La coalizione guidata da Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni sia alla Camera sia al Senato
Alla Camera la coalizione di destra (PdL-Lega Nord-Movimento per l’Autonomia) ha ottenuto una larghissima maggioranza.
La destra ha avuto il 46,81% dei voti. PD-IdV il 37,54%. L’UdC con il 5,6% supera lo sbarammento e ottiene 36 deputati. Due seggi all’Svp e uno agli autonomisti valdostani.
Anche al Senato la maggioranza di Berlusconi sembra abbastanza solida: 171 senatori, contro i 130 della soma di PD (116) e IdV (14). L’UDC ottiene 3 senatori (eletti nella regione Sicilia dove il mafioso Cuffaro era capolista). Ricordiamo che al Senato la maggioranza, esclusi i senatori a vita, e’ di 158.
In totale al Senato i partiti che sostengono Berlusconi hanno ottenuto il 47,32% dei voti contro il 38,01% di PD-IdV.
Per il prossimo Governo Berlusconi sara’ determinante l’appoggio della Lega Nord, che con l’8,3% alla Camera e l’8,15 al Senato (20,7% al Senato in Lombardia) si è aggiudicata 60 deputati e 25 senatori. Bossi e’ riuscito nell’impresa storica di conquistare un deputato anche in Toscana e un altro nelle Marche. Otto deputati e due senatori all’Mpa di Lombardo.
Mancano ancora i risultati delle circoscrizioni estere ma deputati e senatori dovrebbero essere piu o meno equamente divisi tra i due poli.
Fuori dal Parlamento la Sinistra Arcobaleno, La Destra e i Socialisti. Nessun’altra formazione politica è riuscita ad ottenere rappresentanza parlamentare, eccetto come detto qualche seggio per le minoranze linguistiche.
Passiamo ora ad analizzare i voti non in percentuali ma in cifre (dal corriere).
Quanto ha guadagnato il PdL (AN+FI) rispetto al 2006? Solo 100mila voti.
Quanto ha guadagnato la Lega? 1 milione e 250mila voti…
La Destra ha preso 880mila voti, Nel 2006 Mussolini e Fiamma ne presero circa mezzo milione. Insomma, 280mila neofascisti in piu’.
E il PD (nel 2006 Ulivo, ometto i Radicali per semplificare)? + 100mila voti. (Come il PdL).
IdV? + 800mila voti…
La Sinistra (Verdi+PdCI+RC, ometto per semplificare la SD)? – 2,8 milioni.
UDC? – mezzo milione.
Dunque, tiriamo le somme.
E’ chiaro che PD e PdL hanno sostanzialmente gli stessi voti di 2 anni fa, nonostante il “voto utile” (che sicuramente gli ha portato voti).
La differenza la fa il TRIONFO DELLA LEGA, da una parte, e il CROLLO DELLA SINISTRA (tra l’altro non piu’ coalizzata con l’Ulivo-PD), dall’altra.
L’UDC paga la scelta di correre da solo con solo mezzo milione di voti in meno, probabilmente andati a PdL e Lega. Per via del sistema elettorale pero’ il suo sogno di fare l’ago della bilancia non si realizzera’.
La Destra fascista ha rubato pochi voti ad AN (PdL).
E dove sono andati i 2,8 milioni di voti della Sinistra?
PCdL e Sinistra Critica hanno preso solo 270mila voti.
Probabilmente degli altri 2,5 milioni, molti si sono astenuti e molti hanno votato “utile” per PD o IdV.
Perche’?
Probabilmente ha inciso l’esperienza di Governo e la guerra mediatica alla “sinistra radicale”/”sinistra del NO.” In altre parole, gli elettori di sinistra piu’ moderati hanno temuto il cosidetto ”estremismo” della Sinistra Arcobaleno, mentre quelli piu’ estremisti hanno inteso criticare l’instituzionalismo di Bertinotti e i voti a favore della missione in Afghanistan. Va anche messo in conto la campagna elettorale sbagliata, la monnezza, le vicende di Pecoraro Scanio, e cosi’ via. Anche il ritardo con cui e’ stato realizzato il progetto de La Sinistra L’Arcobaleno (nato piu’ come un cartello elettorale che come un vero nuovo partito) rispetto al PD (nato come partito) puo’ aver influito.
Ma, attenzione, e’ possible che al (Centro)Nord una parte importante dei voti di Sinistra siano finiti proprio alla Lega?
Cosi’ commenta il semiologo Alessandro Amadori (a.d. Coesis Research) su Affari:
“Che la Lega fosse in crescita lo si ero visto anche nei sondaggi, ma che riuscisse a fare questo salto quantico di scala e di natura non era stato previsto da nessuno. In fondo il Popolo della Libertà Pdl è rimasto legato al suo elettorato e il Pd è andato benino, tecnicamente non male. Si è verificato invece uno svuotamento della Sinistra Arcobaleno. E l’unica spiegazione plausibile è che si sia creato un vaso comunicante di tre o quattro punti percentuali, pari a un milione e seicentomila elettori, che ha portato a un travaso dalla sinistra radicale verso la Lega. Tutto ciò era sfuggito ai sondaggi, è uno di quegli spostamenti di pancia, sotterraneo. Una cosa quasi subliminale”.
Continua Amadori:
“Maroni ha detto chiaramente che la Lega non è né di sinistra né di destra, ma ragiona e opera sul piano del territorio. C’è una consapevolezza di vivere in un determinato territorio e quindi per tutelare gli interessi globali di quella zona il partito giusto è la Lega. E’ questo il ragionamento che è scattato. Il Carroccio è quindi fuori dal vecchio schema sinistra-destra, è interclassista proprio come lo è un territorio. Qualcuno deve rappresentare quel luogo e perciò il movimento diventa interclassista. In embrione lo era già la Lega, ora con queste elezioni c’è stato un salto verso un partito globale del territorio.
E in quanto a Bossi:
“Merita di essere considerato uno dei più grandi personaggi politici della fine del Ventesimo e dell’inizio del XXI secolo, a lungo sottovalutato e a volte considerato folcloristico, ha invece un intuito straordinario. In qualche modo anche Berlusconi è figlio di Bossi, perché è il Senatùr che ha aperto la strada al cambiamento, al nuovo e a una deprofessionalizzazione della politica.”
Poi il semiologo arriva addirittura a paragonare Bossi a grande figure storiche, come Gengis Khan, ma preferisco omettere questa parte.
Bene, l’analisi e’ senza dubbio acuta e interessante. Non so se sia vero che cosi’ tanti voti della Sinistra siano confluiti nella Lega. Spero si possa capire e studiare il fenomeno con maggiori ricerche. Sarebbe veramente uno sviluppo impressionante.
Quello che e’ certo e’ che tanti voti della Sinistra sono confluiti per il “voto utile” nel PD.
I sondaggi (per quel che contano) davano la Sinistra a circa il 6-7%. Ma negli ultimi giorni una parte di questi elettori ha sentito forte la paura della destra (“la mafia, i fucili, la Resistenza da riscrivere”, eccetera). Probabilmente centinaia di migliaia di potenziali elettori di Sinistra non hanno capito il sistema elettorale e l’importanza del voto disgiunto (al Senato, in molte regioni, l’8% alla Sinistra avrebbe significato qualche seggio in meno alla destra…). Cio’ ha aiutato la destra ad avere una comoda maggioranza anche al Senato, facendo scomparire la Sinistra dal Parlamento italiano dopo cento e piu’ anni di storia (eccezion fatta chiaramente per il ventennio mussoliniano).
Carotenuto definisce giustamente quello della Sinistra un disastro completo che “non ha precedenti nella storia politica italiana”, “e solo un azzeramento completo di tutte le cariche potrebbe far rigenerare l’area dove alligna (ma comincio ad avere dubbi) il meglio del pensiero critico di questo paese.”
E il risultato del PD? A nostro avviso NON e’ positivo. Numericamente non sembrerebbe negativo, ma considerando che si aspettava di attirare i voti di una parte della societa’ civile, che parlava di “vocazione maggioritaria” (leggasi: obiettivo 51%) e considerando che di “voti utili” (gente che l’ha votato turandosi il naso) ne ha presi parecchi, a nostro avviso si tratta di una vera e propria sconfitta.
E l’Italia dei Valori? Citando ancora Gennaro Carotenuto, “l’ottimo risultato di Di Pietro […] potrebbe rappresentare un’ancora. Dalla giustizia e dalla questione morale, che una volta era berlingueriana e oggi è rappresentata da Italia dei Valori si può partire per quella che è, parliamoci chiaro, una traversata nel deserto.” Insomma, Di Pietro potrebbe essere un’ancora di salvezza all’interno del Parlamento. Il megafono che da dentro denuncera’ le magagne dei berluscones.
Infine, la Lista Per il Bene Comune, che ha ottenuto 100 mila voti (lo 0,33%). Chi scrive aveva visto positivamente la nascita della Lista Civica Nazionale (che nasceva sull’onda lunga dei girotondi e poi della disaffezione verso la casta). Una lista civica era una buona idea. Ma non c’e’ stato tempo. Il governo e’ caduto. La lista PBC non aveva il tempo per farsi conoscere al “grande pubblico”, cioe’ all’”italiano medio”. Votare la lista PBC, che si e’ resentata cosi’ “all’ultimo minuto”, SOLA (non appoggiando il “meno peggio”, per intenderci), con la sicurezza matematica che mai e poi mai sarebbe arrivata al 4% alla Camera (per non dire al Senato dove lo sbarramento e’ all’8!!!), rimane a nostro avviso un errore politico.
In conclusione, scrive Giannini, il Cavaliere si conferma “il più magnetico catalizzatore dei sogni della nazione, e il più carismatico affabulatore dei suoi bisogni.” Ma ci avviamo (per ovvi limiti anagrafici) verso la fine del Ventennio Telecratico.