Sensazionale vittoria per La Sinistra di Lafontaine che supera il 20% anche all’Ovest
“Da oggi in poi, quasi vent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino che fu l’avvio della riunificazione tedesca, nella Germania che guida l’Europa ogni maggioranza di governo potrebbe essere possibile”, scrive da Berlino il corrispondente de La Repubblica Andrea Tarquini [1]. Oramai agli “eredi politici della Sed, che fu il temuto partito comunista al potere nella Germania orientale”, nulla piu’ impedisce di andare al Governo.
Sono oramai ufficiali i risultati delle elezioni svoltesi ieri per rinnovare i parlamenti e quindi governi di tre dei sedici Stati della Repubblica Federale (Sassonia e Turingia all’Est, Saarland all’Ovest) e per le comunali nel Nordreno-Westfalia, lo Stato più popoloso. Quello di ieri era considerato come un importantissimo test pre elettorale: a un mese dalle elezioni federali di fine settembre, tutti sapevano che l’esito di queste consultazioni avrebbe condizionato la sfida in corso tra la Merkel e il suo sfidante socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier. Ma tra i due sfidanti, oggi il trionfatore è Oskar “il rosso” Lafontaine, che ha ottenuto una sensazionale vittora per la sua Die Linke (La Sinistra), il partito nato dalla fusione fra i postcomunisti della PDS (eredi della SED, il partito comunista della Germania Est) e i ribelli della sinistra SPD.
Risultati amari invece per il partito conservatore della cancelliera Angela Markel, la CDU, che perde nettamente in due stati su tre (-13% in Saarland e -11,8% in Turingia) e perde anche il sindaco di Colonia, che passa ai socialdemocratici. Tiene invece la SPD, pur rimanendo ben lontana dalle percentuali dei cristiani-democratici. La “Frankfurter Allgemeine Zeitung” parla di “choc tra i democristiani”, mentre la “Süddeutsche Zeitung” sostiene che la frammentazione della scena politica – i partiti che contano sono ormai cinque – impone alla CDU di immaginare nuove possibili alleanze, non solo con i Liberali ma anche con i Verdi, che non hanno mai chiuso la porta a un’eventuale alleanza con i cristiano-democratici.
La Merkel ha però ribadito che il suo partito “ha tutte le possibilità di vincere le elezioni federali” e che, dopo il voto, intende allearsi coi liberali della FDP. Appare invece ancora fiducioso il candidato cancelliere della SPD Frank-Walter Steinmeier, che ha commentato: “Ho sentito da qualche parte che le elezioni federali sarebbero già decise [a favore della CDU]. I risultati di oggi hanno dimostrato che si tratta di un grosso errore.” Sembra dargli ragione il leader della FDP Guido Westerwelle: “Per le elezioni federali non è stato deciso ancora nulla, sarà un testa a testa”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Oskar Lafontaine: “Gli elettori sono ancora indecisi”. La sconfitta di ieri infatti potrebbe indebolire psicologicamente i cristiano-democratici, che già nel 2002 e nel 2005 assisterono quasi impotenti a una forte rimonta della SPD nelle ultime settimane prima del voto federale.
Secondo i sondaggi nazionali [2] in vista delle elezioni federali di fine settembre, la CDU avrebbe 10-15 punti di vantaggio sulla SPD e l’alleanza CDU-FDP sarebbe intorno al 50%. E’ anche per questo che non si esclude piu’ a priori che a fine settembre l’SPD rompa un tabu’ storico, provando a formare anche a livello nazionale un’alleanza con Die Linke, oltre che con i Verdi. I sondaggi degli ultimi giorni assegnavano a una alleanza SPD-Verdi-Linke 6-7 punti in meno di una coalizione CDU-FDP. Per ora comunque il leader socialdemocratico Franz Muentefering è tornato a escludere un accordo sul piano nazionale con la Linke di Oskar Lafontaine.
Dalla guerra fredda al dopo-riunificazione, un vero e proprio muro politico aveva diviso la sinistra tedesca tra la SPD e la sua sorellastra, la SPD, relegata in qualche modo fuori dall’”arco costituzionale”. Ma oggi Die Linke potrebbe essere definitivamente sdoganata. Sono stati gli elettori ad abbattere questo muro, che portando Die Linke dal 2,3% al 21,3% nel Saarland (un piccolo Land di un milione di abitanti alla frontiera con la Francia), al 20,6% in Sassonia e addirittura al 27,4% in Turingia, hanno decretato che un’alleanza SPD-Verdi-Linke a livello federale non è più impossibile, ma nell’ordine naturale delle cose. Anzi, la CDU è crollata proprio là dove ha impostato la sua campagna elettorale sullo spauracchio di un’alleanza tra la SPD e la sinistra estrema della Linke, cioè in Turingia e Saarland. Ma nell’ex DDR un elettore su 4 ha votato la Linke. Queste considerazioni portano alla conclusione che, nonostante sui grandi temi internazionali (Ue, Nato, Afghanistan, Iran) e in economia la Linke resti lontana da SPD e Verdi, un’alleanza di tutte le forze di Sinistra appaia oggi come l’unica alternativa veramente possibile per battere il centro-destra, visto che l’alleanza tra CDU e liberali stando ai sondaggi godrebbe ancora dell’apprezzamento di circa la metà degli elettori.
Alle elezioni europee del giugno 2009, Die Linke ha ottenuto il 7,5% dei voti, confermando il trend positivo iniziato 15 anni fa (1994: 4.7%, 1999: 5.8%, 2004: 6.1%). Alle prossime elezioni federali dovrebbe ottenere una percentuale ancora maggiore: tra l’8 e il 12%.
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Note:
[1] Articolo del corrispondente da Berlino de La Repubblica Andrea Tarquini: “Sdoganata la sinistra radicale”: http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/esteri/voto-germania/voto-germania-analisi/voto-germania-analisi.html
[2] Sondaggio di Der Spiegel: http://www.spiegel.de/flash/flash-21034.html
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