La denuncia delle Acli: il 40% rimane escluso dalla Social Card per requisiti anagrafici. La proposta del presidente Olivero: “Abolire i criteri dell’età per l’accesso alla carta acquisti”
Lo scorso autunno il Governo Berlusconi aveva strombazzato ai quattro venti la sua ricettina – nient’altro che una pezzetta calda, sia chiaro, ma meglio di niente… – per cercare di arrestare il progressivo impoverimento di larghi strati della popolazione italiana: la social card, 40 (quaranta) euro al mese per i piu’ poveri tra i poveri.
Ma come è andata a finire?
E’ andata a finire che 200mila persone attendono ancora di veder caricata la propria Carta acquisti con i 120 euro dei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Inoltre, sarebbero tanti anche coloro che hanno chiesto e ottenuto la social card a partire dal 1° gennaio 2009 e ai quali il Governo aveva garantito pubblicamente il riconoscimento degli “arretrati”.
«Ma ad oggi – denunciano le Acli – nessuno ha ottenuto i 120 euro, e della proroga promessa non v’è traccia».
Il Governo aveva fissato una prima scadenza al 31 dicembre 2008 per concedere, a chi avesse presentato la domanda entro quella data, la ricarica retroattiva dei mesi di ottobre, novembre e dicembre: 40 euro al mese, 120 euro in tutto.
Di fronte al ritardo con cui era partita la macchina organizzativa (oggettivamente piu’ lenta e complicata di uno spot televisivo) e alla complessità oggettiva delle operazioni, le Acli avevano chiesto di spostare la scadenza al 28 febbraio. Il Governo aveva accolto la richiesta annunciando più volte pubblicamente la predisposizione di un decreto per la concessione di 2 mesi di proroga.
Purtroppo non se n’e’ fatto nulla: «la data del 28 febbraio è passata è il decreto non c’è stato – spiegano le Acli. I 120 euro “promessi” non sono stati mai caricati sulle carte di circa 200mila persone che restano senza soldi e senza risposte».
Che fine ha fatto il decreto?
Le Acli chiedono al Governo di mantenere la promessa fatta e, inoltre, vista la crisi economica generalizzata, avanzano una proposta ulteriore: «Abolire i requisiti anagrafici per l’accesso alla social card».
Il Governo aveva ipotizzato inizialmente una platea di beneficiari della social card pari a 1 milione e 300mila cittadini stabilendo per questo una serie rigorosa di requisiti tra cui due principali:
1. reddito Isee inferiore ai 6000 euro,
2. età del richiedente inferiore ai 3 anni (bambini) o superiore ai 65 anni (pensionati).
Ma le Carte acquisti finora distribuite sono state tuttavia solo 560mila, meno della metà del previsto. E i dati a disposizione del Caf Acli dimostrano che il 40% di coloro che avrebbero diritto alla Carta secondo il requisito del reddito, ne rimangono esclusi per via dell’età (hanno meno di 65 anni).
La proposta avanzata dal presidente delle Acli Andrea Olivero è conseguente:
«Abolire i requisiti anagrafici per l’accesso alla social card, perchè si può essere “poveri” a 60 come a 65 anni, con figli di 3 anni piuttosto che di 5. Il requisito dell’età è quello meno comprensibile e giustificabile. Abolendolo rimarremmo comunque entro le previsioni di spesa ipotizzate dal Governo».
La risposta del Governo per ora è non pervenuta.