G8: ” 1 a 0 per noi “

G8, le telefonate tra poliziotti e centrale: “Speriamo che muoiano tutti, 1-0 per noi”

Genova, gli avvocati delle parti offese depositeranno le comunicazioni oggi al processo per il blitz nella scuola. Un agente della polizia dopo l’irruzione: “Qui ci sono teste aperte a manganellate”

di MARCO PREVE

stor_10747641_05570.jpg

La scuola Diaz dopo l’irruzione della polizia

GENOVA – C’è la poliziotta che scherza sulla tragedia di Carlo Giuliani (“speriamo che muoiano tutti… tanto uno già…1 a 0 per noi..”), il funzionario che impreca per i ritardi, l’agente che non sa che accade, l’altro che racconta di teste spaccate, il capoufficio stampa di Gianni De Gennaro “dimenticato” per strada, il capo della celere distrutto dalla nottata, quello della Digos che cerca di disfarsi delle due molotov. Sono le 26 telefonate che gli avvocati delle parti offese del processo per il blitz alla Diaz nel luglio 2001 – 29 tra funzionari e agenti imputati per lesioni, falso e calunnia – depositeranno nell’udienza di oggi, l’ultima prima della pausa estiva. Le comunicazioni sono quelle che intercorrono tra i poliziotti sul campo e la centrale operativa del 113 in questura.

Ore 21.35 l’irruzione deve ancora essere decisa ma vengono inviate pattuglie per verificare la situazione attorno alla scuola che ospita la sede del Genoa Social Forum. Una funzionaria della centrale operativa (Co) parla prima con una pattuglia della Digos: “In piazza Merani ci hanno segnalato questi dieci zecconi (i manifestanti ma anche i giovani di sinistra, ndr) maledetti che mettevano i bidoni della spazzatura in mezzo alla strada…”. Alle 21.57 la stessa poliziotta parla via radio con un collega (R) il tono è rilassato e scherzoso.

R: “Ma guarda che io dalle 7 di ieri e di oggi sono stato in servizio fino alle 11, quindi… ho visto tutti ‘sti balordi queste zecche del cazzo… comunque…”. Co: “… speriamo che muoiano tutti…”. R: “Eh sei simpatica”. Co: “Tanto uno già va beh e gli altri… 1-0 per noi… tanto siamo solo sul 113 e registrano tutto”.


A cavallo della mezzanotte, al 113, arrivano le telefonate allarmate di residenti della zona. Ore 23.58: “… via Cesare Battisti… guardi che è un macello… “; ore 23.59: “Lo sapete che hanno attaccato i ragazzi qui della scuola Diaz”.

I primi feriti. Ore 00.17, l’agente al posto di polizia dell’ospedale San Martino chiama il 113: “Ascolta ha chiamato il 118 che sta arrivando una valanga di feriti, è possibile?”. 113: “Sì no, guarda io non te lo so dire…”.

Non hanno idea della situazione neanche gli agenti del reparto prevenzione mandati a piantonare i feriti all’ospedale. Alle 2.36 uno di loro chiama la Centrale operativa. “Sono 25 persone, uno ha problemi al torace… l’altro lo metti in chirurgia, l’altro in neurologia..”, 113: “Sono in stato d’arresto?”. Il poliziotto: “No devono essere accompagnati… si vede che questi sono i protagonisti degli scontri di oggi… però chi ha proceduto io non lo so”. Co: “Guarda non lo so neanche io… “.

Alla stessa ora il poliziotto al San Martino spiega al 113, che chiede se ci sono ferite da taglio: “No, no teste aperte a manganellate”.
Uno degli imputati il commissario Alfredo Fabbrocini parla al telefono con il 113 che chiede informazioni su quanto accaduto alla Diaz. Co: “Allora scusami esatto… quante persone avete accompagnato voi a Bolzaneto?”.

F: “Guarda ti direi una bugia, non lo so… c’era un tale caos, guarda, anche perché noi non accompagnavamo, noi facevamo la scorta… comunque c’era il funzionario della Digos, il funzionario della mobile”. Co: “E lì ti fermi… perché non c’era altro”. F: “Non lo so se non c’era altro, c’era qualche funzionario addetto della Digos, ce n’erano almeno tre o quattro.. c’era il dottor Sgalla, c’era anche Ciccimarra che li conosco, quella là più alta in grado non so chi era, comunque ce n’erano altri… ah c’era Gratteri, c’era il dottor Gratteri… loro hanno disposto il servizio, noi abbiamo fatto manovalanza…”.

All’1.23 Lorenzo Murgolo alto funzionario della questura di Bologna, indagato e poi prosciolto, si infuria con il 113 perché non arriva un pullman per il trasferimento dei “prigionieri” arrestati: “Sono il dottor Murgolo porca… perché non rispondete porca.. è tutt’oggi che non rispondete a sto ca… di 113.. “.

Cinque minuti dopo è ancora lui, in sottofondo si sente la gente che urla “assassini assassini”. L’operatrice del 113 è in difficoltà di fronte alla rabbia di Murgolo e chiama un funzionario ma la musica non cambia: “Ma porca… ma mi volete dire dov’è ‘sto pullman..”. 113: “La navetta è sul posto…”. M: “Mah.. io non la vedo”.

Alle 2.07 Mario Viola funzionario collaboratore di Roberto Sgalla capo ufficio stampa del capo della polizia chiama ripetutamente il 113 per avere una volante che li riporti indietro perché tutti i mezzi sono partiti “scordando” i due dirigenti. Alle 2.44 richiama e dice che è stato accompagnato dal capo della mobile “perché se aspettavamo una volante stavamo ancora lì”.

Mentre attendono di essere collegati dal centralino Viola parla con dei colleghi: “Che ha detto?… ha detto che non è stata proprio una bella cosa quella che abbiamo fatto” e un altro ribatte “che se ne andasse a fan… “.

Alle 3.05 Vincenzo Canterini (“… sai che non connetto più io.. dissociato.. davvero so dissociato…”) capo della celere romana parla con un suo attuale coimputato, Spartaco Mortola, ex dirigente Digos di Genova che agli agenti nel suo ufficio dice: “Oh ragazzi le molotov non lasciatemele qui…”. Sono le due bottiglie che, scoprirà la procura, furono introdotte nella Diaz dagli stessi poliziotti.

(6 luglio 2007)

www.repubblica.it

Per non dimenticare, vedere anche il video:

http://www.youtube.com/watch?v=xdpw1MWrjjc&mode=related&search=

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Italia, Media, Comunicazione, Giornalismo and tagged , , , , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento