.11 della Costituzione italiana.
Assente invece il sedicente “partito dell’amore” di Berlusconi.
Intanto arrivano persino accuse a Gino Strada di aver organizzato il tutto solo per la “firmetta per il 5×1000 che si avvicina”.
GINO STRADA, LETTERA A “LA REPUBBLICA”:
Noi curiamo anche i talebani. Certo, e nel farlo teniamo fede ai principi etici della professione medica, e rispettiamo i trattati e le convenzioni internazionali in materia di assistenza ai feriti. Li curiamo, innanzitutto, per la nostra coscienza morale di esseri umani che si rifiutano di uccidere o di lasciar morire altri esseri umani. Curiamo i talebani come abbiamo curato e curiamo i mujaheddin, i poliziotti e i soldati afgani, gli sciiti e i sunniti, i bianchi e i neri, i maschi e le femmine. Curiamo soprattutto i civili afgani, che sono la grande maggioranza delle vittime di quella guerra. […] Nel 2009 il 41 percento dei feriti ricoverati nell’ospedale di Emergency a Lashkargah aveva meno di 14 anni. Bambini. […] Sono rarissimi i giornalisti che stanno informando i cittadini del mondo su che cosa succede nella regione di Helmand. I giornalisti veri sono scomodi, come l’ospedale di Emergency, che è stato a lungo l’unico “testimone” occidentale a poter vedere “gli orrori della guerra”. Non staremo zitti. Emergency ha una idea alta della politica, la pensa come il tentativo di trovare un modo di stare insieme, di essere comunità. Di trovare un modo per convivere, pur restando tutti diversi, evitando di ucciderci a vicenda. […]
Ricordiamo “la guerra per far finire tutte le guerre” del presidente americano Wilson? Era il 1916. E come si può pensare di far finire le guerre se si continua a farle? L’ultima guerra potrà essere, semmai, una già conclusa, non una ancora in corso. La risposta di Emergency è semplice. Abbiamo imparato da Albert Einstein che la guerra non si può abbellire, renderla meno brutale: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”. […] Ripudiamo la guerra e ne vorremmo la abolizione, come fu abolita la schiavitù. Utopia? No, siamo convinti che la abolizione della guerra sia un progetto politico da realizzare, e con grande urgenza.
LETTERA DI UNO DEI RAPITI LETTA DA UN PARENTE:
«Questa gente vive con la guerra, i bambini non piangono»
CECILIA STRADA, PRESIDENTE DI EMERGENCY:
«Non avevamo dubbi che saremmo stati sommersi da cittadini che hanno le loro opinioni, che non si fidano di quello che leggono sui giornali e che oggi sono qui per chiedere, insieme a noi, che i nostri colleghi siano liberati e da innocenti. Emergency ha sempre raccontato la faccia della guerra: come quella dei tanti bisognosi di cure che in questi giorni non possono essere assistiti perchè l’ospedale di Lash Kar-Gah è stato chiuso. I nostri colleghi devono essere liberati da innocenti perchè non deve passare il messaggio che sono stati cacciati dall’Afghanistan, noi non accettiamo che sia gettata una sola ombra sulla loro vita e sul loro operato».
GINO STRADA:
«Emergency ha subito violenza in Afghanistan ma anche in Italia. Ancora una volta è stata usata violenza contro un ospedale, un atto che considero di profonda inciviltà. L’inviato speciale del segretario generale delle Nazioni unite ha dichiarato, in una conferenza stampa a Kabul, il proprio sostegno a Emergency e ha detto che l’Onu ed Emergency stanno lavorando insieme per ottenere la liberazione di Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo Dall’Aira.Sono fiducioso che vedremo presto Marco, Matteo e Matteo».
STRISCIONI E SLOGAN:
«Emergency unico orgoglio nazionale», «Io sto con Emergency», «Obama Premio Nobel per la guerra»
Emergency, con la sua storia personale e col suo impegno, installa gli ospedali dove non ci sono pur essendocene un gran bisogno: in alcune parti del mondo perdere una gamba equivale alla morte, senza l’intervento dei medici di Emergency. Questo è missionariato laico. E va sostenuto senza esitazioni. Alcuni esponenti del governo italiano hanno descritto Emergency come una banda di delinquenti. Una considerazione che si commenta da sola. Si vergognino.
NICHI VENDOLA :
Testimoniare l’oscenità della guerra, in questi tempi, è diventata un’attività sovversiva ed Emergency ci ricorda qualcosa che abbiamo dimenticato: l’insopportabilità della guerra, dei suoi apparati militari e industriali, della sua retorica, delle menzogne che ne sono i fondamenti.
Onorevole ministro Frattini, […] Ma come ha potuto credere per un attimo che gli operatori di Emergency avessero in mente di far fuori il governatore afgano Gulab Mangal? E’ incompetenza o incontinenza? Aspettavamo solo di veder Karzai doppiato da Gasparri venire a dirci che sotto la barba di Gino Strada si cela Bin Laden.
Essendo coinvolto l’ISAF nel rapimento dei 3 operatori, essendo l’Italia in Afghanistan facente parte dell’ISAF, essendo pure un ospedale italiano, è chiaro che lei ministro Frattini DOVEVA sapere. Se sapeva è sta mentendo è doveroso richiedere le sue dimissioni. Se non sapeva è ancora peggio. Si slacci il rolex dal polso e si tiri su le maniche per portare a casa i dottori italiani, e se non è chiedere troppo non ci prenda più in giro lei e il suo governo, che spende 2 milioni al giorno di tasse dei cittadini per tenere 3000 militari a proteggere un governo che arresta medici d’ ospedale.
Teresa Sarti Strada (28 marzo 1946 – 1 settembre 2009) ex Presidente di Emergency:
Noi diamo fastidio: perché portiamo una sanità di alto livello e gratuita nei paesi dove andiamo e perché agiamo senza nessuna distinzione, curiamo chiunque si presenti alla nostra porta. Questo al governo afgano non piaceva. In più, Emergency ha fatto opera di testimonianza raccontando, con foto e parole, quello che davvero accade in Afghanistan e chi sono i presunti Taliban uccisi nei raid della Nato e delle forze locali: ragazzini di undici, a volte sei, anni.