Berlusconi e’ perseguitato dai giudici? Ovvero: nasce prima il politico o l’imputato?

L’eroe Ercolino contro l’Idra dalle cinquanta teste

 

Sono quattordici (14) anni che Berlusconi, quando gli fa piu’ comodo, ripete la litania della persecuzione giudiziaria da parte dei giudici (giacobini, comunisti, rossi, politicizzati, pazzi e/o antropologicamente diversi).

Secondo il signor Berlusconi, questi cattivoni ce l’avrebbero con lui solo perché e’ “sceso in campo”. E lui sarebbe entrato in politica con l’altruista e nobile intento di aiutare il paese che ama e di ripulirlo da quei fagocitatori di bambini dei comunisti.

Berlusconi ha ripetuto allo sfinimento che i magistrati ce l’hanno con lui, lo perseguitano senza giusta causa, sono (inspiegabilmente) tutti di estrema sinistra (anche quelli che l’hanno assolto varie volte?) e ultra-determinati non a fare il loro lavoro per amor di Giustizia, ma a perseguitare i politici dei partiti avversari. Berlusconi stesso sarebbe l’uomo politico piu’ perseguitato in Italia e, forse, nel Mondo. Di sicuro in Occidente, dove non esiste un politico che vanta una storia giudiziaria lontanamente paragonabile al leader della destra italiana.

Secondo questa vulgata, il Cavaliere sarebbe un novello Ercole, o meglio un Ercolino, vista la taglia, che deve combattere contro la terribile Magistratura Rossa, un’Idra dalle cinquanta teste che può attaccare indifferentemente dalla Procura di Milano, Palermo, Roma o Perugia.

Secondo la leggenda tanti eroi avevano già sfidato la terribile Idra, ma invano. Il mostro, Idra, era troppo potente, il corpo di drago, gigantesco e senza ali, il fiato ed il sangue velenosissimi, con le sue cento o addirittura diecimila teste dorate dotate di bocche che sputavano fuoco e fiamme. Qualsiasi testa venisse tagliata, subito ne rispuntavano tre. Come i processi di Berlusconi, che prescritto uno, ecco che ti arrivano altri tre avvisi di garanzia.  

Il mito narra che l’Idra fu uccisa da Ercole durante la seconda delle sue fatiche. Non fu un’impresa facile.

Ercole stanò l’orrenda belva mentre digeriva il suo pasto nella caverna. Appena uscì l’Idra gli si avvinghiò contro facendolo cadere. Ercole reagì e tagliò tutte le teste dell’Idra ma immediatamente da ogni collo rispuntarono altre tre teste. Per non cadere preda del suo fiato tremendo Ercole doveva trattenere il respiro. Non avrebbe potuto farlo a lungo. Ma ecco che ebbe un’illuminazione. Aiutato dal suo fido Ministro della Giustizia Iolao, ogni volta che tagliava una testa all’Idra bruciava le teste che rispuntavano usando un tronco infuocato. L’ultima testa tuttavia era immortale e non servì nemmeno questo stratagemma. Allora seppellì la testa e il corpo sotto un masso enorme, a forma di Costituzione Italiana. Poi bagnò la punta delle frecce nel sangue dell’Idra, per rendere le ferite inflitte da esse inguaribili.

Insomma, servi’ un’impresa eroica per sconfiggere quel mostro orrendo, e allo stesso modo oggi serve un eroe per estirpare l’orribile cancro della magistratura. Fin qui la leggenda.

Nasce prima il politico o l’imputato?

Allora, cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte.

Quali sono i fatti? Quali sono le cadenze temporali? Insomma, nasce prima il politico o l’imputato? Berlusconi e’ imputato perché e’ entrato in politica, oppure Berlusconi e’ entrato in politica (anche) perché era imputato?

Berlusconi nel 1994 era vergine?

Mi sembra importante chiarire questo, prima di continuare a parlare di attualità politica.

Certo, se gli italiani ad aprile avessero votato come Presidente del Consiglio uno qualunque tra gli altri candidati, vale a dire Santanche, Veltroni, Bertinotti, Montanari, Boselli o qualunque altro cittadino italiano senza processi pendenti, adesso staremmo a parlare d’altro. Forse parleremmo di cose più importanti per tutti, come la Salute, l’Ambiente, l’Energia, i Diritti, il Lavoro, l’Istruzione, la Ricerca e via dicendo.

Ma, si sa, a noi italiani piace complicarci la vita con le nostre mani. Non a caso, un giornale svedese prima delle elezioni titolo’: SALVATE L’ITALIA DAGLI ITALIANI!

Dunque, affrontiamo il discorso una volta per tutte.

La pioggia di Idra e la Grande Paura…

Berlusconi prepara l’entrata in politica nel 1993 e scende in campo nel 1994. Nel 1993 la “pioggia di avvisi di garanzia” era già caduta sulle teste dei principali leader politici nazionali, che fino ad allora avevano ben protetto gli interessi economici berlusconiani. Soprattutto il maggiore referente politico berlusconiano, il PSI, è travolto dalle inchieste. La sua dirigenza è letteralmente decimata. Bettino Craxi, amico personale di Berlusconi, cumula una ventina d’avvisi di garanzia e si difende non invocando la sua innocenza ma dicendo che sono tutti colpevoli. Lo stesso Craxi attacca la Procura di Milano (si sarebbe mossa secondo “un preciso disegno politico”) in un celeberrimo discorso alla Camera del 29 aprile del 1993.

Ciò nonostante le indagini dimostrarono come Craxi avesse utilizzato parte dei proventi delle tangenti (circa 50 miliardi di lire) per scopi personali (Finanziamento del canale televisivo Gbr di proprietà della sua amante Anja Pieroni, acquisto di immobili, affitto di una casa in costa Azzurra per il figlio).

Ad ulteriore dimostrazione del fatto che l’utilizzo delle casse del partito PSI non era finalizzato solo all’attività amministrativa ordinaria del partito stesso, durante le indagini (dopo un fallito tentativo di farli rientrare in Italia) Craxi li versò sul conto di un prestanome, Maurizio Raggio.

Mentre emergevano prove sempre più schiaccianti contro Craxi, l’imminente fine della legislatura e l’abolizione dell’autorizzazione a procedere rendevano sempre più vicina la prospettiva di un arresto e dell’amara esperienza carceraria per il leader del PSI. Il politico milanese si rese allora protagonista di un gesto forse poco nobile: la fuga. Il 5 maggio 1994 scappo’ in Africa, nella Tunisia del dittatore Ben Alì, suo amico personale.

Questa e’ la premessa all’ingresso in politica di Berlusconi.

Lo stesso Berlusconi alla fine del 1993 confida a due importanti giornalisti italiani, Montanelli e Biagi, che “Se non entro in politica fallisco e mi arrestano”.

Dunque Berlusconi temeva il fallimento e l’arresto PRIMA di entrare in politica.

A questo punto potremmo gai rispondere alla domanda che ci siamo posti… Ma aspettiamo ancora un po’. Vediamo prima come mai l’imprenditore Berlusconi, che mai aveva fatto politica, aveva paura di essere arrestato.

Berlusconi nel 1993 era un cittadino onesto… oppure aveva già avuto a che fare con i Tribunali… ? 

Ercolino e la Legge… prima del 1994!

Eccovi un elenco dei rapporti Berlusconi-Legge Italiana precedenti al suo ingresso in politica, tutti compresi tra il 1983 e il 1993:

a) Traffico di droga

Nel 1983 la Guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo…». L’indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.

b) Falsa testimonianza sulla P2

La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d’appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel settembre 1988, infatti, in un processo per diffamazione da lui intentato contro alcuni giornalisti, Berlusconi aveva dichiarato al giudice:”Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo che è di poco anteriore allo scandalo”. Per questa dichiarazione Berlusconi viene processato per falsa testimonianza.

Il numero di tessera della P2 assegnata al Cavalier Berlusconi è: tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978.[7]

Nella relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 si legge: “…alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi) trovano appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio…”. Le due grandi banche, infatti, che danno credito a Berlusconi sono la Banca Nazionale del Lavoro e il Monte dei Paschi di Siena, dove durante gli anni ‘70 la P2 è più attiva. Il Monte dei Paschi concede, tra il 1970 e il 1979, ben 70 miliardi di mutui fondiari a Berlusconi a tassi fra il 9 e il 9,5%.

Sempre per caso, il 10 aprile 1978 Berlusconi inizia una collaborazione come editorialista sul maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, proprio quando la loggia P2 acquisisce, come dice la commissione parlamentare d’inchiesta “il controllo finanziario e gestionale del gruppo Rizzoli“.

Interpellato su Licio Gelli, capo della Loggia P2, Berlusconi risponde:

“Anch’io come 50 milioni di italiani, sono sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati a Licio Gelli. Anni di inchieste sono serviti solamente ad offrire alle varie fazioni politiche un terreno di lotta e di calunnie facile quanto strumentale.”

La corte d’appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2. Il reato è pero’ estinto per l’intervenuta amnistia del 1989: Berlusconi viene salvato dalla classe politica.

c) Tangenti alla Guardia di finanza

Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di finanza per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Mediolanum, Videotime, Telepiù) dal 1989 al 1993.

In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l’assoluzione è concessa con formula dubitativa (comma 2 art. 530 cpp).

La Cassazione, nell’ottobre 2001, conferma le condanne per i coimputati di Berlusconi Berruti, Sciascia, Nanocchio e Capone (dunque le tangenti sono state pagate), ma assolve Berlusconi per non aver commesso il fatto, seppur richiamando l’insufficienza di prove.[8]

d) Caso Lentini (calciatore)

Berlusconi è stato rinviato a giudizio (nel 1998) per aver deciso il versamento in nero di una decina di miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l’acquisto del calciatore Lentini.

Nel contratto ufficiale depositato alla Lega Calcio si indicava il prezzo di 18 miliardi e mezzo di lire, ma altri 10 miliardi “in nero” sarebbero stati pagati all’allora presidente della società granata Gianmauro Borsano. Circostanza ammessa dallo stesso Borsano e verificata attraverso lo svolgimento di rogatorie con la Svizzera.

Il dibattimento di primo grado si è concluso con la dichiarazione che il reato è prescritto, grazie alla nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio.

Guardacaso, l’imputato Berlusconi ha beneficiato di una legge fatta dal Governo presieduto dal politico Berlusconi.

Le indagini partirono l’11 ottobre 1993 (dunque prima dell’ingresso in politica dell’imputato Berlusconi), con lo scoppio dello scandalo “Piedi Puliti”.

Conclusioni ?

Così scrive il GIP Carlo Bianchetti, nell’archiviazione di un atto del 15 maggio 2001:

“Risulta dall’esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante (Berlusconi), le iniziative giudiziarie… avevano preceduto e non seguito la decisione di “scendere in campo“.

Ricordo inoltre che:

Il pool di Mani Pulite ha compiuto, tra il 27 febbraio 1992 e 20 luglio 1993 ben 25 accessi presso Fininvest e Publitalia. In definitiva, sembrerebbe perciò che l’imputato sia nato decisamente prima del politico. Per dirla in alter parole: sembrerebbe proprio che Berlusconi sia entrato in politica per non essere arrestato.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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