L’8 ottobre 1967 Ernesto “Che” Guevara veniva ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi, ossia agenti speciali della CIA, a La Higuera, nella provincia boliviana di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo viene ucciso nella scuola del villaggio. Il suo cadavere – dopo essere stato esposto al pubblico – fu sepolto in un luogo segreto.
Terminava così la carriera rivoluzionaria del rivoluzionario cubano.
Ai suoi figli lasciò vari scritti, tra i quali questo:
Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto: crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l’importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. E’ la qualità più bella di un rivoluzionario. … Un bacione e un abbraccio da
Papà
Che
Non si consuma
questa terra,
questo sangue d’autunno.
E’ dolce l’aria
Rosario lontana
dalle tue labbra.
Ha venti e occhi
per implorarti ma
l’alba tarda a sorgere
ed è il nostro male
più caro.
Un nome basta
a sciogliere le mani,
giunte restano
quelle delle madri
a Santa Clara chine
sulla promessa di una vittoria.
Non accadranno altre stelle
o poderose imprese
ancora la tua pioggia
che non sa smettere,
ancora la mia
che non si rassegna.
:-)
per giusta precisione: “Che” di Michele Gentile