Gentile Sig. Giovanni Alvaro,
sono giorni che commento il suo post del 4 maggio 2009 suo post sul caso LARIO-BERLUSCONI, ma purtroppo noto che i miei commenti non sono stati ancora accettati. Non conoscendone il motivo, ho deciso di affrontare il tema con un post sul mio blog.
Noto anche, tornando a visitare il suo blog, che il post originale e’ stato sostuito, per ragioni che non conosco, con uno a firma di Gianni Pardo, legnostorto.it, che sostiene argomenti differenti.
Ad ogni modo qui mi riferiro’ al suo post originale, nel quale sosteneva che la vicenda Berlusconi-Lario sarebbe qualcosa di esclusivamente privato, e criticava chi invece ne parlava pubblicamente, vale a dire la stampa mondiale, la stampa italiana non controllata da Berlusconi e “le persone di sinistra”.
Come lei saprà, Berlusconi ha già a sua libro paga diverse migliaia di giornalisti in Italia, tra i quali i famosi Ferrara, Feltri, Belpietro, Rossella, Facci, Fede, Farina, Giordano, Liguori e tutti gli altri professionisti dell’informazione che lavorano per le sue televisioni, riviste, quotidiani, case editrici e via dicendo.
Quest’ultimo, Paolo Liguori, dopo aver paragonato, nel corso della trasmissione Studio Aperto, l’operato dei magistrati italiani a quello dei militari serbi in Bosnia, è stato recentemente condannato dalla Cassazione per diffamazione a mezzo stampa ai danni dei tre giudici torinesi che nel 1995 avevano disposto l’arresto dell’allora presidente di Pubblitalia Marcello Dell’Utri, il controverso braccio destro di Silvio Berlusconi.
Di fronte alla “ponteza di fuoco” dell’informazione berlusconiana, forte di questo esercito di giornalisti a pagamento, mi chiedo che bisogno abbia il “Cavaliere” di ricevere il suo piccolo aiuto dal suo blog personale. (Le chiedo questo perchè immagino che lei, a differenza dei suddetti giornalisti, non sia stipendiato da Berlusconi).
Ma vengo al punto. La vicenda Berlusconi-Lario, se permette, è pubblica.
Come spiega bene il sociologo britannico John B. Thompson, professore a Cambridge, nel suo The Media and Modernity (Mezzi di comunicazione e modernità), una delle differenze tra l’Ancien Régime e i regimi democratici moderni è che oggi “il re è nudo”.
Le spiego. Il principe non vive piu’ nella Città Proibita. Non si limita piu’ a mostrarsi quando piu’ gli aggrada, o in particolari giorni propizi o rituali. A loro volta i sudditi, elementi passivi che dovevano solo subire, temere e venerare il re, sono diventati cittadini attivi che dovrebbero controllare il “sovrano”, o meglio, chi temporaneamente gestisce il potere.
Un uomo pubblico, come lo è senza dubbio un capo del governo, rinuncia per forza di cose a una parte della sua sfera privata. Questa svolta portata dalla democrazia può piacere oppure no, ma il punto e’ che oggi per un capo del governo non esiste praticamente piu’ differenza tra pubblico e privato. Gli elettori devono poterlo giudicare sia per come governa sia per chi è, sia per cosa fa la sua amministrazione sia per come si comporta ogni giorno.
Ad esempio il quotidiano “Avvenire” sottolinea questo concetto:
«Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese».
Chiarissimo, no?
E questo vale per tutti i personaggi pubblici. In tutti i paesi democratici al mondo.
Ma ora sosterro’ che questo, per certi versi, vale ancor piu’ per la persona in questione: Silvio Berlusconi. Le spiego perché.
E’ Berlusconi stesso ad averci sbattuto in faccia la sua vita privata. Cominciò a farlo il giorno stesso del suo primo discorso da politico, quello della sua “scesa in campo”, nel gennaio 1994. Ricorda la videocassetta registrata e consegnata ai telegiornali con la quale Berlusconi si presentò al paese, il sorriso impostato, la luce vagamente soffusa a creare un’atmosfera flou ottenuta anche grazie alla famosa calza davanti alla telecamera? (Chiaramente era tutto falso: l’ambiente era solamente un set impostato alla perfezione: in realtà Berlusconi e il cameraman Gasparotto si trovavano in uno scantinato di Macherio). Ebbene, in quella sceneggiata Berlusconi si presentò con alle sue spalle una libreria e due o tre foto della sua famiglia in bella mostra.
Era Berlusconi stesso, sempre nel lontano 1994, che concedeva interviste nel suo giardino di casa (o parco) con i suoi figlioletti in braccio, per dare ai telespettatori l’illusione di essere un buon padre di famiglia.
Inoltre, se Berlusconi ha inviato a casa di tutte le famiglie italiane – senza che nessuno gli abbia mai chiesto nulla – la sua “storia italiana” (dove addirittura la parola “divorzio” è stata censurata), se sono pubbliche le sue intrusioni in vicende personali altrui (vedi caso Englaro), se è pubblico il suo dono di una dentiera a una vecchietta abruzzese (tanto che i cinegiornali “pubblici” ne hanno fatto servizi di decine di minuti), se sono pubbliche le sue canzoncine napoletane con Apicella durante le sue festicciole con gli amici, allora non vedo perché il suo litigio ed eventuale divorzio con la moglie dovrebbe essere considerato “privato” e censurato dai media.
Forse e’ lecito parlare della famiglia Berlusconi solo in modo positivo ma e’ necessario censurare le vicende negative? Forse l’immagine da far passare al pubblico e’ solo quella del Berlusconi buon padre di famiglia?
Oltretutto le faccio notare che Veronica Lario in Berlusconi, lungi dal trattare vicende meramente private, parla anche di POLITICA ITALIANA. Lo fa criticando le candidate-veline berlusconiane e lo fa criticando la cultura politica che, a suo avviso, si è venuta a creare in Italia per (o anche per) colpa di Berlusconi.
Forse la moglie di Berlusconi va censurata anche quando parla di politica?
Inoltre la Lario – con la frase “magari fosse sua figlia!” – sembra sottintendere anche a presunti rapporti sessuali extraconiugali con minorenni da parte del Presidente del Consiglio.
Secondo lei un capo di governo accusato di farsela con delle minorenni, in violazione della legge, non dovrebbe essere una notizia? Non dovremmo forse chiedere a Berlusconi di rispondere a queste illazioni?
E ancora, Veronica Lario accusa Berlusconi di assumere comportamenti da “imperatore” e lui risponde con la solita manfrina: “una manovra” montata dalla stampa di sinistra e dall’opposizione. Dunque, sono i due protagonisti della vicenda stessi a parlare di politica (“imperatore”, “manovra politica”, “opposizione”, “sinistra”) e non di cose private (come l’amore, l’affetto, il sesso e quant’altro).
Forse dovremmo censurare anche Berlusconi quando parla delle “manovre politiche della sinistra”?
Veramente secondo lei queste cose non dovrebbero essere notizie degne di essere pubblicate sui giornali o riportate nei telegiornali? Oppure sta cercando solo di nascondere sotto il tappeto l’ennesimo fango che sporca le vesti del sovrano?
Ad ulteriore controprova dell’esattezza della mia tesi, o perlomeno della sensatezza delle mie domande, si guardi, se la aggrada, la differenza siderale nel dare la notizia dell’annuncio di divorzio di Veronica Lario tra un telegiornale di Berlusconi, il TG4 (video) e due telegiornali veri, quello della BBC (QUI) e quello della CNN (QUI).
Ci rifletta, si chieda perché il TG4 e’ “diverso”.
Tenga anche in mente, se non ritiene che la cosa sia del tutto irrilevante, che il protagonista della vicenda e’ un tale Silvio Berlusconi, amico di condannati per mafia, pluri inquisito, ex membro di un’associazione eversiva volta a sovvertire gli ordinamenti dello Stato, per la quale è stato condannato per falsa testimonianza, eccetera, eccetera…
Mi faccia sapere, gentile Sig. Giovanni Alvaro, se questo mio ragionamento ha un qualche senso o se invece il faro dell’informazione italiana, o magari mondiale, e’ davvero il TG4.
Cordiali saluti.
«Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che lui desidera da me. Poi, cantiamo assieme. […] preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà Papi Silvio». (Noemi Letizia, amica di Berlusconi da pochi giorni 18enne e futura “velina” o parlamentare PDL)
«Vi sono due ministri del governo Prodi che vanno in Africa, su un’isola deserta, e vengono catturati da una tribù di indigeni. Il capo tribù interpella il primo ostaggio e gli propone: ‘‘Vuoi morire o bunga-bunga?’’. Il ministro sceglie: ‘‘bunga-bunga’’. E viene violentato. Il secondo prigioniero, anche lui messo dinanzi alla scelta, non indugia e risponde: ‘‘Voglio morire!’’. Ma il capo tribù: ‘‘Prima bunga-bunga e poi morire». (Silvio Berlusconi, citato da Noemi Letizia)
“Le veline candidate? Ciarpame senza pudore per il potere” (Veronica Lario in Berlusconi)
“Mio marito come Napoleone” (Veronica Lario in Berlusconi)
” [Berlusconi] non è mai venuto a nessun diciottesimo compleanno dei suoi figli pur essendo stato invitato” (Veronica Lario in Berlusconi)
“Che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti”. (Veronica Lario in Berlusconi)
“[…]nei panni della signora – e mi è difficile immaginarmi coi tacchi a spillo – avrei agito diversamente, anche solo per evitare il rischio di un ricovero coatto in struttura psichiatrica. […] Sarà una donna stravagante, forse eccentrica; sicuramente è pericolosa per Berlusconi, capo del più grande partito italiano, impegnato nella campagna elettorale europea, e presidente del Consiglio. Un uomo cioè chiamato a responsabilità da cui non può essere distratto dai capricci rumorosi della moglie…” (Vittorio Feltri, giornalista stipendiato da Berlusconi)
‘Berlusconi chiede il silenzio sulle sue vicende private. Pero’ parla con i giornali e ripete la favola di una montatura della sinistra, condita anche con battute pesanti sulla mia persona. Non e’ la prima volta e anche se ci sono gli estremi per esigere le scuse non mi interessa. Non e’ ne’ la mia carica ne’ la mia persona che oggi devono essere risarcite. Il Presidente del Consiglio ha un dovere di trasparenza e verita’ verso gli italiani a cui non puo’ sottrarsi con depistaggi mediatici. Non siamo stati noi a interrogarci sulla moralità della vita privata del Presidente del Consiglio. La ha fatto sua moglie che ha detto “basta” e con coraggio ha chiesto a tutti di riflettere sul degrado della vita pubblica, sull’immoralita’ del potere e una politica trasformata in avanspettacolo. La signora Lario ha ragione, non possiamo far finta di nulla e nel Paese non possono restare i dubbi sulla natura dei rapporti tra il capo del Governo e una minorenne. Il Presidente Berlusconi deve fare chiarezza e stavolta non basterà dire che era tutto uno scherzo. In qualunque altro paese questa vicenda provocherebbe un sussulto di dignità delle istituzioni. Per molto meno un presidente degli Stati Uniti ha dovuto rendere ragione ai suoi concittadini”. (Rosi Bindi, PD)
Veronica mi deve chiedere scusa.
(Silvio Berlusconi)