Sapevamo quanto i Giochi Olimpici siano oramai piu’ business che sport, ma questa dell’”affare della sicurezza” e’ nuova. La parola a Federico Rampini (dall’articolo del 3 agosto Grande Fratello a Pechino):
Le Olimpiadi di Pechino non saranno un business soltanto per i “soliti noti” delle sponsorizzazioni, le multinazionali dalla Coca Cola alla Nike che invaderanno gli schermi del mondo intero con le loro interruzioni pubblicitarie durante le gare. Oltre alle centinaia di milioni di telespettatori c’è un altro ricco mercato che ha già attirato i colossi del capitalismo Usa come api sul miele: è la sicurezza. Honeywell, General Electric, United Technologies e Ibm sono i quattro big che hanno installato qui uno dei più estesi e sofisticati sistemi di sorveglianza elettronica del mondo.
[…]. Naturalmente gli “incidenti” da prevenire includono le manifestazioni di dissenso, le proteste per gli abusi contro i diritti umani o contro la feroce repressione in Tibet.[…] Ma la complicità dell’industria americana nel fornire tecnologie all’apparato poliziesco di Pechino sta giocando un brutto scherzo agli stessi Stati Uniti. Il deputato Frank Wolf, parlamentare della Virginia, ha accusato la Cina di avere organizzato un cyber-attacco contro di lui. I sei computer del suo ufficio sono stati invasi e saccheggiati da hackers. L’indagine compiuta dall’Fbi ha stabilito che l’intrusione informatica è venuta dalla Repubblica Popolare. “Sono preso di mira – ha dichiarato Wolf – perché da anni denuncio gli abusi della Cina contro i diritti umani”.