La Sicilia giochera’ ancora una volta un grande ruolo nelle elezioni italiane.
Ne e’ sicuro l’autorevole giornale britannico “The Economist”, che in un articolo del 13 marzo dal titolo “Bridges and other promises” si lancia in una accurata descrizione delle tecniche di persuasione dell’elettorato siciliano ad opera del leader della coalizione di destra.
Berlusconi viene definito letteralmente come “un uomo dalla grande ricchezza e dalle tante parole”.
A seguire una mia traduzione dell’articolo:
Ponti e altre promesse
La Sicilia giochera’ ancora una volta un grande ruolo nelle elezioni italiane.
Un uomo dalla grande ricchezza e dalle tante parole, Silvio Berlusconi, sta tentando di allettare i quattro milioni di elettori siciliani al suo partito di destra. Le sue speranze di riottenere il potere nelle elezioni del 13 e 14 aprile e’ collegato a una larga vittoria nell’isola, dove la sua coalizione nel 2001 vinse 61 seggi su 61 (il risultato fu differente nel 2006).
L’UDC, un partito prima alleato del Sig. Berlusconi che e’ forte in Sicilia, questa volta non appoggiera’ la sua coalizione di destra. Anche la sinistra radicale si presentera’ separatamente dal Partito Democratico di centro-sinistra, guidato da Walter Veltroni. Queste decisioni, insieme a uno sconcertante sistema elettorale, potrebbero lasciare il Sig. Berlusconi vulnerabile nel Senato (la Camera Alta) anche se dovesse vincere alla Camera dei Deputati (la Camera Bassa). Il Governo di centro-sinistra di Romano Prodi cadde quando perse la maggioranza al Senato.
L’aritmetica spiega gli sforzi del Sig. Berlusconi di corteggiare gli elettori siciliani. Le sue promesse includono leggi per favorire promuovere il turismo e l’industria alimentare, un piano strategico per ripulire disinquinare le industrie chimiche, speciali agevolazioni fiscali, una nuova Banca per il Mezzogiorno, la creazioni di porti franchi e un piano infrastrutturale decennale. Si e’ anche impegnato a costruire un ponte sullo Stretto di Messina. Il [progetto del] ponte, che fu scaricato dal Governo Prodi in quanto i suoi benefici non ne giustificano il costo immenso, e’anche un punto del programma dell’UDC.
Dopo che il Governo Prodi prese la decisione di non fare il ponte, Luigi Croce, il Procuratore della Repubblica di Messina, dichiaro’ che “il ponte sarebbe un mezzo per far arricchire Cosa Nostra in Sicilia e la ‘Ndrangheta in Calabria”. Un report dell’Autorita’ Nazionale Anti-Mafia del 2001 aveva gia’ opinato che i guadagni che un ponte porterebbe alla Mafia “ possono essere facilmente immaginati”. Cio’ rende benvenuta la promessa del Sig. Berlusconi di affrontare il crimine organizzato.
Ma nonostante questa [promessa], tra i candidati del suo partito per il Senato c’e’ Marcello Dell’Utri, condannato nel 2004 a nove anni di prigione per complicita’ con la Mafia. Il Sig. Dell’Utri, un compagno di vecchia data del Sig. Berlusconi, e’ ricorso in appello contro la condanna. Non e’ l’unico candidato ad avere problemi con la legge. Salvatore Cuffaro, l’ex Presidente del Governo Regionale della Sicilia, e’ stato condannato in gennaio a cinque anni per aver aiutato i mafiosi [“The Economist” utilizza proprio il termine italiano “mafiosi”, parola internazionalmente conosciuta]. Nonostante cio’ in Sicilia e’ il capolista al Senato della lista UDC.
Ma la qualita’ dei candidati conta poco, visto che gli elettori scelgono tra liste di partiti. Dunque cosa li influenzera’? Se la pubblicita’ conta allora il Sig. Berlusconi, con i suoi poster che dominano Palermo [per non parlare delle televisioni e dei giornali], vincera’. Alcuni elettori addirittura credono alle promesse elettorali [!]. Se il Sig. Berlusconi dovesse vincere, allora potrebbe portare avanti velocemente il suo progetto del ponte. “Sarebbe un memoriale perpetuo del suo periodo al potere”, dice Pietro Busetta, capo della Fondazione Curella (un think-tank palermitano).